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Il presidente del Consiglio regionale ed i capigruppo, “per stoppare la direttiva UE” sul Porto di Gioia Tauro

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“Stoppare l’applicazione della direttiva Ue ‘Fit For 55’ che minaccia danni irreversibili all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale principale della Calabria. È l’appello che rivolgiamo a tutte le rappresentanze politiche, nazionali ed europee, affinché si impedisca la perdita di competitività degli scali europei, a partire dal Porto di Gioia Tauro, una vera eccellenza del Sud e del Paese. A ognuno è richiesto di fare la propria parte. Il 23 ottobre, in Consiglio regionale, approveremo una specifica mozione, per contribuire a fermare un tributo esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani. È una scelta dissennata, che, da un lato, non contribuisce a ridurre le emissioni di Co2 e, dall’altro, arrecando un danno all’economia del settore e all’indotto, non aiuta l’Europa, a pochi mesi dal voto, a rinforzare nei cittadini la fiducia nei suoi valori fondanti”.
È quanto asseriscono il vicepresidente del Consiglio regionale Pierluigi Caputo (in rappresentanza del presidente Mancuso) e i capigruppo di centrodestra in Consiglio regionale Michele Comito (FI), Giuseppe Neri (Fd’I), Giuseppe Gelardi (Lega), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giuseppe Graziano (Unione di Centro) e Giuseppe De Nisi (Coraggio Italia), che hanno partecipato alla mobilitazione a Gioia Tauro.
Afferma il presidente Mancuso (fuori sede per motivi personali): “Se la direttiva europea divenisse efficace, sarebbe un delitto a sangue freddo per la più rilevante piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa meridionale da cui dipende il destino di 4 mila addetti. E un colpo pesantissimo per il diritto allo sviluppo del Sud e del Paese”.