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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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Il Polo Liceale “Guerrisi-Gerace” ha ospitato dal 21 al 23 novembre 2024 la terza edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo Il Premio è stato istituito per mantenere viva la memoria di Lea da parte dell’Associazione Dioghenes, un’organizzazione impegnata a promuovere la cultura della legalità e a contrastare le associazioni criminali

Il Polo Liceale “Guerrisi-Gerace” ha ospitato dal 21 al 23 novembre 2024 la terza edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo Il Premio è stato istituito per mantenere viva la memoria di Lea da parte dell’Associazione Dioghenes, un’organizzazione impegnata a promuovere la cultura della legalità e a contrastare le associazioni criminali

| Il 30, Nov 2024

Il Polo Liceale “Guerrisi-Gerace” ha ospitato dal 21 al 23 novembre 2024 la terza edizione
del Premio Nazionale Lea Garofalo. L’evento ha
coinvolto la scuola in una serie di iniziative
culturali per celebrare la memoria di Lea Garofalo,
simbolo di coraggio nella lotta contro la criminalità
organizzata. Tra conferenze, dibattiti e spettacoli, la
manifestazione ha promosso la cultura della legalità
e dell’impegno civile, rafforzando il ruolo della
scuola come punto di riferimento per la formazione
e i valori sociali.
Il Premio è stato istituito per mantenere viva la memoria di Lea da parte dell’Associazione
Dioghenes, un’organizzazione impegnata a promuovere la cultura della legalità e a
contrastare le associazioni criminali, specie quelle legate alla mafia e all’usura, attraverso
numerose iniziative di sensibilizzazione e formazione delle nuove generazioni, soprattutto
tramite il coinvolgimento degli studenti delle scuole italiane. Infatti, essa organizza spesso
eventi educativi e attività didattiche mirate a sensibilizzare i giovani sulla lotta alle mafie e
sull’importanza di costruire una società giusta e rispettosa delle leggi.
Il Premio Nazionale Lea Garofalo è un riconoscimento che celebra il coraggio, la
determinazione e l’impegno civile di Lea, una donna calabrese che ha sfidato le leggi della
‘ndrangheta, rifiutando l’omertà che ha segnato la sua terra. La sua vicenda, tragica e
drammatica, ha avuto un epilogo che l’ha portata a morire giovane, ma il suo coraggio ha
lasciato un segno indelebile, soprattutto nella vita di sua figlia Denise. Lea è una madre che
ha sacrificato tutto per il futuro della propria figlia, rimanendo per questo una figura
emblematica nella lotta contro la mafia.
Nasce il 24 aprile 1974 a Petilia Policastro, in Calabria, in una famiglia ‘ndranghetista. Nel
1996, Lea incontra a Milano Carlo Cosco, un mafioso rivale, e si trasferisce con lui, dando
alla luce la figlia Denise. Nel 2002, consapevole del pericolo per la sua vita e per la vita di
sua figlia, Lea denuncia il compagno ed entra nel programma di protezione testimoni, ma la
sua vita sotto protezione è difficile e le causa tormenti psicologici.
Nel 2009, Lea lascia il programma e riprende i contatti con la sua terra. La vendetta della
famiglia Cosco non tarda: il 24 novembre 2009, Lea viene rapita e uccisa, a soli 35 anni, su
ordine di Carlo Cosco. Il suo corpo viene distrutto per cancellare le tracce. Denise, convinta
che la madre non l’abbia abbandonata, denuncia la scomparsa e diventa testimone chiave nel
processo che condurrà alla condanna degli assassini.
Nel 2013, i colpevoli vengono condannati all’ergastolo, sebbene l’aggravante mafiosa venga
esclusa. I funerali di Lea, celebrati nel 2013, attirano oltre 3.000 persone. La sua tomba al
cimitero monumentale di Milano è diventata simbolo di coraggio e dignità. Lea ha sacrificato
tutto per il futuro della sua famiglia, sperando in un mondo migliore per sua figlia.
Il programma del Premio dedicato a Lea si è svolto in quattro giornate: le prime tre presso il
nostro Polo liceale, con eventi educativi e dibattiti sulla legalità e la lotta alla criminalità,
coinvolgendo studenti, docenti e ospiti. L’ultima giornata ha avuto luogo a Milano, presso il
Cimitero Monumentale.
La prima giornata è stata dedicata alla memoria delle vittime delle mafie e alla promozione
della legalità, si è aperta nell’Aula Magna “Falcone-Borsellino” presso la sede centrale del
Liceo Scientifico. La mattinata è iniziata con la presentazione
del libro Il coraggio di Rosa di Marisa Manzini, con la
partecipazione dell’On. Angela Napoli e Michelangelo Di
Stefano, che hanno offerto riflessioni sulla lotta alla
‘ndrangheta. Il dibattito è stato arricchito da letture e
interventi a cura degli studenti ed è stato allietato dl Coro
Stabile dell’Istituto. Gli eventi pomeridiani, si sono svolti
presso la Scuola di Recitazione della Calabria: il Generale
Andrea Rispoli ha incontrato gli studenti per discutere di
mafia e tutela ambientale, seguito dalla lettura dei nomi delle
vittime delle mafie, tra cui Francesco Vinci, e l’intervento
della sua famiglia. La giornata si è conclusa con l’evento Una
fimmina calabrese, dedicato alla storia di Lea Garofalo, con
la partecipazione della sorella Marisa Garofalo e altre
personalità istituzionali, quali l’On. Sonia Alfano, Armando
D’Alterio, Michelangelo Di Stefano Il tutto è stato arricchito
da letture e musica a cura della SRC.
La seconda giornata è iniziata con la consegna dei
riconoscimenti ai “Testimoni del nostro tempo”: Sedici
personalità hanno condiviso le loro esperienze di lotta
alla criminalità con gli studenti calabresi, destando in
ognuno sentimenti di speranza e di coraggio. L’incontro
è stato moderato dal giornalista Pietro Comito, presso il
Cinema Teatro Gentile di Cittanova.
Nel pomeriggio, si è svolta una Tavola Rotonda dal titolo Da
Joe Petrosino a Peppino Impastato: come è cambiata oggi la
lotta alle mafie? Tra i relatori, il giornalista Maurizio
Caprino, il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto, Giovanni
Impastato, fratello di Peppino, e l’On. Angela Napoli, che
hanno discusso dell’evoluzione della lotta alla mafia nel
tempo. L’incontro, moderato da Paolo De Chiara, si è svolto
nell’Aula Magna “Falcone e Borsellino” del nostro Liceo.
La terza giornata del Premio è iniziata con la
premiazione degli studenti vincitori del Premio
Nazionale Lea Garofalo, moderata da Maria Rosa
Ferraro, responsabile Cultura di Dioghenes APS.
Durante la cerimonia, il Coro Stabile degli studenti,
diretto in modo magistrale dal professore Sergio
Morfea, ha eseguito alcuni brani. Alla fine dell’evento
si è svolta l’estrazione della lotteria, con in palio
un’opera d’arte donata dall’artista Luciano Tigani.
In conclusione la Dirigente scolastica Clelia Bruzzì ha
ringraziato: il Sindaco, Avv. Domenico Antico per la
costante presenza durante tutti gli eventi; l’On. Angela
Napoli, madrina del Premio e tutte le personalità che
hanno partecipato e contribuito alla realizzazione di un
evento di alto livello, che ha visto coinvolti molti ospiti e
ha costituito un momento di crescita per i nostri alunni.
Infine, l’ultima giornata è stata un momento di profonda riflessione e commemorazione. Alle
11:00, una delegazione di Dioghenes APS si è recata presso il Cimitero Monumentale di
Milano per rendere omaggio a Lea Garofalo. In segno di rispetto e memoria, è stata deposta
una rosa rossa sulla sua tomba, in ricordo di questa coraggiosa donna calabrese, vittima della
‘ndrangheta. L’iniziativa ha sottolineato ancora una volta l’importanza di onorare la memoria
delle vittime di mafia e di mantenere viva la lotta per la giustizia e la legalità, anche a
distanza di anni dalla sua tragica morte.
L’evento è stato reso possibile grazie alla straordinaria disponibilità e al costante supporto
della nostra dirigente scolastica, la Dott.ssa Clelia Bruzzi e alla sua visione lungimirante, al
suo impegno attivo che hanno permesso di realizzare un’iniziativa di tale rilevanza, che ha
coinvolto non solo gli studenti, ma anche tutta la comunità scolastica.
“Ospitare il Premio Lea Garofalo all’interno delle
scuole ha il duplice obiettivo di sensibilizzare i giovani
su temi scottanti come la mafia e il femminicidio e di
proporre al tempo stesso modelli positivi, donne e
uomini che ogni giorno rischiano la loro vita per
difendere la giustizia e la legalità e per tutelare i diritti
delle donne”, spiega la preside, sottolineando come questa
iniziativa si inserisca perfettamente nel percorso educativo
della scuola. Un esempio tangibile di questo impegno
educativo è rappresentato dalla biblioteca scolastica,
intitolata a Francesco Vinci, vittima innocente della mafia.
“I ragazzi, guidati da un team di docenti appassionati e
preparati, catalogano, studiano, leggono e incontrano
autori”, racconta la dirigente, “convinti che la cultura e la lettura siano gli strumenti più
potenti per combattere la criminalità”. In questo spazio, i giovani trovano un luogo dove
confrontarsi e riflettere.
Grazie anche a percorsi extracurriculari e approfondimenti, gli studenti hanno studiato il
fenomeno mafioso, le sue radici, le sue regole e le sue trasformazioni. “I miei studenti sono
consapevoli non solo della pervasività della ‘ndrangheta sul territorio, ma anche delle
sue espansioni oltre i confini calabresi”, afferma la preside. “Comprendono che per
combattere efficacemente questo fenomeno non è sufficiente un’azione repressiva, ma è
necessario un cambiamento culturale profondo”.
Realizzare un premio contro le mafie in una terra come la Calabria è una sfida, ma proprio
per questo la sua realizzazione è ancora più importante. “La nostra missione è formare
cittadini europei”, prosegue la dirigente, sottolineando che grazie al progetto Erasmus, gli
studenti del Polo Liceale Guerrisi V. Gerace hanno l’opportunità di partecipare a programmi
di mobilità europea. “Gli studenti hanno la possibilità di perfezionare la lingua inglese e
acquisire competenze utili per inserirsi in un contesto internazionale. Ma l’obiettivo più
grande è che questi ragazzi possano decidere liberamente di restare nella loro terra,
portando con sé competenze e valori che possano contribuire alla crescita della
Calabria”, aggiunge la preside, spiegando come il premio Lea Garofalo non sia solo un
momento di commemorazione, ma un’occasione per stimolare la riflessione sul futuro dei
giovani .”Per rendere possibile la ‘Restanza’, come l’ha definita un illustre studioso
calabrese, bisogna risvegliare le coscienze per dare vita a un nuovo contesto in cui le
nuove generazioni possano vivere e lavorare, liberi dai condizionamenti della
criminalità”, conclude la dirigente Bruzzì.
Il Premio Lea Garofalo, quindi, rappresenta un’opportunità fondamentale non solo per
ricordare le vittime innocenti delle mafie, ma anche per stimolare una riflessione profonda tra
i giovani su come costruire un futuro migliore. “Fare memoria è un dovere”, ribadisce la
dirigente. “E questo premio vuole essere anche un invito ad impegnarsi attivamente, con
scelte consapevoli e responsabili, per il bene della collettività”. Gli studenti del Polo
Liceale “Guerrisi-Gerace” si sono dimostrati pronti a diventare i veri protagonisti del premio,
coinvolgendosi pienamente nelle attività in programma. Questa esperienza ha stimolato il
voler volare più in alto, sulle ali della legalità, per contribuire alla costruzione di una Calabria
e di un’Italia più giusta e libera dalle mafie.