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Il magistrato Rocco Cosentino critica le associazioni di facciata

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“Delirio di onnipotenza da parte di chi, non avendo alcun ruolo nella società, cerca in tutti i modi di ritagliarsi uno spazio sui media locali e nazionali attraverso la costituzione di fantomatiche associazioni, create evidentemente al solo scopo di avere titolo (nella qualità di presidente, direttore o fondatore) a intervenire sulle più disparate questioni di attualità”

Il magistrato Rocco Cosentino critica le associazioni di facciata

“Delirio di onnipotenza da parte di chi, non avendo alcun ruolo nella società, cerca in tutti i modi di ritagliarsi uno spazio sui media locali e nazionali attraverso la costituzione di fantomatiche associazioni, create evidentemente al solo scopo di avere titolo (nella qualità di presidente, direttore o fondatore) a intervenire sulle più disparate questioni di attualità”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio direttore,
ormai siamo arrivati a un punto di non ritorno in tema di delirio di
onnipotenza da parte di chi, non avendo alcun ruolo nella società, cerca in
tutti i modi di ritagliarsi uno spazio sui media locali e nazionali attraverso
la costituzione di fantomatiche associazioni, create evidentemente al solo
scopo di avere titolo (nella qualità di presidente, direttore o fondatore) a
intervenire sulle più disparate questioni di attualità.
Per mera curiosità, durante le festività natalizie, mi sono preso la briga
di andare a controllare, sui siti ufficiali di tali associazioni (oppure sulle
pagine ufficiali Facebook), il loro organigramma e quindi l’effettiva
consistenza. Ebbene, i miei sospetti hanno trovato conferma. Infatti, a parte
l’indicazione del presidente e, al limite, del vicepresidente o del tuttofare
di turno, nulla ho trovato su tutte quelle persone al seguito che, secondo
quanto ci vorrebbero far credere con i loro proclami, hanno aderito a quella
che, nei loro intendimenti, sarebbe una vera e propria missione di vita
(sic!).
Il fatto poi che si tratti di mere associazioni parolaie e autoreferenziali
è dimostrato dalla circostanza che “inspiegabilmente” fanno perdere le proprie
tracce tutte quelle volte in cui sul territorio di riferimento c’è bisogno di
una loro concreta e fattiva collaborazione in attività di beneficenza o
comunque in opere di vera promozione culturale.
Per non parlare poi del moralismo “a singhiozzo” che da sempre ha
contraddistinto questi “rappresentanti di se stessi” che, abusando della
credulità popolare, hanno costruito la loro intera carriera, o comunque si sono
garantiti ancora per qualche anno i classici gettoni di presenza per le tanto
ambite comparsate televisive.
In conclusione, ripetendo un famoso tormentone cinematografico, mi verrebbe
voglia di chiedere a questi illustri personaggi: “Chi siete? Cosa fate? Cosa
portate? Sì, ma quanti siete?”

Rocco Cosentino
Magistrato – Scrittore