Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Il gruppo criminale dei Lampada: una holding in rapporti con banche, 007, giudici, politici e prelati

Il gruppo criminale dei Lampada: una holding in rapporti con banche, 007, giudici, politici e prelati

Anm Reggio Calabria: “Ci vuole rigore in stile di vita”

Il gruppo criminale dei Lampada: una holding in rapporti  con banche, 007, giudici, politici e prelati

Anm Reggio Calabria: “Ci vuole rigore in stile di vita”

 

 

REGGIO CALABRIA – Sono arrivati a Milano con modeste risorse finanziarie, almeno ufficiali, provento di una macelleria e di una pizzeria gestite a Reggio Calabria. Ma nel breve volgere di pochi anni, la famiglia Lampada ”acquista una disponibilità economica e finanziaria milionaria, assolutamente sproporzionata rispetto alla precedente situazione”. Ed in questo contesto “non possono mancare, così come si era verificato per il ramo Valle della famiglia, rapporti privilegiati con funzionari di istituti di credito”. A rilevarlo è il gip di Milano Giuseppe Gennari nell’ordinanza che ha fatto finire in carcere esponenti di spicco della famiglia Lampada, ritenuta legata ai Condello di Reggio Calabria, oltre al presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio e al consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli (Pdl). D’altra parte, prosegue il gip, “avere a disposizione l’amicizia di un direttore di banca consente di fare operazioni che agli altri clienti non sarebbero consentite e consente di accedere con più facilità ai crediti”. I Lampada, al riguardo, seguivano sempre uno stesso modus operandi, che era quello tipico anche dei Valle. “Tutte le iniziative ufficiali – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – vengono effettuate con finanziamenti bancari, nonostante la famiglia disponga di liquidità notevolissime”. Il gip cerca anche di darsi una spiegazione a tutto ciò e giunge alla conclusione che “tale accortezza evita evidentemente sospetti e interrogativi sulla provenienza dei fondi”. Nell’ordinanza si danno poi i nomi di due funzionari che “hanno mostrato di intrattenere relazioni di speciale privilegio e compiacenza con i Lampada”: il direttore di un’agenzia Unicredit di Milano e quello di un’agenzia di Paullo del Credito Bergamasco. Da Unicredit, i Lampada avevano ottenuto un finanziamento di 300 mila euro che doveva servire per l’acquisizione delle concessioni dei Monopoli. Finanziamento concesso ma non ancora erogato. Per tale ragione, scrive il gip, “il funzionario ha richiesto ai beneficiari una nota di differimento per mancata fruizione, come si rileva dai dialoghi, che sembrerebbero evidenziare un presunto rapporto di favore riservato ai Lampada. Infatti l’atto sarebbe servito al funzionario per giustificare a un’eventuale ispezione interna la pendenza di un finanziamento concesso ma non erogato per differimento dello scopo”. Anche col funzionario del Credito Bergamasco, scrive il gip, “sono affiorati rapporti che paiono anomali, tanto che il funzionario si è persino recato personalmente varie volte negli uffici dei Lampada per garantire il proprio interessamento alle esigenze del sodalizio”. 

 

ANM REGGIO, CI VUOLE RIGORE IN STILE DI VITA

 REGGIO CALABRIA – ”La vicenda che riguarda i colleghi Vincenzo Giglio e Giancarlo Giusti ci sconcerta ed addolora”. La Giunta Esecutiva dell’Associazione Nazionale Magistrati -sezione di Reggio Calabria – auspica che “questi fatti non intacchino la credibilità dell’istituzione giudiziaria e non venga meno la fiducia dei cittadini verso la magistratura reggina, da sempre impegnata sul versante della legalità. Non ci compete entrare nel merito della vicenda, in attesa che la Giustizia faccia il suo corso e venga fatta chiarezza. E’ nostro dovere, invece, richiamare l’attenzione sulla necessità che il magistrato sia rigoroso nello stile di vita e nelle frequentazioni, perché non venga mai neanche appannata l’immagine di indipendenza e di imparzialità della magistratura né compromessa la trasparenza dei comportamenti anche personali dei singoli componenti dell’Ordine Giudiziario. Ogni deviazione da questi principi va fermamente stigmatizzata”.(ANSA).

 

RAPPORTI GIUDICE-EX 007, AIUTO’ BOSS

REGGIO CALABRIA, 1 DIC – Rapporti tra un giudice, un commercialista legato ai servizi e boss della ‘ndrangheta informati sugli sviluppi delle inchieste in corso: e’ uno spaccato “di eccezionale gravità ed allarme”, come scrive il gip di Milano nella sua ordinanza, quello che emerge dall’operazione coordinata dalla Dda di Milano che ieri ha portato all’arresto di dieci persone tra le quali il presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio ed il il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli (Pdl). Il gip fa riferimento a Giglio ed alla figura di Giovanni Zumbo, un commercialista reggino in contatto con i servizi segreti, arrestato in una inchiesta della Dda reggina dopo essere stato filmato e registrato dal Ros dei carabinieri, nei primi mesi del 2010, a casa del boss Giuseppe Pelle di San Luca e ritenuto un’informatore di Giovanni Ficara, elemento di spicco dell’omonima famiglia operante a Reggio Calabria. Boss che “erano in possesso di particolari assolutamente precisi” sull’inchiesta Crimine (luglio 2010) cinque, sei mesi prima dell’ esecuzione degli arresti. Inchiesta “costellata da gravissime fughe di notizie propiziate da soggetti in rapporti con i servizi segreti”. Dalle intercettazioni in casa di Pelle emerge, scrive il gip di Milano, “che il magistrato Giglio, con il quale Zumbo esibisce, a parole, grande familiarità, viene esplicitamente indicato come fonte di notizie relative alla indagine ‘Tenacia’, come personaggio avvicinabile per ottenere favori su procedimenti di prevenzione, come personaggio notoriamente corrotto (‘mangiatariò)”. “Naturalmente – prosegue il gip – al momento abbiamo solo la parola di Zumbo, di Pelle, di Ficara e di Billari. E questo non é sufficiente per contestare fatti specifici a Giglio. Tuttavia sono più che legittime una serie di considerazioni: i personaggi che parlano sono criminali di notevole spessore che discutono di cose estremamente serie che li riguardano direttamente, quindi non è un contesto scherzoso o che può dare luogo a sbruffonate; il contesto è estremamente riservato e reputato sicuro, cosicché i partecipi si sentono liberi di parlare anche di aspetti molto delicati; l’ipotesi di calunnia é del tutto fantascientifica visto che i dialoganti stanno concretamente cercando di capire come risolvere i loro problemi. Il riferimento a Giglio è reiterato e viene da più parti indicato come avvicinabile”. Inoltre, sottolinea il gip, la conoscenza tra Giglio è Zumbo é verificata. Infatti, nel 1996, il giudice nominò Zumbo amministratore di alcuni beni sequestrati alla cosca Latella-Ficara. Nei confronti di Giglio il Guardasigilli Paola Severino ha chiesto al Csm la sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio. Stessa richiesta anche dal pg della Cassazione, Vitaliano Esposito. Dalle carte dell’inchiesta milanese emerge anche un aspetto, scrive il gip, “che andrà sicuramente approfondito”, dal momento che parte delle informazioni che giungono ai Lampada sulla inchiesta in atto “sono particolarmente accreditate perché sembrano provenire da un colonnello del Ros di Reggio”. Il riferimento è a quanto viene detto il 17 marzo 2010 nel corso di un colloquio tra l’avvocato Vincenzo Minasi, Francesco Lampada e Leonardo Valle in cui si parla proprio della prima fase dell’inchiesta milanese che portò, nel giugno 2010, ai primi arresti. Minasi, riferendo ciò che gli è stato detto da Giulio Lampada, dice agli altri che un giovane ha fornito alcune notizie sull’inchiesta e aggiunge che il “il papà con il colonnello del Ros”. “Allora – dice Francesco – il papà è in amicizia con un colonnello del Ros?”. “E’ socio”, risponde Minasi che poi alla successiva domanda “chi è questo colonnello del Ros”, risponde: “e che ne so?”