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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Il giorno del giudizio La “zona rossa” ed il senso di responsabilità nei confronti della propria terra

Il giorno del giudizio La “zona rossa” ed il senso di responsabilità nei confronti della propria terra
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di Carmelo Nicotera

No, non sono un eroe, così come non credo ambiscano a ricevere questo titolo tutte le persone che in maniera coscienziosa, seguendo le direttive ministeriali, nonostante le evidenti falle della gestione della comunicazione nelle stanze del potere che hanno generato una psicosi collettiva facilmente preventivabile, affrontando l’emergenza coronavirus nella “zona rossa”, hanno deciso di non rientrare nel profondo Sud in seguito alla decisione del governo nazionale di chiudere la Lombardia ed altre 14 province in Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Marche con l’obiettivo di porre un freno al numero sempre crescente di contagi che ha messo la Nazione con le spalle al muro.

Sarebbe altresì facile, ora, sparare a zero su chi, preso dallo sconforto e dal panico, contravvenendo però al buonsenso che impone una seria riflessione sul grado di maturità dell’intera popolazione italiana, si è accalcato sul primo mezzo di trasporto utile per tornare nella propria terra, esponendo di fatto l’intero Meridione, già fortemente penalizzato dalla mancanza di politiche di sviluppo territoriale e carente di servizi, al rischio di piombare nel baratro del disastro sanitario.

La soluzione, dunque, senza cadere nell’ancestrale lotta divisiva tra “giusti” e “sbagliati”, consiste nel far prevalere il senso di responsabilità, rispettando i protocolli da seguire, segnalandosi alle autorità competenti per evitare di esporre a rischi i propri cari, i propri corregionali, quella “comfort zone” che rappresenta il rifugio sicuro nonostante la voglia di scappare abbia sempre prevalso per liberarsi da una prigione dorata che, a causa di contraddizioni continue che non sembrano mutare con il passare degli anni, ha sempre fatto mancare l’aria a chi ha prodotto innumerevoli sacrifici per avere un’occasione.

Il Nord, oggi come ieri, sia per motivi di studio sia per questioni lavorative, offre quella possibilità a lungo inseguita a molte persone che, con lo sguardo sempre fisso a Sud, hanno scelto di portare sudore, impegno, competenze verso nuovi mondi senza però mai distaccarsi da quelle radici profonde che quotidianamente rappresentano la forza propulsiva per esplicare al meglio la propria missione. Il panico, le titubanze ai piani alti, la sottovalutazione della problematica, le rigide decisioni: in alcuni la “luce” si è spenta, altri sono riusciti comunque a scorgere il sole della propria terra anche ad innumerevoli chilometri di distanza. L’errore imporrebbe un passo indietro, in questo caso è giusto si vada in avanti per tutelare sia coloro che ci hanno dato gli strumenti per coltivare quell’occasione a lungo cercata, ma soprattutto per manifestare con atti di senno l’amore ed il rispetto delle zone meridionali. È sempre il giorno giusto per utilizzare il giudizio in un’area che è perennemente abbandonata da Dio e dagli uomini.