banner bcc calabria

Il dramma dei migranti e la fede raccontati a ritmo di rock

banner bcc calabria

banner bcc calabria

In questi giorni le cronache seguono il viaggio della nave Aquarius, con a
bordo un carico di migranti che sbarcheranno a Valencia. Ma da anni i
notiziari riportano drammi di naufragi e morti nel Mediterraneo, migliaia
di persone in fuga da povertà e guerre che tentano di raggiungere le nostre
coste alla ricerca di futuro e invece trovano la fine, inghiottiti per
sempre dalle onde. Proprio dai servizi televisivi su questi temi è stato
ispirato il brano di oltre 7 minuti dall’emblematico titolo Rossomare
<https://www.youtube.com/watch?v=HT7IDLPhJH4&feature=em-share_video_user>,
contenuto nell’album “Il seme” del gruppo Kantiere Kairòs
<http://www.kantierekairos.it/>, formato da cinque musicisti professionisti
che cantano il Vangelo a ritmo di rock.

Nel video-live della canzone, girato al Teatro Alfonso Rendano di Cosenza
durante il concerto di presentazione del disco, sei richiedenti asilo
salgono sul palco per una coreografia diretta dal regista e attore Dino
Garrafa, di Teatro Zero. All’inizio i volti di Ben, John, Francis, Mohamed,
Ghidio, Kamara – sbarcati alcuni mesi fa in Italia durante i cosiddetti
“viaggi della speranza” – sono coperti da una maschera: irriconoscibili,
dunque, e tutti uguali, dato che indossano la divisa bianca dei
soccorritori e mimano proprio il salvataggio di persone disperse in mare.
Ma nel corso delle riprese svelano la loro identità al pubblico, gettando
la maschera e scendendo fra gli spettatori in platea, a significare che i
migranti “non sono numeri ma persone”, come ripete papa Francesco.

«Una canzone come intesa di preghiera comunitaria, con l’intento di
invocare una pace necessaria, sofferta, ma possibile. Una pace più potente
delle difficoltà e dei pregiudizi, delle decisioni umani e delle leggi; una
pace santa perché da Dio», spiega Antonello Armieri. Un accorato invito
alla pace universale «in ogni casa, in ogni chiesa, con le persone, nei
parlamenti e negli ospedali, nelle prigioni affollate e in quelle dei
cuori». Pace invocata soprattutto per chi «sta soffrendo da troppo tempo in
silenzio, muore un milione di volte visualizzato in mondovisione», «pace ai
bambini costretti alla guerra, convinti che la vita sia quella; pace a chi
viene rubata ogni cosa, la dignità, la terra, la storia; pace a chi fugge
sperando di avere un domani, ma muore nei nostri mari».