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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Il Dipartimento all’Agricoltura della Regione vicino alle difficoltà dei pescatori calabresi “Da tempo ci stiamo battendo presso l’UE contro le politiche troppo restrittive, nel rispetto della sostenibilità ambientale”. In previsione della nuova programmazione europea, il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria ha avviato un confronto con le Associazioni di categoria

Il Dipartimento all’Agricoltura della Regione vicino alle difficoltà dei pescatori calabresi “Da tempo ci stiamo battendo presso l’UE contro le politiche troppo restrittive, nel rispetto della sostenibilità ambientale”.  In previsione della nuova programmazione europea, il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria ha avviato un confronto con le Associazioni di categoria
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Catanzaro – A caldo della protesta dei pescatori di Nicotera,

il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria dichiara che “da tempo
si sta battendo contro le politiche restrittive della Commissione Europea, con l’obiettivo
unico di tutelare il pescatore”, sottolineando che la crisi del comparto interessa
tutta l’Italia e non solo la nostra regione.

“Comprendiamo benissimo – prosegue il Dipartimento – il malessere dei pescatori
di Nicotera e i nostri sforzi sono tutti orientati verso il sostegno del comparto,
la sostenibilità e la tutela del mare. La contrazione della produttività, del fatturato,
dei livelli occupazionali del comparto è stata gestita concretamente, grazie ai
fondi strutturali messi a disposizione dall’UE e verrà gestita ancora, grazie
a quelli che arriveranno”.

In particolare, grazie al Fondo Europeo per la Pesca (FEP 2007-2013), il Dipartimento
ha svolto un’azione puntuale nel favorire la stabilizzazione del comparto pesca
e nel creare le condizioni per il suo rilancio. Nel dettaglio: sono state messe in
campo tutte le misure socio-economiche volte a creare condizioni di accompagnamento
alla riconversione dei pescatori verso altre attività produttive; sono state attivate,
con buoni risultati, le misure relative agli interventi nel settore della “lavorazione
e commercializzazione” dei prodotti ittici che vedono in Calabria alcuni punti
di eccellenza a livello nazionale sia imprenditoriali che occupazionali; nella logica
degli incentivi alle aree di pesca in situazione di crisi, è stato decisivo l’intervento
nella promozione dei Gruppi di Azione Costiera (GAC), che il 24 e 25 febbraio saranno
impegnati in un convegno che vedrà la presenza di tutti i GAC europei (progetto
SHADES, di cooperazione transnazionale) e che vedono proprio nell’integrazione
tra il comparto ittico e la valorizzazione turistica della fascia costiera il loro
momento qualificante. In Calabria, infatti, sono stati costituiti 6 Gruppi di Azione
Costiera che hanno avviato, con il primato in Italia, progetti di sviluppo locale.
Lo sviluppo di pescaturismo e ittiturismo, che offrono una straordinaria possibilità,
utile a rispondere all’esigenza di potenziare il settore e migliorare contemporaneamente
l’offerta turistica regionale. Nello specifico, la Regione Calabria – in armonia
con quanto previsto dall’art. 1 della Legge Regionale 15/2009 e s.m.i. – ha inteso
regolamentare tali attività, al fine di contribuire a tutelare, qualificare e valorizzare
le risorse e le attività della pesca e dell’acquacoltura, favorire la diversificazione
dell’attività degli operatori ed, infine, conservare e promuovere le tradizioni
culturali e gastronomiche del settore della pesca in Calabria.

Con la nuova programmazione comunitaria, che prevede la concessione di un Fondo Europeo
per gli Affari Marittimi (FEAMP 2014-2020), ci sarà una dotazione nazionale di 537
milioni da distribuire sulle diverse misure in 7 anni. In riferimento a quest’ultimo,
il Dipartimento all’Agricoltura della Regione Calabria ha avviato un confronto
con le Associazioni di categoria, avviando la messa in campo di un progetto a favore
della “piccola pesca artigianale“.

Le linee di sviluppo di questo progetto riguardano il rafforzamento della piccola
portualità peschereccia; interventi volti al rinnovo della flotta, alla sicurezza
in mare e alla commercializzazione diretta; creazione di Centri servizi e di un nucleo
di Pescatori “leader”; supporto economico ai pescatori per la qualificazione
ambientale.

Dati sul comparto ittico in Calabria

La situazione del comparto ittico calabrese è in linea con quanto si è prodotto
negli ultimi venti anni sia a livello nazionale che dell’Unione Europea.

Il progressivo aumento della richiesta di prodotti ittici da parte del consumatore
(in Italia la domanda si é accresciuta in 40 anni da 12 a 26 kg pro capite anno)
si è dovuto confrontare con il progressivo impoverimento della risorsa marina. Attualmente
in Italia, così come a livello europeo, la domanda interna di prodotti ittici è
coperta da prodotto pescato “localmente” soltanto per il 30%, mentre il resto proviene
dall’importazione anche da paesi lontani (Asia e Sud America principalmente).

Il progressivo calo della risorsa marina ha determinato in Calabria, nell’ultimo
decennio, un calo della produzione di ben il 22% in termini di produzione sbarcata
e del 31% in termini di fatturato (ISTAT 2013).

Come detto, il dato è in linea con le altre regioni italiane che in certi casi (si
veda la Sicilia,la Puglia e le Marche) hanno visto riduzioni prossime al 50% .

La crisi del settore ha visto anche la riduzione degli addetti alla pesca diretta
che si è attestata in Calabria a 2474 unità (ISTAT 2013), mentre le imbarcazioni
presenti nel registro della flotta nazionale sono 866 (Dati Mipaaf – Luglio 2014).

La media degli imbarcati è di circa 2,9 unità a fronte di quella nazionale che
è di circa 2,2 unità.

La riduzione della flotta e degli addetti ha colpito soprattutto i settori della
pesca a strascico, considerata di maggior impatto sull’ambiente e i cui requisiti
di economicità complessiva si sono drasticamente ridotti a seguito dell’aumento
dei costi del carburante. È questo infatti il segmento della flotta da pesca che
vede la maggiore potenza installata e per conseguenza un’incidenza dei costi energetici
superiori agli altri comparti della pesca artigianale.

È ormai scientificamente provato che lo sviluppo futuro della pesca europea e mediterranea
non potrà fare più affidamento su imbarcazioni di grandi dimensioni, con potenze
motore elevate, ma dovrà svilupparsi favorendo la piccola pesca artigianale in grado
di utilizzare attrezzi da pesca meno impattanti sulla risorsa.

Nei dati complessivamente negativi del settore – ribadiamo – che l’attuale consistenza
numerica e strutturale della flotta da pesca calabrese è assolutamente in linea
con le direttive nazionali e comunitarie in materia e potrà al meglio sfruttare
le buone prospettive aperte dall’attuale miglioramento della situazione complessiva
degli stocks ittici di recente accertato dall’UE.

Nella flotta calabrese, anche in comparazione con altre marinerie, si può rilevare
come il segmento della piccola pesca costiera o pesca artigianale rappresenti nel
suo complesso circa il 75 % del totale.
Si tratta quindi di una marineria “ leggera”
con una potenza installata estremamente contenuta che ha già subito una profonda
riduzione soprattutto nel segmento della pesca a strascico più impattante, a vantaggio
delle attività più selettive quali la pesca con attrezzi fissi (tramagli e reti
da imbrocco) e con il piccolo palangaro artigianale.

La flotta calabrese è ripartita abbastanza omogeneamente su tutto il territorio
con delle concentrazioni nei porto ionici di Corigliano e Crotone e in quelli tirrenici
di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Il numero medio di imbarcati in questo segmento
di flotta è quindi costituito da 2 addetti in media, spesso dello stesso nucleo
familiare, e la condizione di un singolo pescatore per imbarcazione è molto frequente.

Il requisito di una flotta da pesca “leggera” in termini di potenza installata,
abbinato a quello di estrema differenziazione delle attività di pesca praticate
nel corso dell’anno, è quindi un punto di forza e non di debolezza della flotta
calabrese.