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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Il dilemma della semplicità Di Maria Concetta Valotta

Il dilemma della semplicità Di Maria Concetta Valotta

Luglio 2010, l’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti, nomina Giuseppe Scopellitiche dal marzo di quel fatidico anno era divenuto Presidente della Regione, quale commissario alla Sanità della Regione Calabria. Dieci anni or sono!Ad oggi la situazione medico sanitaria assistenziale è solo progressivamente peggiorata se quotidianamentei cittadiniitalo-calabresi, sono costretti a compiere lunghi viaggi della speranza perandare fuori regione, sempre se le proprie risorse economiche lo consentono e quandociò non può essere, ricorrere persinoad indebitarsi per potersi curare. La Calabria ha vistodilapidare le proprie risorse e smantellarele strutture esistenti;come in altre regioni meridionali, si è programmata senza creare nessun tipo di soluzioni sostitutive, la chiusura dei piccoli e medi ospedali, il blocco delle assunzioni, il mancato ricambio del personale sanitariopensionatosi, insomma, in poco più di 10 anni, il completo disfacimento del sistema, già non eccelso della medicina territoriale. Commissariare è stato sinonimo ditagliare, eliminare, accorpare, degradare.Ilcommissariamento, divenne una scelta riconducibileadun imperativo categorico nel qualedimostrarela suprema volontà di “ripulire” quella terra di ’ndrangheta ed il suo settore infetto. Quello che avrebbe dovuto essere un’interruzionedi abusi e corruzioneperridare vitalità elegalità,è divenutoinvece,piano emergenziale perenne e quindiineluttabilmente,consolidamentocementato di tutte le contraddizioni e deficienze che si volevano invece fermare.I commissariamenti, nellaloro stessa natura,possonoessereapplicabilisolo per brevi, brevissimi periodi nei qualisi dovrebbe riuscire adinterrompere meccanismi di cattivo potere,sedimentatinel tessuto amministrativo,al fine diconsentire poi,nel breve periodo, la ripartenza con una nuova visione politica eduno sviluppoconcreto di progetti e riorganizzazione capillaredel tessuto aziendale ed amministrativo, badando attentamente a non cascare in apparati autoritarie gestioni totalitaria miopi e spilorce,come invece, purtroppo infelicemente perpetratoda commissariamenti a lungo termine.Il rimedio è risultato, sicuramente peggiore del male:Come negare, infatti, cheil parassita del malaffare abbia smessodi lucrare dal sistema sanitario calabrese mentre il commissariamento inerte davanti a conduzioni reiterate e mai interrotte, ha condottoadanacronistici accentramenti di potere e concretamente a nessuna modifica dellasciagurata e malaccortaprassi di gestionedella cosa pubblica. Quel che era emersodall’analisi del Tavolo di monitoraggio interministeriale lo scorso ottobre aveva denunciato la gestione eufemisticamente lacunosa dell’ex commissario Cotticelli. I rimandi, in una gestione sanitaria pandemica di assolutaemergenza sono ingiustificabili, troppo è il danno che si cagiona in termini di vite umane, di sofferenze, di rovine economiche e di ricostruzione faticosissima del tessuto socio economico!
Come negare che la presidente regionale Jole Santelli, recentemente scomparsa, aveva annunciato in aprile 2020, l’attivazione di 400 posti in terapia intensiva, l’assunzione di 270 infermieri e 200 Oss: nulla di questo è avvenuto. Le pandemie non creano ex novo delle crisi, caso maienfatizzano ed acuisconole criticità esistentied i tarli mai rimossi.In una situazione fatiscente come quella della sanità calabrese, in maniera deterministica,non poteva che accadere quello che sta accadendo. Trincerarsi dietro l’alibidell’attività delle organizzazioni criminaliserve talvolta a coprire l’abnorme criticità dellagestione della sanitàche senza la sua normale funzionalitàrazionale e corretta, lasciai cittadini scontenti dello Stato, in balia di vessazioni e soprusi, figli diuna gestione dissennata dei presidi ospedalieri locali, abbandonati senza sufficiente copertura di personale e senza l’ausilio dei macchinari diagnostici indispensabili. E’ proprio in un sistema dove nulla funziona che l’organizzazione mafiosa alligna edalbergae anzi purtroppo spesso trionfa offrendoclientelismo, favoritismi, controllo edorganizzazioneparallela delle strutture e delle forniture.Non serve sottrarre alla Calabria lacapacità di gestione, ma una direzione politica cheesprimaefficienza. Serve razionalizzazione delle risorse e delle strutture:la riapertura dei piccoli ospedali locali, realizzati con ingenti spese pubblichee poi abbandonati o mai aperti, anche in tempi relativamente recenti, va considerata una prioritàimprorogabilee lo sa qualsiasi medico di base, qualsiasi medico di corsia e qualsiasi infermiere Calabrese. Ciascuno di loro sa, d’altronde,cosa occorre tutti i santi giorni in ogni reparto, in qualunque pronto soccorso, in ogni astanteria ed in tutti queiservizi che trascorrono in inenarrabili difficoltà le giornate di lavorative!Permettere una gestione regionale e dignitosa della sanità calabrese, non sarebbe un delitto peggiore dei commissariamenti succedutisiche a quanto pare non hanno scoraggiato e contenuto il malaffare e gli inquinamenti.Ma vien da chiedere, questa che sta divenendo la tredicesima fatica di Ercole, dev’essere compiuta solo affidandola ad unancora da individuare nuovosupereroe!?Utilizzare risorse strutturaliesistenti, proteggere e mantenere in locoi giovani talenti, procedere ad assunzioni basate sul meritoper incrementare gliorganici socio-sanitari, spendere programmaticamente le risorse economiche già stanziate, sembra pura utopia: ciò che è semplice, sembra insufficiente, per cui, semplicemente,non viene mai fatto!