Editoriale di Maurizio Compagnone
Il destino dell’Ucraina passa per la Cina
Editoriale di Maurizio Compagnone
Siamo alla resa dei conti tra Europa, Ucraina e Cina. La Cina si è molto risentita
per le dichiarazioni del Ministro del Esteri polacco Radosław Sikorski che ha annunciato
che Pechino spinge per la firma del trattato dell’Ucraina con l’Europa, inoltre ha
aggiunto lo stesso Ministro che la Cina è pronta ad investimenti considerevoli in
Ucraina a patto che Kiev firmi il trattato di associazione con la UE.
La Cina non è la prima volta ad aver mostrato mire sull’Europa.
Le alzate di scudi della Cina verso il Ministro degli Esteri polacco risentono dei
rapporti poco chiari tra Pechino e Bruxelles.
La Cina non è nuova a tali performance dialettiche già in dicembre 2011, si rese
disponibile ad aiutare il vecchio continente in crisi economica a condizione che
l’Europa prendesse in considerazione una delle richieste messe sul piatto dalla Cina:
1 – Alzare lo Status della Repubblica Popolare Cinese all’interno del Fondo Monetario
Internazionale.
2 – Accrescere i diritti nell’organismo del WTO.
3 – Togliere il veto imposto dall’Europa alla vendita di armi europee alla Cina.
Richieste cinesi inesaudibili che avrebbe compromesso la stessa Europa.
La Cina non fa nulla per beneficienza tutto è frutto di mero calcolo opportunistico.
Ogni suo passo è deciso all’interno del PCC, La Cina è bene ricordare non ha mai
fatto nulla per solidarietà, il paese del dragone punta al mercato europeo da anni,
antecedenti al 2011, VUOLE avere il totale controllo dell’industria europea, apriamo
gli occhi prima di aprire ai cinesi. Approfittando dello stallo dell’Europa sull’Ucraina,
Pechino continua a riversare enormi capitali nelle aree strategiche dell’Ucraina
in primis in Crimea. Il governo della Repubblica Autonoma della Crimea ha sottoscritto
un protocollo con Pechino sulla realizzazione di un progetto pilota nel settore
agro-industriale, Pechino si riserva di espandere la cooperazione anche in altri
settori in quanto è
interessata ad aprirsi a nuovi mercati e territori per la produzione. La Crimea offrirà
la propria forza lavoro nelle aziende cinesi che nasceranno in Crimea su terreni
statali dell’Ucraina. In Ucraina si sta riscrivendo una nuova geografia economica
che vede la Crimea al centro degli interessi geopolitici russi o russo-cinesi.
Se così fosse dobbiamo pensare ad una futura alleanza militare russo cinese? Tutto
lo fa presupporre, le esercitazioni militari congiunte le sinergie nella conquista
dello Spazio. Gli scenari in Ucraina indicano un paese ormai è vicino alla separazione
consensuale. La parte occidentale si avvicina a grandi falcate verso l’Europa la
parte orientale anche per pressione della Chiesa di Mosca si appresta ad un partenariato
sino-russo. La Crimea da Repubblica Autonoma diventerà a tutti gli effetti uno Stato
federato con la Russia.
Maurizio Compagnone, Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana”