REGGIO CALABRIA – E’ stato il Comandante Provinciale dei
Carabinieri Giuseppe Battaglia a tenere la lezione agli studenti del Liceo
Classico “Campanella” di Reggio Calabria nell’ambito del percorso di studio
“Intelligence e Cittadinanza attiva”, promosso dalla dirigente Mariarosaria
Rao. A introdurre l’ufficiale dell’Arma è stato il coordinatore del corso
Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della
Calabria. Caligiuri ha posto in rilievo che questa iniziativa formativa si
inquadra nell’ambito dello sviluppo della cultura della sicurezza nelle
scuole superiori, evidenziando che probabilmente rappresenta un’unicità nel
nostro Paese. Ha tenuto quindi la sua lezione Giuseppe Battaglia che è
stato responsabile dell’Ufficio Cooperazione Internazionale del Comando
Generale dell’Arma dei Carabinieri, premettendo l’importanza del capillare
controllo del territorio, che induce ad agire a livello locale ma sempre
pensando a livello globale. Ha poi illustrato il processo di intelligence,
specificando che tra questo e l’indagine c’è l’attività di analisi, che
conferisce significato agli eventi e contribuisce a formulare ipotesi. In
definitiva – ha spiegato – l’analisi non è uno studio fine a sé stesso ma
serve a supportare le decisioni e a indirizzare opportunamente le
indagini. Si è quindi soffermato sulle diverse tipologie di analisi:
strategica, operativa e tattica, ognuna delle quali ha la propria
collocazione nel tempo e nello spazio. Ha poi ribadito che l’intelligence
significa andare oltre le apparenze, componendo un mosaico con le
informazioni a disposizione per finalizzarle a scopi reali e apparenti.
Battaglia ha quindi illustrato esempi tratti da notizie stampa relative a
un attentato terroristico a Mogadiscio e alla cattura di latitanti in
Calabria e in Germania. In questo modo ha dimostrato che l’intelligence è
una specie di “fusion center” poiché occorre cogliere tutte le sfumature
per comprendere la realtà. Successivamente ha sottolineato che è centrale
il tema dell’utilizzo delle risorse, in quanto il vero obiettivo è il
successo generale dal punto di vista organizzativo, senza perdere vite
umane e senza costi esorbitanti. Infine, ha concluso ricordando che il
vero significato dell’intelligence è raggiungere il risultato ottimizzando
quanto si ha a disposizione. Il Comandante Provinciale ha poi risposto alle
numerose domande degli studenti in base alle quali ha evidenziato: che per
gli autori degli attentati terroristici spesso è più importante la
comunicazione del fatto; che ogni nazione difende i propri interessi e
quindi ha specifici segreti di Stato; che la ricerca dei latitanti ha
fattispecie diverse; che il metodo deduttivo va applicato per raggiungere
lo scopo, delimitare il contesto e orientarsi al futuro; che gli attentati
terroristici oggi sono difficili da prevedere ma in Italia c’è una cultura
di controllo del territorio molto elevata; che nelle esperienze operative
le esperienze sono fondamentali e mutano nel tempo e nello spazio; che gli
operatori di polizia di alcuni grandi Paesi hanno difficoltà a inquadrare i
fenomeni perché sono molto bravi nell’organizzazione ma non altrettanto
nell’intelligence che consente la comprensione della realtà. Alla fine, ha
sintetizzato la lezione Mario Caligiuri che ha chiesto di osservare un
minuto di silenzio per ricordare il quarantennale del rapimento del
Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.