Il capo dell’aeroporto sconfitto dai gabbiani
redazione | Il 24, Dic 2010
«Ho provato con falchi-robot, cannoni. Inutile»
Il capo dell’aeroporto sconfitto dai gabbiani
«Ho provato con falchi-robot, cannoni. Inutile»
GENOVA – Alla fine lo ammette, qualche fucilata ci starebbe bene. «Forse – dice – così risolviamo qualcosa». Il direttore generale dell’Aeroporto di Genova, Paolo Sirigu, 54 anni, in azienda dal 2000 come responsabile commerciale e marketing, conduce una battaglia senza tregua contro i gabbiani. «Una lotta quotidiana» sospira. L’ultimo scontro – letteralmente – è stato mercoledì alle otto e mezza di una serataccia piovosa: i gabbiani sono finiti contro l’aereo diretto a Catania e il velivolo, in fase di decollo, ha dovuto riatterrare per sicurezza. I passeggeri del volo 1717 (già inqueti per quel numero poco beneaugurante) sono scesi spaventatissimi chiedendo: «Ma non potete sparare a quegli uccelli? Meglio morti loro che noi». Ma no, non si può sparare ai gabbiani o meglio, si potrebbe ma non si fa. «I nostri volatili residenti», come li definisce Sirigu con un misto di burocratese e confidenza, ovvero i gabbiani reali, sono «grossi e cattivissimi». E il direttore elenca tattiche e armi della sua guerra. I cannoncini a gas in aeroporto sono nove, il rumore simile a uno sparo dovrebbe spaventare gli uccelli, ma l’effetto è sempre meno potente: «Si abituano – spiega l’uomo che combatte i gabbiani – perché sono molto intelligenti. I cannoncini sono regolati in modo elettronico e variano la distanza di tempo fra uno sparo e l’altro per disorientare gli uccelli. Ma non basta». Fra gli esperimenti tentati da Sirigu quello del falco-robot: «Il falco è un predatore – racconta – e so che in altri scali vengono utilizzati esemplari vivi. Ma il falco è pigro, quando piove non caccia, quando è buio nemmeno. Abbiamo tentato con un falco-robot il primo volo è andato benino. Il secondo è durato neanche quaranta minuti. I gabbiani lo hanno attaccato in stormo». L’Enac controlla l’andamento dei bird-strike, gli impatti fra uccelli e velivoli, in tutti gli aeroporti italiani. Nel report Bird Strike Committee Italy del 2009 si registra un totale di 423 impatti nei soli scali costieri. Genova è in alto nella classifica che considera il rapporto tra impatti e passeggeri trasportati ma c’è chi sta peggio. Quest’anno gli impatti con gabbiani a Genova sono stati 18, contro i 16 del 2009. «Ci vorrebbe una task-force per affrontare la questione e prendere decisioni che toccano zone del territorio che non dipendono dall’aeroporto» chiede il direttore. E continua nel suo elenco di dissuasori: «Usiamo i bio-sound, altoparlanti che trasmettono suoni fastidiosi per gli uccelli. Abbiamo registrato il lamento del gabbiano moribondo. Le assicuro che è veramente straziante. Per noi. I gabbiani lo sopportano». C’è anche uno strumento che emette ultrasuoni ma la portata è limitata. Alla fine non resta che mandare in pista prima di decolli e atterraggi una Panda bianca 4×4 che suona un clacson bitonale. «Mercoledì sera l’auto era regolarmente andata in pista ma era buio e pioveva» dice il direttore. L’aeroporto è in attesa dell’autorizzazione della questura per usare pistole lanciarazzi: «Fanno una bella fiammata e i gabbiani potrebbero cascarci prendendola per un colpo di fucile». L’ideale però, dice Sirigu, sarebbe abbattere davvero qualche esemplare. «Abbattere i gabbiani quando c’è pericolo per l’uomo è legittimo – dice Franco Orsi, senatore Pdl -. L’episodio di Genova è l’ultimo di una serie. È il momento di fare qualcosa».