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Domani la rassegna “Visioni sulla scena contemporanea”

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Per la residenza teatrale Orizzonti paralleli realizzata in partnership tra il comune di Cassano Ionio e la compagnia teatrale Lalineasottile diretta da Massimo Costabile. Sul Palco la Compagnia Teatro Minimo con “Sequestro all’italiana”, testo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009

Domani la rassegna “Visioni sulla scena contemporanea”

Per la residenza teatrale Orizzonti paralleli realizzata in partnership tra il comune di Cassano Ionio e la compagnia teatrale Lalineasottile diretta da Massimo Costabile. Sul Palco la Compagnia Teatro Minimo con “Sequestro all’italiana”, testo finalista al Premio Riccione per il Teatro 2009

 

 

Sequestro all’Italiana è la storia di un fallimento: volevamo lavorare sul “candore” e siamo arrivati a mettere in scena il suo opposto.

Pur partendo da un fatto realmente accaduto, non tentiamo una descrizione dell’attualità, che è troppo veloce perché uno spettacolo teatrale possa starle dietro. Il tentativo è di mettere in scena i tipi umani da cui scaturisce questa attualità, sempre diversa nei suoi esiti, ma determinata da vizi antichi.

Si può fare qualunque cosa, macchiarsi di qualunque crimine, ma basta poi convocare una televisione, per dire “chiedo scusa” in primo piano. Ve lo ricordate, no? Un uomo entra in una scuola materna e sequestra una classe di bambini perché vuole assolutamente parlare col sindaco. Non ha parlato con lui, ma ha rilasciato un’intervista.

Far qualcosa “all’italiana” significa, come ci viene quotidianamente detto, scambiare la furbizia per intelligenza? Far diventare il vizio una virtù?

Come al solito, guardiamo al particolare per tentare uno sguardo sul tutto. Partiamo dal fatto locale per descrivere un comportamento, un bisogno, una necessità, che sono riscontrabili ovunque.

La nostra è la messa in scena di un sequestro. All’italiana però. La coppia di maschi di questa storia ha deciso ed è stata indotta ad essere protagonista di un fatto di cronaca significativo: tengono in ostaggio una classe in un aula di una scuola. È una farsa. E forse è questo il problema.

ESTRATTO RASSEGNA STAMPA

Sequestro all’italiana

“… Al di là dell’aura di vaga indeterminatezza che sottilmente ne percorre la trama, il testo è interessante soprattutto per la costruzione dei dialoghi, che hanno un ritmo serratissimo, con le battute che quasi si incastrano l’una nell’altra. E colpisce per come traccia il farsesco ritratto di un’epoca attraverso i telefonini che suonano di continuo, un avvocato che tenta di lucrare sulla vicenda, il cugino di un rapitore che raccomanda il figlio, finito tra gli ostaggi. La scena spoglia – una porta gialla, una finestrella sospesa – dà volutamente un senso di vuoto. I due attori, Vittorio Continelli e Michele Sinisi, che firma anche la regia, sono bravi nell’evocare i toni dimessi di un livido spaccato quotidiano…”

Renato Palazzi, Del Teatro, 29 ottobre 2009

Un sequestro nell’ Italia schiava dei media

“… l’incontro – scontro viene giostrato con molta abilità dal raziocinio di Michele Sinisi e dalla partecipazione emozionale di Vittorio Continelli… “

Franco Quadri, La Repubblica, Milano , 30 ottobre 2009

Un “sequestro” sincopato

“… Un testo sincopato, recitato con serrata sensibilità da due attori capaci di divertire e sospendere, una piéce amara che sembra scorrere leggera ….Tutto è incalzante: tutto è finzione, porsi con disarmata violenza sotto i riflettori in un momento di pausa, di vuoto, come si rivela dopo un’ora concentrata, sorprendente.”

Massimo Marino, Corriere della Sera, Bologna, 15 novembre 2009

Banditi di risulta

“Può sembrare il racconto di un episodio degno della cronaca di una tv di provincia il Sequestro all’italiana ma come in tutti gli spettacoli che nascono sotto l’ insegna del Teatro Minimo, dietro la traccia apparentemente semplice si nascondono infinite acutissime indicazioni…”

Antonio Audino, Il Sole 24 ore, 6 dicembre 2009

Una classe sequestrata tra Allen e Brooks

“… Idea sinistra, farsa mozzafiato, e Ionesco va a braccetto con Allen e Brooks. Ma è fulmineamente nostra la tiritera di battute sociali e poi personali dei due bravi “carcerieri” di Teatro Minimo, Vittorio Continelli e il regista Michele Sinisi.”

Rodolfo di Giammarco, la Repubblica, Roma, 15 dicembre 2009

Quei sequestratori del nulla raccontano l’Italia

“… per fare teatro, quello vero e vivo, godibile e intelligente, bastano anzi necessitano solo due cose: buoni testi e buoni attori. Idee. E il testo di Michele Santeramo, finalista all’ ultimo premio Riccione, è buono, anzi ottimo. Così come bravi, anzi molto bravi sono i due attori della compagnia […] a percorrere quel filo teso fra reale e surreale, fra realtà e finzione, in un ritmo serratissimo di dialoghi, che offrono uno spaccato di un quotidiano che vuole uscire da se stesso. Consigliato.”

Luca Vido, Il Giorno, Milano , 3 novembre 2009

I rapitori della porta accanto

“… Sequestro all’italiana possiamo considerare una nuova fase del gruppo all’insegna di un raggiunto equilibrio non solo delle proprie aspirazioni ma anche dell’intensità e della compiutezza degli elementi spettacolari messi in scena. La rappresentazione rivela una saldissima tenuta testuale a cui fa da contrappunto la maturità d’attore che Sinisi dispiega a tutto campo […] La scrittura scintillante, la verve degli interpreti, l’ironia che serpeggia dovunque fanno una proposta di grande qualità.”

Nicola Viesti, Hystrio, n. 4 – 2009

Ambigue realtà all’italiana

L’alterazione dei piani di realtà che chiude lo spettacolo – meccanismo classico di molta drammaturgia del novecento – serve proprio a questo: non a rendere più complessa la storia, ma a svelarci come essa prende forma anche e soprattutto grazie alle connessioni e ai salti logici operati da chi guarda.

Si tratta di uno dei testi migliori dell’ultimo periodo, un congegno acuto che la recitazione serrata e straordinaria di Sinisi e Continelli sanno azionare alla perfezione. Da non perdere.

Graziano Graziani, Carta, 11 dicembre 2009

Un sequestro tutto italiano per Teatro Minimo

Gli attori recitano senza rilassarsi un attimo, perfettamente in attenzione dall’inizio alla fine della pièce, dando l’impressione di essere fusi perfettamente alla storia, coinvolti negli accadimenti, partecipi fino in fondo delle insicurezze e paure dei propri personaggi, quasi fossero per primi in ostaggio di ciò che sta loro accadendo attorno. Un finale a sorpresa getta lo spettatore nel silenzio più assoluto, lasciando spazio alla riflessione. Nel mondo di oggi, quanto siamo disposti a sacrificare, di quello che abbiamo, per qualche attimo di celebrità? Cosa accadrebbe se la nostra vita dipendesse dall’umore di qualcuno? La vita, come il teatro messo in scena da Santeramo e Sinisi, ci spinge ad andare sempre oltre.

Francesco Balestri, krapp’s Last Post, 27 novembre 2009

Speranze (o sogni, o distrazioni) sotto sequestro

“… Uno spettacolo intelligente e divertente, costruito con grande semplicità e perizia. Un testo che travolge nel continuo, ininterrotto scambio di battute, sguardi, movimenti. Uno spettacolo che con ironia, e non di rado divertendo, tratta temi imponenti. Semplice. Assolutamente da vedere.”

Elena Dalmasso, Teatro.org , 29 ottobre 2009

Storia di un sequestro nostrano

“.. Il testo di Michele Santeramo (finalista al Premio Riccione ’09) gioca molto sul ritmo e l’attenzione dello spettatore è effettivamente sempre vigile. I due attori danno prova di buone capacità: in particolare Sinisi, attore duttile e spontaneo, sa giocare con il suo personaggio affidandogli tante diverse sfaccettature. L’ambiguità è la cifra stilistica che guida lo spettacolo e si farà sempre più insistente sino al finale. Sequestro all’italiana punta sull’essenzialità e sulle assodate qualità artistiche di un team, quello di Teatro Minimo, che negli ultimi anni si è dimostrato valido e vitale. “

Sara Trecate, Teatri Milano, 28 ottobre 2009

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