I sindacati cercano un accordo con Ferrovie della Calabria I rappresentanti di Ugl-Fna hanno incontrato i vertici dell'Azienda di trasporti senza raggiungere un accordo. Ora si aspetta intervento degli Enti
In occasione della riunione per i turni estivi del personale viaggiante, la Ugl-Autoferrotramvieri si era detta disponibile a sottoscrivere i turni proposti dall’Azienda a condizione che gli stessi fossero compatibili con il parco macchine oggi utilmente disponibile e, quindi, con formale assicurazione che il turno proposto non sarebbe stato variato con prestazioni aggiuntive, salvo in caso di sopravvenute avarie e per la sola urgenza, altrimenti operando con personale aggiuntivo; che si provvedesse finalmente a fissare la data di inizio delle ormai famigerate “17 settimane” per calcolare la media lavorativa del personale viaggiante, norma fissata ormai oltre 10 anni orsono dal CCNL; infine avere assicurazioni rispetto al godimento da parte del personale del sacrosanto periodo di ferie.
Ebbene è accaduto che nessuno si è preoccupato di fissare alcunchè rispetto a quanto normato dal CCNL; che il turno di servizio è stato gravato di ulteriori corse sin dal primo giorno ed a tutt’oggi (anzi già è stato analogamente programmato per l’intera settimana corrente) a causa delle reiterate avarie di un parco macchine ormai oltre il vetusto; che la dirigenza sia scomparsa, abbiamo il forte sospetto che lo sia per non rispondere alle richieste provenienti dai lavoratori riguardo alle gravi carenze organiche che si registrano nei settori e nelle sedi operative e che impediscono la normale fruizione dei congedi e delle ferie.
«Lo avevamo denunciato solo due mesi fa – sottolineano dal sindacato – ed oggi se ne vedono i risultati: le Automotrici, allorchè vecchie ed usurate come lo sono quelle di Ferrovie della Calabria, non sono in grado più di essere utilizzate, ed il prossimo provvedimento non potrà essere che quello di ridurre i servizi, provvedimento certamente penalizzante per una Comunità già di per sé colpita da tante situazioni di disagio, naturale o provocato che siano».
La situazione risulterà certamente aggravata, non ci vuole certamente un mago a prevederlo, dall’ulteriore esodo incentivato che ha estromesso dall’azienda alcune decine di Lavoratori, in maggioranza con alte professionalità operative, che amplieranno ulteriormente i vuoti riguardanti il personale “di esercizio” già prima citati.
E il tutto è diretta conseguenza della mancata, o meglio parziale, applicazione dell’Accordo del 17 ottobre 2011, che stabiliva una sostanziale e sostanziosa riduzione delle paghe del personale a fronte del risanamento della grave situazione economica in cui era stata fatta precipitare l’Azienda, nella precondizione che quello sarebbe stato l’azzeramento della situazione e punto di ripartenza, il tutto validato dal referendum tra i dipendenti passato con oltre il 90% dei consensi. Anche in tale occasione la dirigenza aziendale ha trovato il modo di raggirare i Lavoratori non applicando gli accordi nella parte in cui prevedevano il riordino e la riorganizzazione, tese al rilancio, dell’Azienda, così che oggi ci si ritrova in condizioni di pre-crisi, che ci riportano indietro di anni, nonostante gli aiuti economici concessi dallo Stato e dalla Regione.
«Per l’ultima volta – concludono da UGL-FNA – lanciamo questo grido di allarme, nella speranza che chi di competenza – Regione, Corte dei Conti, Magistratura del Lavoro, Polizia Giudiziaria e quant’altri – voglia occuparsi di quanto accade in questa azienda che è ancora, e nonostante tutto, importante agenzia rispetto ai servizi erogati alla Comunità nonché azienda che occupa direttamente un migliaio di famiglie e con un indotto altrettanto importante, soprattutto in una regione che ha fame di lavoro e gravi carenze infrastrutturali come la nostra».