I probiotici non fanno nulla. Dalla Gran Bretagna un duro colpo alle multinazionali alimentari
Set 13, 2014 - Giovanni D'agata
Queste non ci stanno e rilanciano. Lo “Sportello dei Diritti” invoca test ufficiali alle istituzioni sanitarie
I probiotici non fanno nulla. Dalla Gran Bretagna un duro colpo alle multinazionali alimentari
Queste non ci stanno e rilanciano. Lo “Sportello dei Diritti” invoca test ufficiali alle istituzioni sanitarie
I cittadini europei sprecherebbero milioni di euro l’anno per l’acquisto di bevande
e integratori probiotici che non avrebbero nessun beneficio per la salute, secondo
quanto dichiarato da alcuni scienziati britannici giovedì 11 settembre scorso.Tre
su cinque famiglie acquistano regolarmente i popolarissimi prodotti, ma i ricercatori
avrebbero scoperto che solo uno avrebbe passato tutti i test per la salute.I ricercatori
dell’University College di Londra hanno cercato di verificare se i prodotti probiotici
contenessero molti batteri vivi come sostenuto nell’etichetta, che sarebbero buoni
per l’organismo.Hanno testato anche se i batteri sopravvissero quando passavano attraverso
lo stomaco e se poi proliferassero nell’intestino.Quattro – Align, Biobalance,
Bio-Kult and Probio 7 – non hanno superato nessuna delle prove.La bevanda yogurt
Yakult conteneva abbastanza batteri all’inizio, ma avrebbe fallito nelle successive
due fasi, mentre il suo rivale Actimel non avrebbe superato il test anche sul numero
di batteri che sopravvivono nello stomaco.Solo il poco conosciuto Symprove, che vende
solo 12.000 bottiglie al mese in Gran Bretagna, avrebbe superato tutte e tre le sfide.Gli
studi hanno suggerito che i probiotici potrebbero aiutare contro la sindrome dell’intestino
irritabile – che si pensa interessi fino a una su cinque persone – così come
tosse e raffreddore nei bambini e anche la pressione alta.Ma l’autore dello studio,
il dottor Simon Gaisford, della scuola di farmacia dell’UCL, ha detto: “guardando
i dati, io certamente non comprerei un prodotto dove nulla sembra essere come dovrebbe”.Il
dottor Gaisford ha detto che è la prima ricerca che non ha ricevuto finanziamenti
da aziende private, egli non ha consumato i probiotici, ma ora stava prendendo Symprove.Lo
studio integrale sarà pubblicato fra poco in una rivista specializzata.Un portavoce
di Bio-Kult ha detto: “Mentre non siamo in grado di commentare in dettaglio fino
a quando vediamo un report pubblicato, ogni lotto di prodotto Bio-Kult è testato
presso un laboratorio indipendente, accreditato a garantire che quanto indicato nell’etichetta
sarà raggiunti alla fine della shelf life (ndr letteralmente “vita del prodotto
sullo scaffale” di due anni”.Yakult ha detto: “oltre 100 studi sull’uomo con il ceppo
di Yakult o il prodotto sono stati pubblicati in riviste scientifiche peer-reviewed.
“Queste includono studi indipendenti che dimostrano sopravvivenza del ceppo unico
di Yakult attraverso l’intestino umano ad alto livello”.Alla luce dei risultati del
test e delle affermazioni delle aziende alimentari interessate, per Giovanni D’Agata
presidente dello “Sportello dei Diritti” è opportuno che le istituzioni
sanitarie e le agenzie alimentari nazionali ed europee affrontino test specifici
realmente indipendenti, affinché i consumatori europei possano sapere qual è la
verità e se è opportuno o meno continuare ad acquistare o meno questo tipo di prodotti.