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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 09 OTTOBRE 2024

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I Poli di innovazione tecnologica in Calabria: risorse consistenti per lo sviluppo se correttamente gestite

I Poli di innovazione tecnologica in Calabria: risorse consistenti per lo sviluppo se correttamente gestite

| Il 23, Gen 2012

di Marisa Cagliostro

I Poli di innovazione tecnologica in Calabria: risorse consistenti per lo sviluppo se correttamente gestite

di Marisa Cagliostro 

 

 

 

Trasporti, Logistica e Trasformazione, Tecnologie della Salute, Beni Culturali, Tecnologie dell’Informazione e delle Telecomunicazioni, Filiere Agroalimentari di Qualità, Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e Tecnologie per la Gestione Sostenibile delle Risorse Ambientali, Tecnologie dei Materiali e della Produzione, Risorse Acquatiche e Filiere Alimentari della Pesca,sono i settori importantissimi nella nostra Regione,per i quali è stato attribuito ai soggetti che hanno partecipato a bandi europei,un consistente primo pacchetto di milioni di euro finalizzati alla ricerca industriale e al trasferimento tecnologico della stessa nei confronti delle imprese calabresi o presenti nella regione.

La manifestazione recentemente organizzata a Lamezia,(il 17 gennaio scorso presso la Fondazione Terina) per presentare i Progetti dei Poli di innovazione ha visto la partecipazione dell’Assessore alla Cultura Mario Caligiuri e del suo Direttore Generale Massimiliano Ferrara nonché di nuove figure quali la Società Calabria Innova di recente costituzione, il cui ruolo in questo specifico contesto sarebbe bene chiarire anche per conoscere le professionalità che ospita al suo interno, in aggiunta alle istituzioni scientifiche ampiamente presenti, e che siano ritenute utili nei più svariati settori cui si vanno a costituire i Poli di Innovazione.

Si è parlato da parte dell’Assessore Caligiuri di nuovi posti di lavoro per giovani calabresi e delle ingenti somme attribuite a queste realizzazioni ma non si è forse chiarito quale sarà la nuova modalità di gestione di questi finanziamenti e quale organismo tecnico opererà un controllo, non puramente contabile e normativo, ma di contenuti e realizzazioni finalizzate a conseguire risultati ormai inderogabili per lo sviluppo del nostro territorio. E quindi per offrire posti di lavoro non temporanei e prodotti artigianali o industriali che possano realmente accedere al mercato almeno nazionale.

Sino ad oggi questo non è avvenuto.

Certamente l’esperienza sin qui acquisita suggerirebbe la necessità di creare una rete informativa e organizzativa comune a tutti i progetti per la parte attinente le modalità di spesa e rendicontazione ma ancora più importante, una struttura di controllo di progetto e dei progetti per la individuazione degli spazi fisici (di aziende, di enti locali),dei siti, nei quali si svolgeranno le attività di ricerca,dove convergeranno le attrezzature acquistate e specifiche per i vari settori pertinenti il programma di attività che si intende realizzare.

Quei luoghi-laboratori,centri,officine-dove ci si possa recare se interessati (scuole,altre aziende,stagisti ecc.) e seguire i processi attraverso i quali la spesa si concretizza in un prodotto innovativo e addirittura, quando possibile, si realizzano i prototipi. Un monitoraggio professionale e realmente operativo sul campo che sino ad oggi ha riguardato solo la burocrazia delle spese e non la qualità e la specificità delle realizzazioni oltre che la loro pertinenza con lo sviluppo dell’economia regionale.

Non penso ai Laboratori universitari e ai Centri di ricerca pubblici che hanno nel loro dna come si fa innovazione ed hanno già dato il loro contributo nel corso di precedenti progetti ma al collegamento tra queste istituzioni e le imprese che avrebbero bisogno di semplificazione, rapidità di accesso alle informazioni e di scambio di dati, esperienza nel trasferimento della ricerca e nella rimodulazione di eventuali fasi in corso d’opera.

Sarebbe auspicabile che, alla presentazione generale di Lamezia dei Poli di innovazione seguisse una effettiva e costante attività di coordinamento come sopra esplicitato, chiarendo i reciproci ruoli tra soggetto attuatore,ente regione,aziende e altri soggetti che si spera non siano di pura presenza politico-assistenziale, come potrebbe apparire ad un primo approccio.

L’interesse pubblico è cosa molto chiara e definita e la Calabria come il resto del Paese non può più permettersi disattenzione nella gestione dei preziosi fondi europei, dando il giusto ruolo al merito delle piccole e medie imprese coinvolte, e verificate nella loro effettiva competenza e coerenza con il progetto, e al merito dei tanti giovani calabresi, ai docenti e ricercatori dei nostri Atenei.

*Prof .Marisa Cagliostro

Presidente Comitato Scientifico

Distretto Beni Culturali