I giovani dell’associazione “Attendiamoci Onlus” hanno incontrato l’imprenditore Pippo Callipo
Feb 07, 2014 - redazione
Nell’ambito del percorso formativo da loro organizzato dal titolo “Work in, work out: l’impresa della speranza”
di FILIPPO MAMMI’
I giovani dell’associazione “Attendiamoci Onlus” hanno incontrato l’imprenditore Pippo Callipo
Nell’ambito del percorso formativo da loro organizzato dal titolo “Work in, work out: l’impresa della speranza”
di Filippo Mammì
REGGIO CALABRIA – Un nuovo incontro per i giovani dell’associazione Attendiamoci O.n.l.u.s., nell’ambito del percorso formativo da loro organizzato dal titolo “Work in, work out: l’impresa della speranza”. Ieri sera, i giovani over 18 accorsi numerosi all’evento hanno infatti potuto interagire con un grande protagonista dell’imprenditoria calabrese e non: Filippo “Pippo” Callipo, proprietario della Callipo Group nonché presidente della squadra di pallavolo “Volley Tonno Callipo”.
“La mia presenza qui oggi è motivata dalla volontà di raccontare la storia della mia azienda ai giovani – ha affermato Callipo ai giornalisti presenti – trasmettendo il concetto che in Calabria si può fare impresa, nonostante la criminalità e la politica sonnacchiosa. Bisogna, per prima cosa, mantenere fede ai valori trasmessici dai genitori, quei valori di civiltà che ci permettono di vivere bene”.
Un concetto, quello di Callipo, che insieme al suo motto “Io resto in Calabria”, si sposa bene con gli ambiti tematici del percorso di Attendiamoci e della parrocchia della Cattolica dei Greci (che ha messo a disposizione i suoi locali parrocchiali per gli incontri): Cittadinanza, Responsabilità, Impresa e Speranza. Quattro semplici, ma corpose parole per distruggere quel luogo comune duro a morire del “non fare nulla e andarsene fuori” che troppo spesso infesta la nostra regione.
Nel corso dell’incontro, presente anche il parroco della Cattolica don Valerio Chiovaro, Callipo ha quindi reso la testimonianza del suo lungo operato per spiegare come un’azienda calabrese possa funzionare nel suo contesto.
Una tradizione familiare antica, iniziata proprio cento anni fa (1913), quando il trattamento del tonno era praticato con metodi ancora artigianali: “La gavetta è un ottimo modo per cominciare – ha spiegato Callipo – non è affatto umiliante come si crede adesso, perché la formazione di un lavoro imprenditoriale deve partire necessariamente dal basso”. Secondo l’imprenditore, anche quando la realtà aziendale ha raggiunto grosse dimensioni, non bisogna assolutamente dimenticare l’importanza delle persone rispetto alle macchine, se davvero si desidera che l’azienda vada avanti: “Il rispetto del capitale umano è fondamentale nell’imprenditoria, e questo è un concetto che ho imposto anche ai miei collaboratori. Nelle mie aziende – ha proseguito – la manualità persiste ancora: ogni barattolo, ogni vasetto viene meticolosamente confezionato a mano ed è questo il valore aggiunto; facendo così, l’operaio sa di essere una parte integrante dell’intero sistema e non un mero strumento. Se non c’è il rapporto umano, il lavoro imprenditoriale è riuscito solo a metà”.
Perché si può fare impresa in Calabria? E’ stato la domanda più importante di tutto l’incontro. Secondo Callipo, il primo punto per operare in impresa è il rispetto per l’ambiente, i fornitori e i clienti: “Gli esempi sono il secondo punto, a parole tutto il concetto rischia di dissolversi, ma con l’esempio e l’esperienza questo non avviene. Io ho imparato molto da mio padre e mio nonno”. Il punto più caldo, ovviamente, è la legalità: “Operare in legalità si può e si deve, senza perdersi in inutili comizi. Ma qui da noi c’è un aspetto forse peggiore: il risvolto politico dietro ogni concessione o favore. E’ questa mentalità che si deve cambiare, non può esserci un referente per tutto!”. Tanto più, ha aggiunto Callipo, che la politica si eclissa se la criminalità viene a bussare alla tua porta.
Ma anche le ricchezze naturali calabresi sarebbero buone per un giusto sfruttamento razionale, ma questo non viene abbastanza pubblicizzato: “Mi sembra che spesso non si voglia mettere i giovani al corrente di nulla” ha amaramente commentato. Infine, Callipo ha incoraggiato i ragazzi a provare ad andare avanti senza scendere a compromessi: “Dobbiamo affidarci a quei valori che possono trasformarsi in virtù – ha concluso – come l’onestà: prima di praticarla, bisogna crederci”.