La leggenda del grande puttaniere
redazione | Il 22, Gen 2011
Agnelli diceva: Il successo ha mille padri; la tragedia è orfanaI Fedelissimi di Silvio prendono le distanze
DI LUIGI MAMONE
La leggenda del grande puttaniere
Agnelli diceva: Il successo ha mille padri; la tragedia è orfanaI Fedelissimi di Silvio prendono le distanze
DI LUIGI MAMONE
ROMA – Di scandalo in scandalo. Di Gossip in Gossip. Non cè pace in Italia. La politica – figlia tutta del mai troppo deprecato e da abolire sistema elettorale Calderoli , sta raschiando il fondo del barile.
La vicenda di Berlusconi e delle sue donne, delle notti brave ad Arcore, del residence dagli appartamenti concessi in comodato alle giovani , entrate o in procinto di entrare in questa strana corte dei miracoli di un uomo solo, apparentemente al comando di un paese – ma sempre più solo: Con se stesso ; con i suoi disegni di potere; con la solitudine di chi vuole a tutti i costi apparire il primo, il più bravo , il bello e , haime il più macho.
Il dato anagrafico, mascherato da tinture e lifting , per molti anni , per troppi anni è stato interpretato come la scelta di abili curatori della immagine del premier per farlo apparire meno anziano di quanto in realtà sia.
Le feste – non sappiamo se a luci rosse per come ipotizzato dai giudici milanesi danno invece la visione dinsieme di uno spaccato molto più terreno e molto più amaro di un uomo solo, con la sua ricchezza materiale e con le sue miseri morali e , forse con il miraggio delleterna giovinezza. Una sorta di bacchettonismo ante marcia unito alla necessità di circondarsi di giovani donne. Una ricerca della bellezza che forse sottendeva la ricerca di una armonia interiore irrimediabilmente perduta con la progressiva consapevolezza che con i soldi e con il miraggio del facile successo mediatico e televisivo tutto si poteva ottenere.
Intorno a questo quadro di desolante senescenza morale mascherata da spirito goliardico e forse – da sussidi medici farmaceutici per compensare le limitazioni derivanti da una età non più verde , la solitudine del premier circondato da gente apparentemente amica ma pronta a chiedere soldi in prestito e a farsi la cresta per la mediazione sfruttando ragazze e donne di pochi scrupoli , dobbiamo domandarci come è possibile che luomo Berlusconi possa ancora guidare con serenità e credibilità la nazione. Appare ormai chiaro che il prezzo di determinati favori possa essere stato o possa essere una carica elettiva: deputato? Consigliere regionale ? Ministro ? Sottosegretario? Oppure possa essere un contratto per prestazione artistica o giornalistica o paragiornalistica
Pubblico e privato si mischiano e si confondono . Il tourbillon è pauroso e la vita privata del premier finisce per avere effetti devastanti sulle presenze istituzionali e di governo. Sugli equilibri del paese. Sulle riforme, sul benessere della nazione.
Sono troppe le commistioni per sentirsi ancora disposti ad accettare questo stato di cose.
E troppo intrisa di sporcizia morale tutta la vicenda delle feste di Arcore . Come si può aver fiducia gente che vede la donna solo come oggetto da utilizzare a pagamento, da palpeggiare, da invitare per creare intorno a se un specie di corte prezzolata con esercizio di diritto di rapporto sessuale o forse solo di approccio sessuale o di atto di libidine ?
Arcore come una sorta di carniere, un puttanaio fatto di giovani donne alla ricerca della sopravvivenza in un mondo di lupi. Un mondo dove il ricco , sempre più ricco, crede di essere onnipotente e omniscente e dispensa favori al proprio io frustrato pagando non tanto per avere amore o per dare amore ma per esaltare ancora di più il suo senso si onnipotenza e , in limine, il suo narcisismo .
Ma la colpa è solo del premier e dei suoi compagni di bagordi : il procacciatore di quaglie e laraldo infedele? . No, purtroppo. La colpa è di tutta la attuale società italiana. Berlusconi non è un dittarorello riemerso dalle tenebre del passato, ne è la reincarnazione di Dannunzio Ne giammai, le alcove di Arcore assurgeranno ai fasti tenebrosi del Vittoriale. Sa più di Cummenda lumbard, . Ma la colpa grande degli italiani , e di Antonio di Pietro che in quegli anni ne fu un araldo, è stata quella di aver demolito senza attenzione tutto quanto la prima repubblica presentava di buono e di salvabile al di la della dilagante corruzione di sistema e di partito, portando gli italiani a vedere in Berlusconi , il capo , il leader, il conducator e il salvatore della Patria tricolore. Un compito troppo arduo per un self made man circondato da troppi peccati originali che nessun battesimo politico ha mondato.
Ora, alcuni suoi fedelissimi stanno già fiutando il vento e cercando di capire come fare a prendere le distanze ( su una nota emittente radio un altrettanto noto giornalista , fedelissimo del premier fino a pochi giorni prima , e suo scriba , ha cambiato, insieme al conduttore con cui cura la trasmissione – radicalmente modo di porsi rispetto alle adulazioni di cui prima si rendeva protagonista)
Aveva ragione Giovanni Agnelli: Il successo ha mille padri. Tragedia è orfana.
E Berlusconi è sempre più solo. Mollato anche dalla lega Nord e dai suoi altri scherani
Finirà così la leggenda del grande puttaniere. Dante alla fine lo collocherà nel girone dei lussuriosi, con Fede e Mora. I perbenisti tireranno un respiro di sollievo mentre lItalia continuerà ad affondare sempre più nelle sabbie mobili di questa senescenza morale , ancor più evidenziata dal silenzio che anche la sinistra fa cadere sulla necessità di pensare al dopo Berlusconi solo attraverso la riforma del sistema elettorale .