di Giuseppe Campisi
Melicucco – Sulla fine che l’Hospice dovrà fare pretende chiarimenti il sindaco Salvatore Valerioti che attraverso una missiva del legale di fiducia Luca Maio ha cercato nuovamente di smuovere e sollecitare i vertici dell’Asp provinciale affinché proprio da lì giungano risposte sul destino della struttura. Un immobile oggetto di convenzione tra i due enti nel 2005 per una somma simbolica (1500 euro annui, nda) e che dopo la riconversione originaria da ostello della gioventù a struttura destinata ad accogliere pazienti con patologie neoplastiche terminali per un importo di circa mezzo milione di euro, ha attratto altro tipo di attenzioni, quelle dei vandali che quei locali li hanno presi di mira. Una struttura nuova e funzionale che, per incuria e mancato utilizzo, è divenuta bersaglio simbolo della decadenza e dell’abbandono in un territorio affamato di sanità e strutture di accoglienza. I cocci però sono della collettività ha fatto intendere chiaramente il primo cittadino che non è certo rimasto impassibile di fronte al lento deturpamento del prezioso bene pubblico insistente sul comune amministrato chiedendone conto proprio all’Asp. Frutto di questa attuale condizione, registrata previo recente sopralluogo dei funzionari comunali, sarebbe infatti mancato utilizzo da parte dell’Azienda sanitaria provinciale che, dopo averci investito un bel po’ di denari pubblici, ha parcheggiato la struttura in attesa di tempi migliori per una sanità regionale e provinciale dalla consecutio temporum che, a queste latitudini, dichiarare infelice è un eufemismo. “Vani sono risultati i tentativi di intavolare un confronto con i vertici aziendali sulle determinazioni concernenti il comparto sanitario e l’erogazione dei servizi ai cittadini” scrive il legale per conto del Comune che ha pure chiesto prontamente di conoscere “quali siano le effettive determinazioni” dell’azienda sullo stesso immobile richiamandosi al DCA n. 132 dello scorso 19 gennaio “con la quale – riferisce Maio – l’Hospice di Melicucco non rientra più tra le strutture destinate ad ospitare posti letto” per la somministrazione delle cure palliative rivolte ai malati terminali. Al danno, quindi, si prospetterebbe la beffa. Niente ostello, niente Hospice e struttura vandalizzata. Valerioti si è detto pronto “a rivedere la convenzione a suo tempo conclusa con l’Asp di Palmi” per cercare di “giungere ad una bonaria composizione della vicenda amministrativa” ma anche per tentare di riattivare l’utilizzo del bene. “E’ impensabile – prosegue la missiva – che di fronte ad una spesa di € 500.000,00 di soldi pubblici per la ristrutturazione dello stesso, il management aziendale non ha ritenuto di offrire alcuna soluzione alternativa a quella precedentemente individuata”. Insomma, una vicenda paradossale. “Si tratta di una struttura progettata, realizzata, ristrutturata e mai utilizzata. Si tratta di soldi buttati? Noi lo abbiamo consegnato nuovo e funzionale e, a questo punto, nelle stesse condizioni ce lo dovranno restituire” racconta il sindaco perplesso per una vicenda che si trascina da oltre 12 anni e che ad oggi non ha trovato soluzione se non nel braccio di ferro epistolare intrapreso con l’Asp. “E’ l’azienda che si deve determinare, non noi. A noi sta bene se lo vogliono attivare come Hospice come da contratto. Ma ci va bene anche un nostro riutilizzo, previa restituzione ufficiale, nelle medesime condizioni di originaria consegna” ha chiarito un battagliero Valerioti paventando anche diverse opzioni sul suo reimpiego: ostello, centro culturale ma anche, perché no, casa di riposo o di cura richiesta da privati pronti a fare la loro parte investendo. Anche perché per ripristinare lo stato dei luoghi, secondo prime stime approssimative e valutazioni spannometriche, potrebbero servire non meno di altri 200/300 mila euro e resta da capire chi questi soldi li debba tirar fuori. Perché se a farlo dovesse essere un ente pubblico sarebbe come se la collettività quel bene lo avesse pagato due volte e per giunta per non averlo mai utilizzato.