La foto shock del neonato che viene lavato poco fuori di una tenda già piena di
gente, e nel fango, sta facendo il giro del mondo. L’immagine inquietante è simbolo
di una condizione umana deteriorata, spinta fino all’orlo dell’inumanità, ma
in verità la storia della nascita è ancora più drammatica….e ha costretto il
ministro greco per i rifugiati a ordinare lo spostamento dei profughi dallo squallido
campo sulla frontiera macedone entro una settimana. In questa foto c’è tutta la
crisi della civiltà europea, l’emblema della sua sconfitta, un’Europa che non
sa neppure rispondere al diritto di una madre, da qualunque parte del mondo arrivi,
di partorire in condizione di sicurezza, e al diritto di un bambino di venire al
mondo in ospedale, di essere accudito e curato da medici, lavato con acqua calda
e vestito. La crisi dei migranti naturalmente è lungi dall’essere risolta, evidenzia
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, per effetto
dell’egoismo nazionale di molti stati europei, che non vogliono ospitare i rifugiati
siriani, afghani e iracheni, e che chiudono le frontiere. E’ l’Europa intera a
doversi assumersi una responsabilità collettiva e definitiva per garantire a questi
migranti un futuro dignitoso.