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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Gli ultimi momenti di vita di Salvatore Comandè e il miracolo che ha salvato Morena Approdonews chiede alla triade commissariale di Taurianova di farsi carico delle spese per il funerale dello sfortunato carrozziere

Gli ultimi momenti di vita di Salvatore Comandè e il miracolo che ha salvato Morena Approdonews chiede alla triade commissariale di Taurianova di farsi carico delle spese per il funerale dello sfortunato carrozziere
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di Luigi Longo

Il sereno dopo la tempesta. Un bel sole fa capolino stamattina sulla cittadina di Taurianova, che sabato ha vissuto uno dei momenti più brutti della sua storia. Una tragedia immane che ha segnato per sempre la vita dei cittadini, quegli stessi che conoscevano ed amavano Salvatore Comandè, giovane padre eroe, che ha sacrificato la sua vita per salvare quella della figlia 17enne. Salvatore quel tragico sabato, il giorno della tempesta che ha spazzato via gran parte della provincia reggina, era in macchina, nella sua Panda blu, insieme alla figlia Morena. La stava accompagnando a casa di un’amica, quando il torrente Cipri, (la cui pericolosità era stata segnalata, da 80 cittadini, nel 1997 e nel 2000), ingrossatosi per via dell’abbondante pioggia caduta copiosa in quelle ore, non l’ha trascinato via.

Erano circa le 17.30, quando il carrozziere e la figlia, a bordo della loro macchina, stavano percorrendo una stradina che collega la seconda Circonvallazione ad un quartiere sorto a metà degli anni ’80, quando sono stati travolti dalla furia delle acque. La zona è attraversata dal torrente San Nicola, nel quale si immette il Cipri, che porta l’acqua dei territori di Cittanova, ingrossandosi a dismisura in inverno. Negli anni, a pochi centimetri dall’alveo, sono state costruite case su case, molte abusive, trasformando così una zona fluviale in quartiere residenziale e il greto del fiume, in una strada larga poco più di due metri. Nei tratti dove il fiume non poteva essere superato, sono stati costruiti ponti, al cui interno si trovano tubi del diametro di poco più di un metro, incapaci di sostenere la grande quantità d’acqua incanalata.

Salvatore e Morena stavano attraversando proprio una di quelle stradine che attraversano il torrente, quando sono stati investiti da quella bomba d’acqua che ha scaraventato la Panda in un canalone, costruito negli anni ’90, per superare un dislivello. Largo poco più di un metro, il canalone, non ha permesso a Comandè di aprire gli sportelli, ma il papà eroe, in quegli attimi di terrore, non si è dato per vinto e ha rotto con i piedi il parabrezza per far uscire la figlia dall’abitacolo della macchina. “Vai e salvati, non preoccuparti per me”, sono state le sue ultime parole.

Morena, uscita dall’auto è stata travolta dal fiume in piena, e trascinata per decine di metri tra il fango e i detriti, fino a che, non è stata intravista dagli abitanti della zona, e tratta in salvo. Una mano, quella di Diana, l’ha tirata fuori dall’acqua, mettendola in salvo. “Aggrappati al muro, non farti trascinare via – gridava la signora Stellina, affacciatasi dal suo terrazzo, dopo aver udito le urla dell’uomo che in quel turbine di acqua e fango, ha intravisto i calzini bianchi della ragazza, che facevano capolino. Appena messa in salvo, piena di lividi, con le gambe rotte e senza fiato, Morena ha rivolto il suo primo pensiero al padre: “C’è anche il mio papà, salvatelo”.

Ma purtroppo per il suo papà, nessuno ha potuto fare niente. Salvatore infatti, dopo aver salvato la figlia, è stato trascinato dal fiume per oltre due chilometri. Solo il giorno dopo è stato ritrovato, in località Santa Lucia, sul finire della II Circonvallazione, ormai privo di vita.

“Ogni inverno – racconta la gente del posto – viviamo questa paura”, ma quest’anno lo scotto da pagare è stato senza dubbio il peggiore. Già negli anni 94-96, secondo quanto hanno raccontato i cittadini che vivono in quella zona, l’allora sindaco Emilio Argiroffi, aveva cercato di porre rimedio a quello scempio, stanziando un finanziamento iniziale di 880 milioni di vecchie lire, che dovevano essere aumentate con altri impegni di spesa, che sarebbero dovuti arrivare dalla Regione. Lo scopo era quello di deviare il torrente, da contrada Lanzari, nel fiume Razzà. Negli anni successivi, un gruppo di 80 cittadini, raccolse perfino dei soldi per dare mandato ad un legale e citare il Comune in giudizio ma anche per capire che fine avevano fatto quei soldi. Ma qualcosa andò storto e a distanza di qualche mese, quell’istanza con annessa querela, venne ritirata.

Purtroppo, si è dovuto assistere ad una tragedia, per ricordarsi della vicenda. Una vittima innocente, che merita giustizia. Dal canto nostro, come Approdonews, sposiamo l’appello lanciato su Facebook, chiedendo a gran voce che i funerali dello sfortunato Salvatore Comandè, vengano pagati dal Comune. Ci rivolgiamo quindi alla triade commissariale, affinché si facciano carico delle spese funerarie.