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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Incontri Approdo, “Porto Gioia Tauro – Uno scalo da rilanciare” Incontro-dibattito riuscito alla presenza di Andrea AGOSTINELLI, Nino COSTANTINO, Daniele CARATOZZOLO, Nino DE MASI, Fabio SCIONTI, Don Pino DE MASI . Ha moderato il giornalista Michele ALBANESE - GUARDA IL VIDEO

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Il Porto di Gioia Tauro è il primo scalo italiano per movimentazione. La nascita dello scalo è riconducibile alla situazione confusionaria che si viveva a Reggio e provincia negli anni ’60 e ’70. Determinante fu infatti lo scoppio dei “moti di Reggio”, avvenuti per l’assegnazione del capoluogo a Catanzaro. Dopo lunghe trattative, furono adottate delle misure compensative per la mancata assegnazione del capoluogo di Regione a Reggio Calabria. Tali misure (il cosiddetti pacchetto Colombo) comprendevano: la progettazione del Polo Siderurgico reggino, che sarebbe dovuto divenire il quinto centro siderurgico italiano, la Liquichimica di Saline e la SIR di Lamezia Terme. Nessuno di queste tre misure andò a buon fine. 

L’area di Gioia Tauro venne in seguito designata come sede di una centrale a carbone, che però non venne mai realizzata, per le lotte delle popolazioni locali, di numerosi sindaci, di movimenti ed associazioni del luogo. Fu quindi destinata ad un porto commerciale, che doveva essere volano di sviluppo per il territorio. Sin da subito, lo scalo, fu sotto lo scacco delle cosche della ‘ndrangheta, in particolare dei Molè e dei Piromalli. Difatti, sono all’ordine del giorno, le operazioni delle forze dell’ordine per “frenare” il traffico di stupefacenti o di sigarette di contrabbando. Ogni anno, nell’area portuale, vengono sequestrati grandi quantità di sostanze illegali che arrivano dall’Europa e Sud America. Basti pensare che, secondo studi statistici, circa il 90% della cocaina europea ha come scalo il Porto di Gioia Tauro. Numerosi sono, anche, i sequestri di merci contraffatte e di armi.

Ultimamente il terminal container di transhipment dello scalo di Gioia Tauro vive una crisi infinita. Nel settembre del 1995, con il primo attracco di una nave, la CMBT Concord, che scaricò il primo contenitore, tante furono le speranze e le attese per uno sviluppo completo del territorio, ma di fatto, non fu così. Crisi, cattiva gestione e ‘ndrangheta sono alla base della paralisi del Porto più grande d’Europa. Coloro che più di tutti sono andati in mezzo a questo caos sono i lavoratori, padri di famiglia licenziati dall’oggi al domani.

Incontro-dibattito sul tema riuscito. “Porto di Gioia Tauro – Uno scalo da rilanciare”. Al convegno in piazza hanno partecipato: il commissario dell’Autorità Portuale Andrea AGOSTINELLI; il sindacalista della Cgil Nino COSTANTINO; il segretario nazionale del Sul Daniele CARATOZZOLO; l’imprenditore Nino DE MASI, il sindaco di Taurianova Fabio SCIONTI, Don Pino DE MASI. Il confronto è stato moderato dal giornalista Michele ALBANES.

L’evento è stato trasmesso in diretta sul nostro sito dalla “Graziano Tomarchio Productions”.