Gli ex lavoratori rosarnesi di “Piana Ambiente” difendono l’Amministrazione comunale Tripodi
Ott 10, 2013 - redazione
“Ci preme ricordare che l’amministrazione comunale medmea ha cercato in tutti i modi possibili e legalmente percorribili di salvaguardare i lavoratori della propria città, facendo reinserire, nei propri posti di lavoro, ben 12 operai facenti parte del nucleo storico della ex società di raccolta rifiuti operante nella Piana di Gioia Tauro”
Gli ex lavoratori rosarnesi di “Piana Ambiente” difendono l’Amministrazione comunale Tripodi
“Ci preme ricordare che l’amministrazione comunale medmea ha cercato in tutti i modi possibili e legalmente percorribili di salvaguardare i lavoratori della propria città, facendo reinserire, nei propri posti di lavoro, ben 12 operai facenti parte del nucleo storico della ex società di raccolta rifiuti operante nella Piana di Gioia Tauro”
Riceviamo e pubblichiamo:
Gli ex lavoratori rosarnesi della società “Piana Ambiente”, vista la strumentalizzazione sindacale e politica perpetrata durante gli ultimi giorni ai danni dell’amministrazione comunale targata Elisabetta Tripodi, con questa nota stampa intendono difendere le scelte portate avanti a salvaguardia di ben 12 unità lavorative e, quindi, di altrettanti nuclei familiari residenti in città.
In un comunicato stampa diramato nei giorni scorsi dai gruppi consiliari di minoranza si leggeva, riguardo al secondo ricorso vinto dalla “Filcams-Cgil, che «l’amministrazione comunale di Rosarno dimostrava incapacità di operare nella correttezza, ma anche uno stato d’isolamento totale dai propri cittadini e dal sindacato storico (Cgil) che sostiene le battaglie della sinistra e dei lavoratori».
Ci preme quindi ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che l’amministrazione comunale medmea ha cercato in tutti i modi possibili e legalmente percorribili di salvaguardare i lavoratori della propria città, facendo reinserire, nei propri posti di lavoro, ben 12 operai facenti parte del nucleo storico della ex società di raccolta rifiuti operante nella Piana di Gioia Tauro, dando così speranza, in un periodo di così forte crisi a livello sia locale che regionale e nazionale, ad altrettanti nuclei familiari rimasti senza sostentamento economico.
Il comune di Rosarno, infatti, avvalendosi dell’art. 6 del contratto di categoria della ex “Piana Ambiente”, il quale ribadiva che «in caso di avvicendamenti di aziende per il servizio di igiene urbana, la ditta subentrante dovesse assumere il personale di quella cessante», è stato l’unico, in tutti i sottoambiti della regione Calabria, ad attuare la procedura di riassorbimento di tutte le proprie unità lavorative.
Ci preme infine sottolineare che i rappresentanti delle tre sigle sindacali, “Cgil” compresa, sono sempre stati presenti alle riunioni tra le parti interessate, dando il proprio assenso per l’avvio di questa procedura. Ci suonano quindi molto strumentali gli attacchi fatti a questa amministrazione, specie se pensiamo che nessun’altro comune, al momento di affidare il servizio di smaltimento dei rifiuti ad altre ditte, ha pensato di salvaguardare tutti i propri ex dipendenti, così come è stato fatto nel nostro caso.
Come mai, ci chiediamo, contro i comuni di Rizziconi, Seminara, San Giorgio Morgeto, Bagnara Calabra e Gioia Tauro, ai quali la società “Piana Ambiente” aveva mandato i nominativi dei lavoratori da reintegrare, i sindacati non hanno proferito parola? Forse perché nelle liste consegnate ai comuni non vi era alcun nominativo di rappresentanti sindacali o simpatizzanti delle tre sigle “Cgil”, “Cisl” e “Uil”?
I 12 lavoratori rosarnesi della ex società “Piana Ambiente”