Giustizia, oggi inizia ad Africo la tre giorni sugli errori eclatanti dei pubblici ministeri. Scoppia la polemica sui giornalisti “compiacenti” Ore 17,00 consiglio comunale. Luigi Longo: "Chi l'ha detto, dovrebbe chiedere scusa, per garbo ma soprattutto per rispettare cittadini come il sottoscritto che hanno dato il loro contributo per ristabilire la verità nel porto di Gioia Tauro". VIDEOPRESENTAZIONE
Io sono tra i giornalisti che parteciperà alla tre giorni della riviera sulla giustizia. Sarò presente nella doppia veste di giornalista e vittima della malagiustizia. Sentirmi accusato di essere compiacente con la ndrangheta per raccontare le verità sugli errori giudiziari fa molto male. Chi l’ha detto, dovrebbe chiedere scusa, per garbo ma soprattutto per rispettare cittadini come il sottoscritto che hanno dato il loro contributo per ristabilire la verità nel porto di Gioia Tauro. Il processo “Cent’anni di Storia”, che ha coinvolto le più importanti ndrine calabresi, deve far riflettere tutti. Io e Aldo Alessio ci siamo assunti una responsabilità molto forte per portare a processo coloro che hanno fatto la scalata contro una azienda che era fiore all’occhiello tra le imprese portuali. L’ho abbiamo fatto in silenzio( non per paura) nelle aule dei tribunali ed avendo rispetto anche per coloro che abbiamo denunciato. Abbiamo sempre sostenuto che bisogna parlare dopo i tre gradi di giudizio. Per verificare il nostro racconto da più angolazioni. Rispetto per le parti senza fare interviste …titoloni sui giornali…il vero problema è chi utilizza la magistratura per fare carriera sulla pelle dei cittadini che vengono sbattuti in carcere , senza un perché, innamorandasi di teoremi farlocchi. Ecco questo metodo allontana i cittadini onesti dalla magistratura. Lo ripeto fino alla noia…se qualcuno viene a chiedermi qualcosa di illegale mi rivolgerò sempre alla magistratura. Soprattutto per il rispetto che nutro verso tantissimi pubblici ministeri che fanno il loro mestiere con grande dedizione . Ai carrieristi bisogna mettere un freno, per evitare di distruggere vite umane.