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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Giustizia: dal Cdm via libera alla riforma costituzionale

Giustizia: dal Cdm via libera alla riforma costituzionale

Sì unanime al disegno di legge costituzionale dopo il vaglio del Quirinale e le limature del vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli. Il premier: “Maggioranza solida”

Giustizia: dal Cdm via libera alla riforma costituzionale

Sì unanime al disegno di legge costituzionale dopo il vaglio del Quirinale e le limature del vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli. Il premier: “Maggioranza solida”

 

(ANSA) ROMA – Il consiglio dei ministri ha dato via libera all’unanimita’ al disegno di legge costituzionale per la riforma della giustizia. Lo si apprende da fonti governative. Il Consiglio dei ministri ha salutato con un applauso indirizzato al ministro della Giustizia Angelino Alfano l’approvazione del disegno di legge costituzionale sulla riforma della giustizia. Lo riferiscono fonti governative.

BERLUSCONI: MAGGIORANZA SOLIDA, ARRIVEREMO A QUOTA 330 – Abbiamo una maggioranza solida e contiamo di arrivare a 330 deputati a Montecitorio. E’ il ragionamento svolto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito da fonti governative. La riforma della giustizia è un punto qualificante della nostra azione di governo, una riforma organica, di prospettiva e di profondo cambiamento che non ha nulla a che fare con i processi in corso. E’ il ragionamento svolto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito da fonti governative. Il Cavaliere ha in sostanza negato che si tratti un provvedimento ‘ad personam’ e sottolineato che non è contro qualcuno ma va nell’interesse generale del paese. Chi era in Consiglio dei ministri descrive un Silvio Berlusconi “molto soddisfatto” dall’approvazione da parte del governo del ddl costituzionale in materia di giustizia. Attendevo questa riforma da anni, da quando ho cominciato a occuparmi di politica, ha detto il presidente del Consiglio, secondo quanto riferito da alcuni presenti.

BERLUSCONI, PRONTE 10 LEGGI ATTUATIVE RIFORMA – “Questa forma costituzionale avrà bisogno di dieci leggi di attuazione che noi presenteremo al parlamento. Le abbiamo già pronte”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, a fianco del Guardasigilli Angelino Alfano. “Per la prima volta nella storia della Repubblica” è stato elaborato “un testo di riforme costituzionali completo, organico, chiaro e convincente: lo portiamo all’attenzione del Parlamento che lo discuterà e che lo approverà”. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, ha annunciato il via libera del Cdm alla riforma costituzionale della giustizia.

ALFANO, RIFORMA NO PER PROCESSI IN CORSO – Nell’articolo di chiusura del ddl costituzionale della giustizia si dice che le modifiche alla Carta “non si applicano ai procedimenti penali in corso proprio per mantenere la purezza di questo impianto e di questo disegno che ha una sua nobiltà storica”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il cardine della riforma della giustizia è la divisione tra giudici e Pm. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano presentando la riforma costituzionale in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. La riforma, ribadisce il Guardasigilli, “pone al centro la parità tra accusa e difesa. E’ un impegno che abbiamo assunto con i cittadini. Ed è quello che stiamo sostenendo dal 1994”. Il nuovo testo, aggiunge, “contiene una visione che pone al centro i cittadini”. Il giudice diventa colui che è davvero sopra le parti, sottolinea Alfano, perché non è più pari al Pm. Giudice e Pm, ribadisce, “svolgono mestieri differenti. Il giudice deve valutare cosa gli vengono a dire accusa e difesa”.

BOZZA, TOGHE RESPONSABILI COME DIPENDENTI P.A. – “I magistrati sono direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione dei diritti, al pari degli altri funzionari e dipendenti dello Stato”. E’ quanto prevede l’ultima bozza di riforma della giustizia, in 16 articoli, che il Guardasigilli Angelino Alfano ha illustrato al Quirinale. Questo significa che le toghe potranno essere chiamate a rispondere di tasca propria dal cittadino che potrà citare direttamente loro in giudizio e non lo Stato come è ora. Nella bozza, di cui l’Ansa è in grado di anticipare i contenuti, si prevede anche, come aggiunta all’articolo 113 della Costituzione (diventa il 113 bis), che “nei casi di ingiusta detenzione o di altra indebita limitazione della libertà personale, la legge regola la responsabilità civile dei magistrati” la quale “si estende allo Stato”.

BOZZA, DUE CSM PRESIEDUTI DA CAPO STATO – I Csm diventano due: uno per i giudici e uno per i Pm. Entrambi presieduti dal Capo dello Stato. E’ questa la novità introdotta nell’ultima versione della bozza della riforma della giustizia. Cade dunque l’ipotesi che a capo del Csm dei magistrati requirenti vada il Procuratore generale della Cassazione eletto dal Parlamento in seduta comune su indicazione del Csm. Parte quest’ultima eliminata nelle ultime ore. Del Csm dei giudici farà parte di diritto il primo presidente della Corte di Cassazione. Gli altri componenti saranno per il 50% scelti dai giudici previo sorteggio degli eleggibili (con l’intento di ridurre il peso delle correnti della magistratura associata), per l’altra metà dal Parlamento in seduta comune tra professori ordinari di università di materie giuridiche ed avvocati dopo 15 anni di esercizio. Il vicepresidente del Csm della magistratura giudicante sarà scelto tra i componenti laici. Durano in carica 4 anni e non sono rieleggibili (in Costituzione ora si prevede che non siano “immediatamente rieleggibili”). La novità dell’ultima ora riguarda il Csm dei Pm: sarà anch’esso presieduto dal capo dello Stato e ne farà parte come membro di diritto il Procuratore generale della Cassazione, ma salvo cambiamenti dell’ultim’ora, si prevede un ribaltamento dell’attuale proporzione ora a maggioranza ‘togata’. La componente ‘togata’ dovrebbe infatti essere ridotta a un terzo (previo sorteggio degli eleggibili) mentre quella ‘laica’ arriverebbe a due terzi. Modifiche anche all’attuale art. 105 della Costituzione: i consigli superiori – secondo l’ultima versione di bozza – “non possono adottare atti di indirizzo politico né esercitare attività diverse da quelle previste dalla Costituzione”. Espunta dalla bozza, invece, l’iniziale previsione secondo cui i Csm avrebbero potuto esprimere parere sui ddl del governo solo su richiesta del ministro della Giustizia.

BOZZA, OBBLIGO AZIONE PENALE MA CRITERI LEGGE – “L’ufficio del Pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale secondo i criteri stabiliti dalla legge”. E’ quanto prevede l’ultima versione della bozza della riforma della giustizia messa a punto dal Guardasigilli Angelino Alfano in vista del Cdm di domani. Se ad oggi l’articolo 112 della Costituzione prevede che “Il Pm ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”, nella penultima bozza la formulazione era “secondo le modalità stabilite dalla legge”. Ora, invece, la versione sottoposta al Quirinale parla di “criterì. Comunque un’azione penale limitata rispetto a quella che oggi può esercitare il Pm.

BOZZA, CORTE DISCIPLINA DIVISA IN 2 SEZIONI – Come il Csm, anche la nuova Corte di disciplina dei magistrati sarà divisa in due: una sezione per i giudici e una sezione per i pubblici ministeri. E’ questa una delle novità dell’ultima bozza di riforma della giustizia. I componenti di ciascuna sezione saranno nominati per metà dal Parlamento in seduta comune e per metà da tutti i giudici e Pm (previo sorteggio degli eleggibili). La Corte di disciplina eleggerà un presidente e ciascuna sezione a sua volta un vicepresidente tra i componenti nominati dal Parlamento. La legge – secondo la nuova versione dell’art. 105 bis della Costituzione contenuto nella bozza -“assicura l’autonomia e l’indipendenza della Corte di disciplina e il principio del giusto processo nello svolgimento della sua attività”.

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