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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Giuseppina Pesce: “Ritrattai perchè temevo per i miei figli”

Giuseppina Pesce: “Ritrattai perchè temevo per i miei figli”

“Il matrimonio con mio marito aveva sancito anche l’alleanza delle cosche”

Giuseppina Pesce: “Ritrattai perchè temevo per i miei figli”

“Il matrimonio con mio marito aveva sancito anche l’alleanza delle cosche”

 

 

(ANSA) – PALMI (REGGIO CALABRIA) – “Mi resi conto che c’era il serio rischio per i miei figli e quindi decisi di ritrattare tutte le mie accuse”. E’ questo uno dei principali passaggi delle dichiarazioni della collaboratrice di giustizia, Giuseppina Pesce, contenute nel verbale di interrogatorio fatto il 13 dicembre del 2011 davanti al pm della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti. Dell’esistenza del verbale di interrogatorio si è saputo ieri mattina nel corso dell’udienza del processo che vede imputati i presunti affiliati della cosca Pesce di Rosarno. Il Pm ha informato i difensori degli imputati che il verbale è stato depositato presso la segreteria della Procura. Nell’interrogatorio la collaboratrice di giustizia illustra i rapporti di forza tra la cosca dei Pesce con quella dei Bellocco ed afferma che la supremazia di comanda è demandata alla ‘famiglia’ che ha il minor numero di persone detenute. Sulla vicenda della sua ritrattazione, avvenuta nell’aprile del 2011, quando decise di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha ribadito che temeva per la sorte dei suoi figli perché, mentre si trovava nella località protetta, era stata raggiunta dai familiari del marito, Rocco Palaia. “Con i familiari di Rocco – afferma la Pesce – c’erano anche i miei figli e quindi capii che potevano esserci delle ripercussioni. C’era il serio rischio che non li avrei più rivisti se non seguivo le loro indicazioni”. I familiari del marito della Pesce gli nominarono un nuovo difensore e gli imposero di “avvalersi della facoltà di non rispondere e di ritrattare tutte le accuse”. Giuseppina Pesce, nel verbale, si sofferma anche sull’aspetto sentimentale che la portarono a sposare Rocco Palaia. “Conobbi Rocco e mi piaceva – afferma – ed in poco tempo furono organizzate subito le nostre nozze. Solo dopo capii che mio marito era affiliato e che il nostro matrimonio aveva sancito anche una alleanza criminale”. Nel corso dell’udienza di stamane del processo alla cosca Pesce, i giudici del tribunale di Palmi hanno rigettato l’eccezione di incostituzionalità di alcuni articoli del codice di procedura penale presentata ieri dai difensori degli imputati. Successivamente è stato sentito un sottufficiale dei carabinieri del Ros che coordinò una serie di indagini su Francesco Pesce ed i suoi spostamenti, in particolare nella zona di Milano.

redazione@approdonews.it