Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Giù le mani dalla Calabria e dal Por

Giù le mani dalla Calabria e dal Por

Mario Maiolo parla del fallimento della Giunta Regionale

Giù le mani dalla Calabria e dal Por

Mario Maiolo parla del fallimento della Giunta Regionale

 

La Giunta non è riuscita ad avviare una riflessione seria e profonda sul
futuro della Calabria e lunedì prossimo, in Consiglio regionale, una
maggioranza delegittimata e dall’arrogante autoreferenzialità metterà una
grossa ipoteca sul futuro della Calabria, presentando un Programma
operativo regionale incompleto. Un’altra occasione persa per la Calabria.

Non serve il “rammarico e il dispiacere” per l’incapacità di poter fare un
confronto vero sul POR 2014/2020 espressi dall’Assessore Mancini nel corso
della seduta odierna della II Commissione. Rammarico e dispiacere non
attenuano, anzi sanciscono, il fallimento politico della Giunta e della
maggioranza. Una maggioranza che non è nemmeno stata in grado di garantire,
com’è suo dovere, il numero legale in Commissione, cosa che è stata
possibile solo grazie alla responsabilità della minoranza che non ha votato
a favore di un programma che non esiste.

Mi chiedo, infatti, quale documento abbia approvato la Giunta poiché manca
una seria verifica sullo stato di realizzazione della programmazione
2007/2013, inattuata per tutta la parte che riguarda i grandi progetti e la
progettazione strategica regionale.

L’Accordo di Partenariato, ancora in evoluzione, ha indicato azioni vaghe e
poco mirate a sostenere una regione come la Calabria: un documento che
presenta esclusivamente delle tabelle, un “surrogato” del Programma dal
quale non traspare alcuna idea o progetto per disegnare i contorni della
Calabria del futuro.

Ancor più grave è che il plurifondo FESR-FSE, uno strumento positivo di per
sé, sia parziale e incompleto e non individui alcuna azione misurabile da
alcun indicatore, perché ancora sconosciuti. Per non parlare della
disastrosa disattenzione alle aree interne, all’integrazione del programma
FESR-FSE rispetto al PSR, cosa che lascia intravedere una scarsa attenzione
al più vasto territorio calabrese, ad una visione organica del territorio,
concentrando l’azione delle politiche sociali solo sulle aree urbane. Ma
anche sulle aree urbane notiamo una battuta di arresto nella costruzione di
una rete delle città articolata e integrata a tutto il territorio regionale.

Senza le verifiche necessarie sulla precedente programmazione, senza fare
tesoro delle lezioni del passato, senza comprendere gli impatti finanziari
dei progetti non realizzati sulla nuova programmazione e senza una lettura
contestuale degli effetti della crisi si va avanti a briglie sciolte.

Inoltre, la Politica è assente, tranne che per scelte campanilistiche: una
scelta a Crotone contro Cosenza, una scelta a Catanzaro contro Reggio, una
scelta a Vibo contro Lametia e così via.

Così com’è evidente che la Giunta e la maggioranza di Centrodestra, in
preda alle schermaglie di fine impero, si sia preoccupata esclusivamente di
assicurare formalmente il comando della gestione ai dirigenti disposti a
tutto, confondendo le strutture e le funzioni con le persone che
attualmente, e temporaneamente le occupano. Nessuna lungimiranza e nessun
rispetto delle regole e dei regolamenti. E’ da manuale “del disperso nel
deserto” la previsione delle unità intermedie di gestione che, non solo non
sono coerenti ai regolamenti se previste nella stessa amministrazione di
gestione ma, minano la corretta gerarchia delle responsabilità all’interno
delle strutture dipartimentali regionali.

In sintesi, il nuovo Por è un duro colpo alla cultura della programmazione
e alla realizzazione delle speranze dei calabresi per perpetuare, nel modo
più sfrenato, la cultura del clientelismo, dello scambio, della corruzione
e della collusione: oggi si certifica la morte della programmazione.

Non è questo che la Calabria e i calabresi si aspettano da chi li governa
e, soprattutto, da chi ha il compito e la responsabilità di impiegare
risorse fondamentali quali i fondi UE.

Dobbiamo riprendere in mano il futuro della nostra regione. Il POR deve
essere scritto dagli Amici della Calabria: cittadini, associazioni,
professionisti, imprenditori, sindacati siano artefici del proprio futuro.

Non rassegniamoci, occorre una reazione civica e politica e occorre altresì
che i partiti facciano la loro parte e che il Consiglio non sia abbandonato
solo per calcoli elettorali e guerre di posizionamento tra dirigenti.

Mi adopererò affinché il Consiglio, rispetto alle scadenze europee, abbia
uno scatto di orgoglio istituzionale necessario ed esercitare il proprio
ruolo. Se queste condizioni non sono rispettate mi auguro che non vi sia
nessuna convocazione prima del voto a novembre.