Mi chiamo Enza Dell’Acqua. Scrivo per il Quotidiano del Sud dal novembre del 2012. Sono regolarmente iscritta all’Ordine dei Giornalisti.
Scrivere per il contesto dove vivo è una vera e propria sfida. Un’esperienza entusiasmante, da un lato, perché mi porta a scandagliare a fondo le dinamiche sottese a un ambiente difficile. Ma dall’altro è un percorso continuamente costellato da insidie e ostruzionismi di ogni genere. Il comune di Nicotera – e il territorio vibonese – come le cronache dimostrano, è fortemente segnato dalla presenza, ormai pervasiva, della ‘ndrangheta. Nello specifico, il consiglio comunale nicoterese è stato sciolto per due volte, su richiesta della Prefettura, per la conclamata presenza di infiltrazioni mafiose nell’esecutivo. E si appresta ad essere sciolto per mafia una terza volta, poiché l’attuale Giunta, guidata dal sindaco Franco Pagano, è stata attenzionata dal prefetto. Il sospetto è sempre lo stesso: eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Lo scorso febbraio è arrivata a Nicotera la commissione di accesso agli atti che sta tuttora indagando su quanto prodotto dall’amministrazione Pagano.
Io opero in questo contesto. In cui, oltre alla mafia vera e propria, quel che rende la vita difficile è la radicata mentalità mafiosa. Una mentalità che si fa intollerante, se non aggressiva, nei confronti di un giornalista che cerca di onorare la professione che svolge, additando i problemi del territorio, sollevando questioni inerenti la sicurezza, l’ambiente, la gestione del denaro pubblico. E che opera con coraggio, in un vero e proprio covo di vipere. Minacce e intimidazioni, ne ho subite parecchie, in forme palesi e velate. Nel 2014 denunciai l’assessore Salvatore Cavallaro che, all’uscita di un consiglio comunale mi intimò di non parlare di lui altrimenti sarebbe venuto a trovarmi a casa. Proprio ieri mi sono vista costretta querelare il sindaco e l’assessora alla Cultura Mariella Calogero, i quali entrambi mi hanno pesantemente insultato, in contesti pubblici, facendo riferimento alla mia fisicità, essendo io in sovrappeso.
Ho raccolto le prove e mi sono recata in caserma dove ho sporto regolare denuncia.