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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Gioia Tauro, “le deleghe del fallimentare Corap ritornino nelle mani del consiglio comunale” L'amministrazione comunale di Gioia Tauro rivendica con forza e determinazione la gestione dell'area industriale

Gioia Tauro, “le deleghe del fallimentare Corap ritornino nelle mani del consiglio comunale” L'amministrazione comunale di Gioia Tauro rivendica con forza e determinazione la gestione dell'area industriale
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L’amministrazione comunale di Gioia Tauro rivendica con forza e determinazione la gestione dell’area industriale e chiede con altrettanta veemenza che le deleghe del fallimentare Corap ritornino nelle mani del consiglio comunale, quale legittimo e democratico rappresentante del territorio gioiese.
Quello che è accaduto in passato conferma la bontà di questa nostra battaglia.
Quando si dovevano iniziare i lavori di esproprio per le aree della “Lamia” destinate alla costruzione del porto di Gioia Tauro, la classe politica del tempo ha inventato l’Asi di Reggio Calabria, togliendo quindi la titolarità del territorio al consiglio comunale gioiese. L’Asi è stata trasformata in Asireg per poi diventare Corap che è in senso negativo il massimo capolavoro della classe politica calabrese.
Dopo la costruzione del depuratore è stata creata la Iam che ha privato il territorio della propria titolarità. Per conoscere i risultati di quella scelta basta spulciare le carte giudiziarie o parlare con gli abitanti del quartiere Fiume. Anche la gestione del termovalorizzatore non è toccata ai comuni del territorio e sono sorti problemi ambientali devastanti ancora oggi purtroppo irrisolti.
Quando si è attivato il porto di Gioia Tauro, il Governo nazionale si è inventato il commissariamento dell’Autorità Portuale, privando il territorio della sua legittima rappresentatività e titolarità democratica.
Oggi apprendiamo esclusivamente dai giornali che la Regione Calabria ha pensato lo sportello Zes come uno strumento di natura informatica, nonostante il comune di Gioia Tauro avesse messo a disposizione la struttura dell’Urban Center. In questo modo la Regione ha consumato l’ennesimo scippo nei confronti della nostra città.
Siamo in totale disaccordo con queste scelte regionali fatte solo di area fritta e di annunci inverosimili.
Occorre, invece, rispondere con azioni e fatti concreti ai reali bisogni dei nostri concittadini sui problemi del lavoro che non c’è; sui temi della sanità che è sparita; dei rifiuti in cui manca una visione regionale e della Città Metropolitana e sulle questioni ambientali con i depuratori regionali malfunzionanti, il mare malato ed i fiumi che sono diventati, con tanto di autorizzazione, i canali di scolo delle città con le loro reti fognarie.
La Zes era stata pensata come uno strumento che potesse favorire la nascita di nuove imprese e il rientro in Italia di chi aveva optato per la delocalizzazione.
La defiscalizzazione degli oneri sociali e contribuitivi, i risparmi derivanti dalle esenzioni dell’Irap, dell’Imu e della Tarsu, l’esenzione dalle imposte doganali insieme ai contributi sulle nuove assunzioni avrebbero dovuto favorire nuovi insediamenti produttivi.
La montagna però come spesso accade dalla nostre parti ha partorito un topolino. Infatti, i proclami che arrivano dalla Regione Calabria, parlano solamente del credito di imposta che non basterà a soddisfare né gli investitori stranieri e nazionali che sarebbero interessati a venire a Gioia Tauro né eventuali nuove attività agroalimentari che potrebbero nascere dal territorio se incentivato e valorizzato.
Senza il coordinamento di tutti gli attori coinvolti anche gli strumenti migliori possono risultare inefficaci: Nel 2003 è stata istituita, nell’ambito portuale, una zona franca di tipo II con circa 80 ettari di terreno da utilizzare per lo stoccaggio delle merci in regime di sospensione di pagamento dell’iva e dei dazi doganali. Un provvedimento importante di cui nessuno parla mai e che non ha avuto seguito.
È offensivo e demenziale limitare la partecipazione dei comuni alla sola brochure informativa. Tutti gli enti dovrebbero essere coinvolti per muoversi in maniera compatta, soprattutto in un territorio come il nostro in cui è asfissiante la presenza della ‘ndrangheta e che non può diventare un alibi per non fare nulla a Gioia Tauro. Dobbiamo invece fare tutti quadrato per dare sicurezza e certezza a chi vuole investire sul territorio, trovando in tutte le istituzioni la giusta interfaccia in grado di offrire tutela e legalità.
Il Comune di Gioia Tauro è pronto a confrontarsi con tutti i livelli istituzionali e a svolgere un ruolo attivo e propositivo per lo sviluppo del porto e per il rilancio dell’area industriale.