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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Gioia Tauro, gli alunni del “Severi” restano senza sede Nel corso del Consiglio comunale aperto convocato per discutere della problematica dell'Istituto tecnico, è emerso che la ditta vincitrice del bando per locare l'immobile che avrebbe dovuto ospitare gli studenti, si è tirata indietro

Gioia Tauro, gli alunni del “Severi” restano senza sede Nel corso del Consiglio comunale aperto convocato per discutere della problematica dell'Istituto tecnico, è emerso che la ditta vincitrice del bando per locare l'immobile che avrebbe dovuto ospitare gli studenti, si è tirata indietro
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di Domenico Latino

GIOIA TAURO – Colpo di scena, ieri sera, durante il Consiglio comunale aperto richiesto per discutere della problematica legata alla carenza di aule all’Istituto tecnico “Severi”: il dirigente Pino Gelardi (al quale, si è appreso, sarà conferita la cittadinanza onoraria per meriti), nel corso del suo intervento, ha reso noto che la ditta Galeso, individuata con tanto di bando e di contratto, non intende più locare l’immobile di via Trento dove sarebbero dovuti partire i lavori per ospitare dodici classi. Una notizia che ha fatto sobbalzare dalla sedia l’ex consigliere provinciale Raffale D’Agostino che, nel prendere la parola, si è detto sconvolto: “se un imprenditore che partecipa liberamente a una manifestazione d’interesse poi fa marcia indietro significa che c’è qualcosa che non quadra”. Gelardi ha poi evidenziato: “tra qualche giorno dovrò nuovamente pianificare il futuro del “Severi”. Ho un problema grosso quanto una scuola, duecento alunni sono ripartiti dentro i laboratori oggi dismessi. Io e il mio staff abbiamo ormai capito che non possiamo più crescere: dieci quinte sono in uscita, vorrà dire che anziché formare venti prime ne faremo dieci. Cercheremo di frenare le iscrizioni, il territorio ha voluto così. Però intanto devo garantire l’orientamento ai ragazzi e i laboratori vanno ripristinati, soprattutto per chi dovrà sostenere gli esami di Stato”. Adesso, nel brevissimo tempo bisognerà trovare una soluzione per almeno nove aule. “Apprendo che la ditta ha fatto un passo indietro rispetto a degli impegni assunti formalmente – ha dichiarato il presidente della provincia Raffa, presente alla seduta insieme alla dirigente di settore, Sarlo. Se così è, e non so perché Galeso non lo abbia ancora comunicato formalmente, è un fatto gravissimo, dovremo rifare un ulteriore bando in tre o cinque giorni”. Sarlo ha quindi spiegato che non si potrà procedere allo scorrimento della graduatoria poiché le altre ditte partecipanti erano state escluse per mancanza dei minimi requisiti tecnici dei locali proposti. Un’emergenza che da difficile diventa perciò quasi drammatica. Il sindaco Pedà da parte sua ha dato piena disponibilità degli immobili di proprietà comunale disponibili, a dire il vero ben pochi oltre quelli del Centro di formazione “Cefris” sulla SP1. “Il “Severi” è un orgoglio per Gioia – ha dichiarato – un’eccellenza nell’esperimento alternanza scuola-lavoro. Dobbiamo trovare una soluzione immediata tutti quanti assieme, in sinergia, senza fare demagogia e populismi. Questo Istituto è primario perché ci sono i laboratori, con una grande possibilità di aggregazione. Non possiamo continuare a spezzettarlo perché nell’emergenza diventerebbe una situazione consolidata. Intanto, – ha concluso – abbiamo ripreso il PTU che stiamo per deliberare e ci consentirà di avere 300mila km gratis dalla Regione: significa rivoluzionare il trasporto pubblico a Gioia. Sapete già che ho previsto anche il bus navetta per tamponare l’emergenza”. Oggi partirà dunque il nuovo bando provinciale per la ricerca di locali idonei in cui allocare le nove aule, se non ci saranno offerte entro fine settimana si deciderà di spezzettare ulteriormente l’offerta formativa o, come ultima ipotesi, di acquistare dei container da adibire a laboratori. Tutto ciò in attesa che, con tempi naturalmente molto più lunghi, venga realizzata una nuova sede per la quale la Provincia aveva già previsto risorse pari a un milione e settecento mila euro circa. “Qui si tratta di ledere il diritto allo studio, principio fondante della Costituzione – ha sottolineato uno dei quattro rappresentanti d’Istituto, il giovane Alex Iannì annunciando che se entro lunedì non si avranno delle risposte su carta il “Severi” inizierà uno sciopero ad oltranza e l’occupazione della stessa scuola. Nel corso del dibattito molto partecipato, in un’aula gremita di insegnanti  e studenti, erano intervenuti anche Teresa Taverna, rappresentante dei genitori; i professori Finocchio, Pudano e Sorridente e l’ing. Minasi, oltre a vari consiglieri comunali. L’assise ha registrato il passaggio formale dei “dissidenti” di maggioranza tra i banchi dell’opposizione: i consiglieri Guerrisi e Cavallaro hanno infatti preso posto alla sinistra del sindaco; assenti invece Raco e Tomaselli, così come Renato Bellofiore. Lunga ma allo stesso tempo interessante la lucida analisi della vicepreside Cettina Tripodi: “non esiste una questione “Severi” se non nella misura in cui la scuola ha bisogno dell’apporto delle Istituzioni – ha esordito. Sotto la dirigenza Gelardi abbiamo avuto un aumento di iscrizioni del 300%: da qui emergono professionalità che han già trovato occupazione e validazione a livello nazionale. Ma in quest’ultimo periodo il danno d’immagine è stato così terribile che forse non riusciremo mai a recuperarlo. Il nostro è un complesso dove a gravitare giornalmente c’è un’intera popolazione: 1200 studenti, metà provenienti da fuori, per un totale di 62 classi in cinque indirizzi diversi, con dieci articolazioni, che fanno del “Severi” un vero polo tecnico. 46 aule le abbiamo ma solo 30 sono a norma per metratura. La richiesta di nuovi spazi parte da molto lontano – ha evidenziato – Gioia ha una risorsa della quale non ci si è resi ancora conto, ora vogliamo capire se c’è o meno un programma a lunga scadenza. Vogliamo ritrovare la sinergia necessaria tra i vari anelli istituzionali e disegnare un nuovo futuro fondato sui trend di crescita”. Altro punto dolente i limiti del trasporto pubblico con le autolinee che non prevedono fermate vicine alle sedi, con tutti i disagi che questo comporta, non solo per chi arriva da fuori. Tomaselli, intervenuto in rappresentanza delle ferrovie della Calabria, ha garantito l’impegno dell’azienda: “in quest’area – ha detto – negli ultimi anni il trasporto è stato bistrattato. Altrove puntano sulla metropolitana leggera di superficie, qui, per 20milioni di euro, si è chiusa una realtà che serviva l’intera Piana. Bisognerebbe ripensare al sistema su ferro (le vecchie littorine) prima che sia troppo tardi”.