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Gioia Tauro, chiesto azzeramento Cda Iam

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di Domenico Latino

GIOIA TAURO – Chiedono a gran voce le dimissioni dell’a.d. Mallamaci e l’azzeramento del Cda IAM, la società partecipata che gestisce il megadepuratore consortile di contrada Cicerna, i componenti del Comitato “Fiume” che da tempo si batte per la tutela della salute pubblica e, nel caso in questione, contro i miasmi esalati periodicamente dall’impianto ubicato a ridosso dell’omonimo quartiere. Ma questa volta, i cattivi odori rappresentano il male minore, c’è di più: i residenti pretendono che sia fatta chiarezza e che vengano accertate le responsabilità dopo il sequestro della quarta linea (quella in cui erano trattati i rifiuti liquidi speciali provenienti da altre regioni) operato a fine ottobre dalla Guardia Costiera di Gioia Tauro su disposizione della Procura della Repubblica di Palmi, a causa della presenza di metalli pesanti, in percentuali di gran lunga superiori ai limiti consentiti, riscontrata nella condotta di scarico a mare. Tra quelli rilevati dal laboratorio mobile inviato dal Comando generale della Capitaneria, soprattutto il Cadmio, un elemento altamente pericoloso che può provocare cancro, infarti e diabete. A rompere il silenzio assordante di questi giorni, una conferenza stampa convocata ieri sera a sala Fallara e sfociata poi in un dibattito pubblico durante il quale sono intervenuti anche diversi esponenti dell’Amministrazione. Presenti i consiglieri di maggioranza Zagarella e Cristian Guerrisi (quest’ultimo nominato di recente nel Cda IAM come delegato del Comune) e l’opposizione al gran completo (tranne il leader di Cittadinanza Democratica, Bellofiore). Ed è stato proprio riferendosi all’ex sindaco che il presidente del sodalizio civico, Maria La Scala si voluta subito togliere qualche sassolino dalla scarpa: “ha querelato il nostro ex presidente per diffamazione e allarmismo – ha dichiarato – ma oggi i fatti dicono ben altro. Lo stesso comunicava che le analisi fatte da ARPACAL e da un laboratorio dell’Università di Messina erano nella norma e che l’Ufficio tecnico era impegnato in una costante attività di controllo: vorremmo sapere in quale lasso di tempo e con che tipo di reagenti chimici l’ente regionale ha effettuato i prelievi e chiediamo che renda pubblici i risultati e i criteri adottati. Noi siamo qui come sempre a portare avanti la nostra lotta – ha evidenziato – se ci sarà un processo, ci costituiremo parte civile e vorremmo che il Comune prendesse la stessa posizione: potrebbero esserci gli estremi di disastro ambientale”. Per Alessio, i sigilli posti (convalidati due giorni fa dal GIP) “costituiscono un fatto storico che apre una breccia in un gruppo di potere che in passato nessuno è riuscito a scalfire. Ci sono responsabilità della politica e delle Istituzioni – ha dichiarato – e c’è un problema di trasparenza: l’ordinanza dovrebbe essere visionabile perché è una vicenda pubblica. Pretendiamo le dimissioni dell’intero gruppo dirigente che ha una responsabilità sociale nei confronti del territorio”. Categorici sia Zagarella (il quale ha parlato a nome dell’Amministrazione, che Guerrisi: “se l’impianto sarà gestito a dovere, bene – hanno precisato ambedue – altrimenti siamo favorevoli alla sua chiusura”.