Gioia Tauro, Bellofiore (Lega), “Riaprire i PPI di Oppido e Palmi, Ospedale di Gioia Tauro e iniziare i lavori a Palmi” C’è necessità di un impegno concreto da parte dei nuovi vertici dell’ASP di Reggio Calabria, della nuova Regione Calabria e della nuova struttura del Commissario alla sanità calabrese, nella ricerca di una soluzione definitiva e in sintonia con le richieste della popolazione residente
I danni da scelte politiche molto discutibili inferti nel campo della sanità alla popolazione di Gioia Tauro e dell’intera Piana, per ultimo la chiusura dei PPI di Palmi e Oppido Mamertina e poi in ordine la chiusura dell’Ospedale Civile di Gioia Tauro, avvenuta nell’ottobre del 2021, il recente depotenziamento dell’Ospedale di Polistena e il più che quindicennale ritardo nella costruzione dell’Ospedale Unico della Piana con sede in Palmi, hanno determinato l’evidente e consequenziale mancanza da anni di offerta di assistenza sanitaria pubblica. Tali scelte, anche per i più scettici, hanno rappresentato e rappresentano per la vecchia classe politica e per i vari commissari alla sanità susseguitisi nel tempo, il fallimento di un tipo di politica della salute ormai alla frutta, incentrata solo su meri obiettivi da raggiungere nel segno dell’aziendalizzazione sfrenata e dei tagli continui per risanare il dissesto sanitario che ha avuto, ed ha tuttora, come prima vittima la negazione del diritto alla salute e alle cure dei cittadini residenti nella Piana.
Bisogna voltare pagina.
C’è necessità di un impegno concreto da parte dei nuovi vertici dell’ASP di Reggio Calabria, della nuova Regione Calabria e della nuova struttura del Commissario alla sanità calabrese, nella ricerca di una soluzione definitiva e in sintonia con le richieste della popolazione residente.
Il popolo della Piana ha bisogno di precisi segnali di volontà di riaprire immediatamente i PPI di Palmi e Oppido Mamertina e di riaprire un presidio ospedaliero come il Giovanni XXIII di Gioia Tauro, importantissimo per la sua vicinanza chilometrica al Porto dove ogni giornio lavorano oltre 3.000 lavoratori a rischio incidenti rilevanti; un Ospedale che fino a qualche anno fa svolgeva un ruolo rilevante nell’offerta dell’emergenza-urgenza sanitaria e nella tutela della salute della popolazione del territorio tanto da decongestionare e dimezzare l’affluenza verso l’Ospedale di Polistena e Reggio Calabria oggi al collasso.
A questo punto diventa pure necessario, quasi indispensabile, per chi ha le redini della sanità in Calabria fare leva con il Governo e/o Parlamento affinchè adottino una norma che preveda ed autorizzi una procedura d’urgenza speciale, modello Ponte Morandi a Genova, per evitare e recuperare i continui ritardi accumulati nella costruzione dell’Ospedale Unico della Piana a Palmi.
Infine, sarebbe auspicabile, in tempi brevi, che l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria si attivasse, grazie anche al supporto regionale e commissariale, per presentare un progetto complessivo di revisione e sviluppo per una nuova offerta sanitaria nella Piana di Gioia Tauro evitando continui e progressivi tagli.
La città di Gioia Tauro non può essere buona solo come sede finale per portarci i rifiuti dell’intera Regione e poi essere depotenziata da tutte le strutture sanitarie che aveva al suo interno e nelle vicinanza territoriali e che negli scorsi anni hanno funzionato bene a cominciare dall’Ospedale Giovanni XXIII per finire alla stazione delle Ferrovie dello Stato a Gioia Tauro, una struttura di recente interamente ristrutturata posta al centro della città, con ampi parcheggi di recente costruzione, anch’essa inspiegabilmente depotenziata.