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Gioia Tauro, Aldo Alessio denuncia il pentito Mesiani Mazzacuva

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GIOIA TAURO – L’ex sindaco Aldo Alessio, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato di aver presentato denuncia/querela nei confronti di Pietro Mesiani Mazzacuva, uno dei pentiti di ’ndrangheta che con le sue dichiarazioni ha consentito alla Dda di Reggio Calabria, insieme ad altre affermazioni di pentiti, di mettere a segno un duro colpo contro i clan di Gioia Tauro. Si parla dell’inchiesta “Provvidenza” che ha delineato i nuovi contorni affaristici e criminali delle cosche gioiesi. L’ex primo cittadino, consigliere comunale uscente, ha messo a conoscenza della stampa copia della denuncia presentata che fa riferimento a due articoli pubblicati recentemente. Articoli giornalistici che hanno reso noto alcuni verbali di interrogatorio in cui il collaboratore di giustizia ha sostenuto che l’ex sindaco gioiese avrebbe incontrato il defunto boss Rocco Molè. Incontro che, secondo l’accusa del pentito, sarebbe avvenuto nella masseria del capo bastone gioiese, con lo scopo, sempre da quanto emerge dai verbali pubblicati, di chiedergli un sostegno elettorale.

Si tratta di una precedente campagna elettorale, quella del 2001. “Non ho mai conosciuto, se non dalle foto dei giornali, il boss Rocco Molè e Pietro Mesiani Mazzacuva. Mentre – afferma Alessio – ho conosciuto i loro nomi molto bene nel momento in cui ho fatto costituire il comune di Gioia Tauro parte civile nei processi che ci sono stati in quegli anni quando l’ente si è costituito per la prima volta per volontà della mia amministrazione”. “In quel periodo – ha sostenuto ancora l’ex sindaco – dal 7 aprile 1999 al 15 settembre 2001 sono stato sotto scorta della Polizia. E ammesso e non concesso che avessi avuto questo desiderio di andare a chiedere un voto di scambio – precisa – mi sarei dovuto recare con due poliziotti per trattare direttamente con Rocco Molè così come ha dichiarato questo collaboratore. “Penso di aver fatto con grande impegno il sindaco di Gioia Tauro. Ho dato una svolta sulla battaglia contro la ‘ndrangheta e anche sul controllo del territorio”.

L’ex primo cittadino gioiese, nel raccontare quei passaggi avvenuti nei primi anni del 2000, sostiene con vigore la sua impronta nel decidere alcune posizioni forti dell’Ente nei confronti della criminalità organizzata. Erano gli anni dei processi contro i clan della Piana. “Per mia precisa volontà – sottolinea – ho partecipato fisicamente ai processi perché volevo dare il segnale chiaro e preciso che l’amministrazione comunale di Gioia Tauro rappresentava un pezzo importante dello Stato e presenziava per dire che noi siamo lo Stato e voi dei delinquenti”. La conferenza stampa, indetta nella mattina dall’ex primo cittadino, è stata l’occasione per fare il punto sulla campagna elettorale in corso. Vedi il servizio.