Futuro porto Gioia, Sul si scaglia contro Confindustria "Contrastare la possibile soluzione ai problemi occupazionali dell'area è incomprensibile"
Che Confindustria Calabria sia attenta agli interessi delle aziende che rappresenta rientra nelle sue prerogative, ma contrastare la possibile soluzione ai problemi occupazionali dell’area portuale senza dare concrete soluzioni – dopo che è stata attore principale dello stato di crisi di MCT durato ben 7 anni e dei licenziamenti di 380 portuali – è a nostro parere singolare oltre che incomprensibile. In tutti questi anni avrebbe potuto lavorare per offrire agli imprenditori terminalisti calabresi un’opportunità per rilanciare il Porto e per mantenere l’occupazione, invece ha contribuito a realizzare tutto il processo di recessione controllata a danno dei lavoratori e della Calabria. Infatti, diversi accordi per la gestione della crisi MCT che ha portato ai licenziamenti sono stati discussi e sottoscritti in sede Confindustria di Reggio Calabria.
Detto questo non intendiamo minimamente sostenere un’eventuale violazione sulla libera concorrenza, ma ci sembra scontato – per pura sensazione – che nella cessione di quote i soci siano soggetti privilegiati e nel caso di Gioia Tauro, guarda caso, il socio terminalista che ha acquisito le azioni MCT fa parte del Gruppo dell’unico armatore che fa scalo nel porto. Una coincidenza che a nostro parere può contribuire positivamente al rilancio dello scalo gioiese, mentre altre soluzioni – peraltro al momento sconosciute – potrebbero non coincidere con la politica sindacale e del Governo che punta a mantenere e aumentare l’occupazione in Calabria.