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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Finto latte Made in Italy Il formaggio e la mozzarella sono "italiani", il latte è straniero

Finto latte Made in Italy Il formaggio e la mozzarella sono "italiani", il latte è straniero
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Prosegue imperterrita la farsa dei finti prodotti Made in Italy spacciati per italiani.
E interessa qualsiasi settore merceologico. Questa settimana, per esempio, sono state
sequestrate dai militari del Comando Regione Carabinieri Forestale Puglia e del Coordinamento
Territoriale Carabinieri per l’Ambiente del Parco Nazionale “Alta Murgia” di
Altamura, formaggi che venivano realizzati con le cagliate industriali, idem per
le mozzarelle etichettate “con Latte della Murgia Barese”. Ma in realtà i formaggi
venivano realizzati con latte proveniente dell’Ungheria. Sull’etichetta era riportata
la dicitura “latte fresco italiano”. Nello specifico a Bari e Santeramo è stata
accertata la vendita di mozzarelle formaggi con etichette non corrispondenti alla
realtà sulla provenienza del latte, mentre in diverse ditte situate nelle città
di Andria, di Gioia del Colle e di Fasano, inoltre i Carabinieri hanno sequestrato
oltre 1500 Kg di prodotti caseari privi del sistema di tracciabilità inerente l’origine
del latte utilizzato, in violazione a quanto previsto dalla specifica normativa di
settore sulla sicurezza degli alimenti. Sui tali prodotti non risultavano infatti
riportate le fondamentali indicazioni attestanti il giorno di produzione e le materie
prime utilizzate. Nel settore alimentare un classico della contraffazione è il formaggio
ed in particolare un suo derivato, la mozzarella, osserva Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”. Prodotta con latte di importazione e messa
in commercio come se fosse italiana. Nel frattempo, per fortuna, i sequestri fioccano.
Secondo gli esperti del settore agroalimentare, una significativa parte delle mozzarelle
“italiane” in realtà non sono prodotte con latte italiano ma con latte proveniente
per oltre il 50% da Belgio, Francia, Lussemburgo e Ungheria ed è semplicemente la
punta di un iceberg, una vera e propria piaga del settore agroalimentare del nostro
Paese. Piaga che costituisce una grave forma di raggiro ai danni del consumatore,
ma non solo. È anche un caso clamoroso di concorrenza sleale che danneggia tutti
quei produttori che mettono in commercio mozzarelle e formaggi realmente italiani.
A scorrere gli scaffali di supermercati e negozi di alimentari sembra che la gran
parte del latte e dei formaggi che compriamo siano al 100% italiani. Peccato solo
che il 50% del latte usato in Italia per produrre formaggi non sia latte italiano
ma latte straniero di importazione. Nel solo 2015 “sono arrivati ben 1,8 miliardi
di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionati, tra cui 1,3
miliardi di litri di latte sterile e UHT”, con una stima di “86 milioni di chili
di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte, di cui circa 10 milioni di
chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori
e a danno degli allevatori. La conclusione è che tre cartoni di latte a lunga conservazione
su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle
sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori.
Un inganno che sta mettendo a rischio 40.000 stalle italiane, quasi 200.000 occupati
e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero
caseario, che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano
e che vanta anche 43 formaggi tipici a Denominazione d’origine”. Ce ne dovremmo
uscire da questa situazione con l’imminente entrata in vigore del Decreto, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017, inerente l’obbligo di “indicazione
dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri
caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011.