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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Fiat: Vendola contestato, Premier: se passa il “no” giustificato via dall’Italia

Fiat: Vendola contestato, Premier: se passa il “no” giustificato via dall’Italia

Fiom denuncia: azienda in campo pro-sì Lingotto:incontri rientrano in nostre prerogative

Fiat: Vendola contestato, Premier: se passa il “no” giustificato via dall’Italia

Fiom denuncia: azienda in campo pro-sì Lingotto:incontri rientrano in nostre prerogative

 

 

ROMA- Ultime battute per Mirafiori, oggi e’ la vigilia del referendum sull’intesa sottoscritta da Fiat con Fim, Fismic, Ugl, Uilm, ma non con la Fiom. All’indomani dell’ aspro scambio protagonisti la numero uno di Cgil Susanna Camusso e l’ad del Lingotto Sergio Marchionne, oggi il leader Cisl Raffaele Bonanni dal Messaggero dice che con l’accordo ‘non e’ stato svenduto alcun diritto’, invita la Camusso a ‘occuparsi della propria confederazione’, e Marchionne a ‘stare piu’ zitto evitando certi ultimatum’. Esclude poi che se al referendum vincessero i no si potrebbe riaprire la trattativa con l’azienda. Dal Mattino, l’ex governatore campano Antonio Bassolino invita il Pd a favorire l’unita’ tra i lavoratori. Sacconi: con accordo Mirafiori lavoratori ci guadagnano. BERLUSCONI, SE PASSA’NO’MOTIVI PER LASCIARE ITALIA – Nel caso in cui il referendum bocciasse l’intesa raggiunta “le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commentando l’accordo raggiunto tra Fiat e sindacati. Il premier, nel corso della conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è comunque augurato “che la vicenda possa avere esito positivo”. CONTESTAZIONI E TENSIONE DURANTE VISITA VENDOLA – Forte tensione, urla, liti e slogan all’arrivo del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola ai cancelli di Mirafiori a causa di una contestazione organizzata dai sindacalisti della Fismic. Dapprima alcuni aderenti a questo sindacato hanno urlato davanti a fotografi e telecamere, intimando a Vendola di andarsene, “perché il comunismo è finito”. Poi hanno mostrato fotocopie di un articolo de Il Giornale critico nei confronti del leader di Sel. Questa decina di attivisti è stata fronteggiata da altrettanti sostenitori di Vendola e tra i due schieramenti sono volati insulti, minacce e qualche sputo. VENDOLA, REFERENDUM E’ UNA PORCATA – “Un referendum come questo è una porcata per usare la celebre espressione di Calderoli”. Lo afferma il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola ai cancelli di Mirafiori a proposito della prossima consultazione sull’accordo alle Carrozzerie. “Bisogna avere rispetto di tutti i lavoratori – ha aggiunto Vendola – comunque voteranno e io non voglio parlare di un orientamento al referendum perché decidono i lavoratori”. “Il Governo non è assente, il Governo che avrebbe dovuto svolgere il ruolo dell’arbitro tra le due squadre è invece sceso in campo a gamba tesa dalla parte di Marchionne”, ha aggiunto il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, in merito al prossimo referendum sull’accordo Fiat., “Questo è davvero un fatto gravissimo, inaudito – ha aggiunto Vendola – perché snatura anche le relazioni industriali nel momento in cui il Governo scende in campo contro i lavoratori”. CAMUSSO,PAROLE BERLUSCONI-MARCHIONNE DANNO PAESE – “Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l’amministratore delegato della Fiat tra chi fa più danno al nostro Paese”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, commentando le parole del premier, Silvio Berlusconi, secondo cui se passa il no al referendum di Mirafiori ci sono buoni motivi per lasciare l’Italia FIOM ACCUSA AZIENDA,ASSEMBLEE PER CHIEDERE DI VOTARE SI – I dirigenti della Fiat stanno incontrando gruppi di lavoratori per spiegare l’accordo ma di fatto per chiedere di votare si’. A dirlo e’ il responsabile del settore auto della Fiom Giorgio Airaudo che accusa la Fiat di fare sindacato svolgendo le proprie assemblee. La Fiat ha risposto che ”e’ nelle sue prerogative” spiegare un accordo che l’azienda ha firmato. ”Da questa mattina, alle Carrozzerie di Mirafiori, afferma Airaudo, si sta verificando un fenomeno singolarissimo. La produzione viene fermata dall’Azienda e gruppi di lavoratori vengono riuniti dalla gerarchia aziendale che spiega loro, a modo suo, i contenuti dell’accordo separato del 23 dicembre. In pratica, la Fiat sta facendo le sue assemblee”. ”Nel silenzio dei sindacati firmatari – accusa Airaudo – l’Azienda ha assunto non solo la guida diretta del fronte del si’, ma addirittura l’iniziativa di sostituirsi ai sindacati stessi. A questo fatto, gia’ clamoroso, se ne aggiunge un altro gravissimo. I capi dicono ai lavoratori delle Carrozzerie che il testo dell’accordo – che e’ stato distribuito ai lavoratori solo dalla Fiom, ovvero dal sindacato che non lo ha sottoscritto – non sarebbe l’ultima versione dell’accordo stesso. Questa è una patente bugia che, evidentemente, viene diffusa a scopi puramente propagandistici.” ”Se quel che i capi stanno dicendo fosse vero – aggiunge – in quale luogo segreto l’accordo sarebbe stato modificato? E ancora: i sindacati firmatari ne sono stati informati? E soprattutto: su che cosa veramente si voterà nel referendum del 13 e 14 gennaio? Altro che modernità e innovazione delle relazioni sindacali, la realta’ e’ che oggi alla Fiat i lavoratori vengono considerati come una proprieta’ aziendale e non e’ previsto nessuno spazio per una loro autonoma rappresentanza. Siamo tornati all’epoca dei padroni delle ferriere”. LINGOTTO, INCONTRI RIENTRANO IN PREROGATIVE AZIENDA – La Fiat ha confermato lo svolgimento di incontri precisando che essendo firmataria dell’accordo del 23 dicembre sta illustrando il contenuto di quell’intesa nell’ambito delle proprie prerogative. Gli incontri, per i quali non sono previste le procedure e le formalità delle assemblee, sono tenuti dai vari responsabili all’interno della Carrozzerie. “E’ un’attività – ha spiegato Fiat – che rientra nelle proprie prerogative. STRISCIONE CONTRO MARCHIONNE A CANCELLI MIRAFIORI – “Fiat = sfruttatori e assassini rottamiamo Marchionne e i suoi scagnozzi”: questa la scritta su uno striscione firmato Collettivo Comunista Piemontese, con il simbolo di una stella e della falce e martello appeso alla Porta 2 di Mirafiori accanto a molti altri striscioni, manifesti e bandiere che oggi sono comparsi nel principale ingresso utilizzato dagli operai delle Carrozzerie. Il clima ai cancelli di Mirafiori è comunque assolutamente tranquillo: pochi i volantini distribuiti, molti i giornalisti, fotografi e operatori televisivi presenti in attesa del cambio turno e della visita del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola BOTTA E RISPOSTA CAMUSSO-MARCHIONNE – “Non si può confondere il cambiamento con un insulto all’Italia”. L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, risponde così alla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Se introdurre un nuovo modello di lavorare in Italia – ha detto Marchionne al Salone dell’Auto di Detroit – significa insulto mi assumo le mie responsabilità, ma non lo è. L’ho già detto e lo continuo a ripetere: è un messaggio totalmente coerente con la strategia industriale di questo gruppo”. “Siamo assolutamente convinti – ha aggiunto – che il modo di operare industrialmente in Italia, anche sulla base della nostra esperienza a livello internazionale, debba essere rinnovato. Stiamo cercando di cambiare una serie di relazioni che storicamente hanno guidato il sistema italiano. In questo sono assolutamente colpevole, stiamo cercando di cambiarlo, di aggiornarlo e di renderlo competitivo. Non si può confondere con un insulto all’Italia. Anzi vogliamo più bene noi all’Italia in questo senso cercando di cambiarla. Il vero affetto è cercare di fare crescere le persone e farle crescere bene, stiamo cercando di farlo a livello industriale. Il fatto che sia un modo nuovo non lo metto in dubbio e nemmeno che sia dirompente perché cambia il sistema delle relazioni storiche, ma che in questo si veda una mancanza di affetto verso l’Italia é ingiustificato. E’ uno sforzo sovraumano, non lo farebbe nessun altro”. CHI PERDE ACCETTI SCONFITTA – “In qualsiasi società civile quando la maggioranza esprime un’opinione anche con il 51 per cento, la minoranza ha perso”. Lo ha detto l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, parlando con i giornalisti al Salone dell’Auto di Detroit. “E’ un concetto di civiltà comune. Quando si perde – ha affermato – si perde. Io ho perso tantissime volte in vita mia e sono stato zitto. Sono andato avanti e non ho reclamato. Se venerdì vince il sì ha vinto il sì e il discorso è chiuso. Non possiamo fare le votazioni 50 mila volte. Capisco che nessuno voglia perdere, ma una volta che ha perso ha perso”. LANDINI A CGIL, BISOGNA FAR SALTARE ACCORDO – “Bisogna far saltare l’accordo, renderlo non applicabile ed essere in grado di riconquistare i diritti che in termini sindacali significa riaprire la trattativa e considerare la vertenza ancora aperta”. Lo afferma il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a margine dell’assemblea nazionale delle Camere del lavoro promossa dalla Cgil, parlando di Mirafiori. “Tutto il sindacato, tutta la Cgil lo capisca”, aggiunge. CAMUSSO, DA MARCHIONNE OGNI GIORNO SOLO INSULTI – L’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, “insulta ogni giorno il Paese”: lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all’assemblea nazionale delle Camere del lavoro, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano ‘Fabbrica Italia’. “Se Fiat può tenere nascosto il piano – ha aggiunto – è anche perché c’é un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti”. “La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive”, aggiunge Camusso, sottolineando “la debolezza industriale dell’azienda” ed “il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia”. “Se Fiat può tenere nascosto il piano è anche perché c’é un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti. E’ così tifoso – prosegue – che non ha il coraggio di vedere che quando l’amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date”, risposte “sbagliate”. La Fiom e la Cgil devono “stare dentro le fabbriche per costruire tutele, prospettive e posizioni”, altrimenti “diventiamo dipendenti non aiutati da altri, dipendenti dai tempi dei magistrati” e così “si definisce un vuoto”. Afferma Susanna Camusso sulla esclusione del sindacato dopo l’accordo di Mirafiori ed in caso di vittoria dei sì al referendum del 13 e 14 gennaio. “Su questo dobbiamo continuare a riflettere; la domanda che poniamo alla Fiom è se questa è l’unica conclusione possibile. Noi pensiamo – aggiunge Camusso – che il tema su cui ci vogliamo interrogare è come il giorno dopo” l’esito della consultazione “vediamo ed evitiamo le conseguenze di quell’accordo”. “Per me il cuore della contraddizione sta nei processi produttivi e se non si riparte da lì si resta fuori, non si ricostruiscono le condizioni per ripartire e costruire un’altra storia e altre condizioni di lavoro”. “VOTARE NO, SE VINCE SI’DOBBIAMO STARE IN AZIENDA” – La Cgil invita a votare no al referendum sullo stabilimento Fiat di Mirafiori ma se vincerà il sì va rispettato quel voto e trovato il modo di continuare a difendere i lavoratori dentro le fabbriche Fiat. Lo afferma Susanna Camusso, in una lettera sull’Unità di risposta ai delegati Fiom della Fiat. “Che la Cgil sia con voi e i lavoratori di Mirafiori e Pomigliano per tenere aperta la prospettiva di un cambiamento e che sia con voi nel dire no all’accordo voluto da Fiat e sottoscritto da altri – scrive – non vi è alcun dubbio. E non é certo solidarietà, ma la profonda convinzione che il modello Marchionne propone condizioni di lavoro che non vanno bene, sottrae diritti, mette in discussione la libertà dei lavoratori di essere rappresentati. No a quegli accordi è senza alcun dubbio il sentire di tutta la Cgil. Per questo, per rispettare ed essere a fianco dei lavoratori abbiamo detto di no, ci sembrava insufficiente criticare e giudicare l’uso del referendum, tema tutto vero, che viene, se mi permettete, un momento dopo lo stare insieme ai lavoratori. Un minuto dopo il provare ad aiutarli a dire no. Con grande rispetto per il travaglio che i lavoratori di Mirafiori avranno, proponendogli il no, e rispettando chi sceglierà il si. Perché la funzione di un sindacato è organizzare, tutelare i lavoratori, proporgli le vie del cambiamento, del miglioramento delle loro condizioni”. “Se dovesse prevalere il sì – sottolinea – se venisse sconfitta la nostra idea di votare no, ma comunque anche se si ritenesse valido il referendum, si applicherà quell’accordo; come ottempereremo allora alla nostra funzione di rappresentanza dei lavoratori, come ricostruiremo le condizioni del cambiamento? Questa la domanda che dobbiamo proporci proprio perché siamo insieme e vicini. Insieme oggi nel giudicare, ma pronti ad interrogarci per traguardare un futuro dentro le aziende Fiat. Sicuramente possiamo, vogliamo, dobbiamo incontrarci per fare insieme le riflessioni che la vertenza propone a tutti noi”.