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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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“Ferma censura chiusura centro trasfusionale di Lamezia” E' quanto afferma il consigliere regionale della CdL, Giuseppe Mangialavori

“Ferma censura chiusura centro trasfusionale di Lamezia” E' quanto afferma il consigliere regionale della CdL, Giuseppe Mangialavori
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“Il recente decreto Scura sulla riorganizzazione delle rete ospedaliera regionale presenta un serie di incongruenze e concretizza opzioni che non hanno affatto positiva incidenza sui territori e sulle comunità di riferimento. E non a caso – afferma il consigliere regionale della CdL, Giuseppe Mangialavori – si registrano proteste, critiche e censure da ogni parte della società civile (e non solo dal mondo politico e sanitario). Fra le misure adottate dal decreto, anche lo smantellamento del centro trasfusionale di Lamezia Terme. I fatti. Tale decisione – secondo Mangialavori – sarà gravida di effetti gravissimi sia per l’utenza ordinaria che per i vari reparti dell’ospedale lametino. Il centro trasfusionale di Lamezia Terme, infatti, è presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle altre patologie ematiche sia dell’hinterland Lametino che del Vibonese. E così, sia i pazienti di Vibo che quelli di Lamezia – stigmatizza l’esponente politico – dovranno sobbarcarsi l’onere di trasferirsi per le loro cure presso il presidio di Catanzaro. Il tutto, con disagi e difficoltà d’immediata intuizione. Da sottolineare che tale reparto, inoltre, ha sempre assolto ad un ruolo fondamentale nell’ambito delle urgenze mediche. Per cui, l’intera struttura ospedaliera lametina – rilancia Mangialavori – subirà gli effetti negativi di questa soluzione. In merito, ancora una volta, il decreto risulta doppiamente carente nella parte motivazionale: sussistenza di adeguati collegamenti (importante snodo ferroviario, aeroporto e svincolo autostradale); utenza interessata a tale servizio. All’incirca 150 mila i cittadini potenzialmente coinvolti nei servizi del centro trasfusionale lametino. Un’altra eccellenza regionale – conclude Giuseppe Mangialavori – messa in discussione da una decisione tutt’altro che condivisibile”.