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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Febbre del Nilo occidentale in Italia Primi casi di contagio in provincia di Cremona

Febbre del Nilo occidentale in Italia Primi casi di contagio in provincia di Cremona
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Nell’interesse della cittadinanza e in ausilio delle autorità preposte, lo “Sportello
dei Diritti [1]” non si ferma nell’attività informativa circa la diffusione
di patologie o di possibili epidemie in relazione del monitoraggio effettuato a seguito
dell’osservazione dei dati ufficiali che provengono dalle istituzioni sanitarie anche
di carattere internazionale. Purtroppo, anche quest’estate siamo costretti a segnalare
che dopo i casi a Sofia, Bulgaria, ulteriori casi umani del temibile virus della
febbre del Nilo occidentale (WNF) sono stati rilevati nell’UE e nei paesi vicini.
E non sono tardati ad arrivare anche i primi casi umani in Italia, complessivamente
quattro(di cui uno asintomatica), che sono stati confermati a Cremona, Parma e Reggio
nell’Emilia (2 casi), tre province già colpite quest’anno. Per quanto riguarda i
paesi vicini la Romania ha riferito un caso di febbre del Nilo occidentale nella
Contea di Sibiu recentemente colpita, un’ area interessata anche l’anno scorso. L’Ungheria
ha segnalato il primo caso di febbre del Nilo occidentale a Fejer County, un’area
interessata già nel 2013. Israele ha segnalato due nuovi casi da distretti già
colpiti, Tel Aviv e distretto centrale. Inoltre il virus del Nilo occidentale è
stato rilevato in Russia nelle zanzare nell’area di Lipetskaja e Voronezhskaya Oblast.
Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti [2]”,
ricorda che la segnalazione degli eventuali primi sintomi presso i pronto soccorsi
può aiutare a prevenire le gravi conseguenze che il contagio può provocare specie
nei soggetti più deboli ed esposti.In particolare, il virus in questione appare
con febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni,
accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore
oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea,
linfadenopatia e difficoltà a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani
e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche
quali meningite o encefalite. I sintomi più comunemente riportati da pazienti ospedalizzati
con la forma più severa dell’infezione erano: febbre elevata, forte mal di testa,
debolezza e paralisi flaccida, sintomi gastrointestinali, modificazione dello stato
mentale con disorientamento, tremori, convulsioni e coma. Più rari casi di eruzione
maculopapulare o morbilliforme sul tronco, collo, braccia o gambe;atassia, segni
extrapiramidali come anormalità dei nervi cranici, mielite, neurite ottica, poliraciculite,
attacchi epilettiformi.Generalmente il malato si rimette spontaneamente in 3-5 giorni,
ma la malattia può essere anche mortale in individui anziani e immunodepressi.Ricordiamo,
inoltre, che tra l’anno scorso e quello in corso numerosi paesi dell’UE avevano segnalato
casi di febbre del Nilo occidentale, in particolare Bulgaria, Croazia (membro dell’Unione
dal 1° luglio 2013), Ungheria, Romania e la Nostra Italia.É peraltro importante
sottolineare che l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)
ogni settimana pubblica un rapporto informativo sulla febbre del Nilo occidentale
che comprende mappe della attuale distribuzione geografica dei casi autoctoni umani
nell’UE e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con i dati precedenti, un aggiornamento
della situazione e una tabella del numero di casi di paese e zona. Esso è pubblicato
sul sito dell’istituzione europea ogni venerdì pomeriggio. L’obiettivo del progetto
è quello di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della
salute delle aree nelle quali risulta possibile il contagio del virus del Nilo occidentale
agli esseri umani al fine di sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza
della salute. Secondo la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati
membri devono avviare misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di
casi di febbre del Nilo occidentale. Una sfida importante per l’attuazione del presente
regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.