West Nile in Italy. Alta la soglia di attenzione per i diversi casi di contagio da
febbre del West Nile, o virus del Nilo occidentale, in Italia. Al momento gli aggiornamenti
dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile febbre del Nilo
Occidentale segnano purtroppo un nuovo record per l’Italia, posizionandola al vertice
come numero di casi da contagio nella UE. Sino al 20 ottobre e dal 5 giugno 2015,
sono 108 i casi di virus nell’uomo segnalati nell’UE di cui 60 in Italia. Le più
colpite le Province con alta popolazione, in particolare Milano, una provincia senza
una storia con precedente trasmissione locale. Il virus del West Nile, sottolinea
Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti [2]”, non si contagia
tramite il contatto con le persone infette, ma è trasmesso da zanzare e zecche
le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. La zanzara semplice
(Culex) a sua volta viene infettata da volatili come cornacchie, corvi, gazze e piccioni.
Il virus quindi, si sviluppa quando una zanzara o una zecca morde un uccello infetto
e poi “pizzica” una persona o un animale, i quali sono “ospiti finali”, cioè
non in grado di ritrasmettere il virus al vettore. Le zanzare portano la quantità
massima di virus ad inizio autunno, mentre il rischio di contrarre la malattia diminuisce
quando arriva il freddo intenso e le zanzare muoiono. Il virus era stato già isolato
nel 1937 nel distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima
volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. Negli
anni ’50 è stato riscontrato in uccelli, zanzare e moscerini in Egitto diffondendosi,
infine, anche in altri Paesi e diventando noto solo nel 2002, per aver scatenato
un’epidemia negli Stati Uniti.La maggior parte delle persone infette non mostra
alcun disturbo o, al massimo, sintomi leggeri quali febbre, arrossamento degli occhi,
mal di testa, dolori muscolari, nausea e vomito. Nei bambini è più frequente una
febbre leggera. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia
può essere più grave determinando, in extremis, casi di meningite. A causa dell’indisponibilità
di un vaccino contro l’infezione umana WNV, la prevenzione clinica svolge un ruolo
fondamentale nel ridurre la possibilità di esiti gravi della malattia. la popolazione,
soprattutto nelle zone colpite, dovrebbe essere informata circa le caratteristiche
tipiche della malattia ed agire attraverso strategie di controllo già a partire
dall’ambiente domestico.