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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Famiglia, la Piana di Gioia Tauro zona con il più alto tasso di divorzi

Famiglia, la Piana di Gioia Tauro zona con il più alto tasso di divorzi

Record negativo su scala regionale per la popolosa zona reggina. Il Meic ne analizza i motivi

Famiglia, la Piana di Gioia Tauro zona con il più alto tasso di divorzi

Record negativo su scala regionale per la popolosa zona reggina. Il Meic ne analizza i motivi

 

PALMI – Il M.E.I.C. (Movimento ecclesiale di impegno culturale) diocesano, in linea con le proprie finalità statutarie, che lo vedono proteso verso un impegno teologico e sociale, ove la fede: cerca, pensa, riflette all’interno di un percorso di applicazione del vangelo nella quotidianità e grazie ad una lunga e qualificata storia, che lo ha reso protagonista a livello nazionale fin dagli anni 1932-33, allora con il nome Movimento laureati di Azione Cattolica e dal 1980 come M.E.I.C., definito dal Papa Giovanni Paolo II nel 2002: “Avanguardia missionaria per il mondo della cultura e delle professioni all’interno della grande famiglia di Azione Cattolica”, ha inteso, su esplicita sollecitazione del vescovo S. E. Mons. Luciano Bux, intraprendere un percorso di studio circa le condizioni dell’istituto della famiglia nella nostra diocesi, sia sotto il profilo cristiano, sia dal punto di vista civilistico-sociologico.

Come M.E.I.C. siamo consapevoli del ruolo importante e decisivo che la famiglia svolge nella società e al contempo, preoccupati per gli attacchi senza precedenti che subisce, tesi a scardinare i tradizionali valori su cui essa poggia e a minarne il delicato equilibrio. Vive difatti, processi di forte evoluzione e cambiamento, con fenomeni di crisi acuta che ne certificano lo stato di malessere. Del resto tutta la società, che possiamo immaginare come la “grande famiglia”, nei suoi vari aspetti: politici, economici, sociali, culturali crea dinamiche, nel bene e nel male, molto accelerate, ecco quindi che la famiglia ed i suoi componenti in particolare, non possono sottrarsi ai condizionamenti di questo “mare in tempesta” che è la società odierna.

Mossi dall’esigenza di acquisire dati certi, la base di partenza del nostro lavoro di indagine è stata la distribuzione di un questionario, con domande a risposte libere, avente per oggetto la famiglia, distribuito in alcuni ambienti della Piana di Gioia Tauro, ove le persone coinvolte hanno potuto, in forma anonima, esprimere il proprio parere.

E’ stato il Vescovo, inoltre, a fornire un dato estremamente preoccupante: fra le diocesi calabresi è quella di Oppido-Palmi ad avere il record negativo di separazioni e divorzi in rapporto agli abitanti. Il matrimonio, sempre meno viene vissuto come indissolubile e come sacramento cristiano. E’ l’ennesima conferma dello stretto legame esistente fra crisi sociale e crisi familiare. A questo proposito ci piace ricordare la citazione dell’Enciclica “Caritas in veritate” del Papa Benedetto XVI, contenuta nel messaggio inviato in occasione della 46° Settimana Sociale dei cattolici italiani tenutasi a Reggio Calabria, ove si afferma che: “Il rischio del nostro tempo è che all’interdipendenza di fatto tra gli uomini non corrisponda l’interazione delle coscienze e delle intelligenze”.

In una fase successiva, per meglio approfondire i dati fornitici dalle istituzioni religiose e civili sono state organizzate due giornate di studio sotto la guida di Mons. Luigi Blefari, membro del Tribunale Ecclesiastico Regionale e dell’avv. Giuseppe Marafioti nella veste di civilista e matrimonialista. Al fine di coinvolgere sul tema famiglia: le autorità civili, le organizzazioni sociali e i cittadini, è stato, in ultimo, organizzato un convegno con la partecipazione, tra gli altri, in veste di relatori, del Giudice del Tribunale dei minori di Reggio Calabria dott. Augusto Sabatini e dell’assistente sociale, del Consultorio familiare diocesano, dott.ssa Graziella Larizza.

Cosa è emerso dai dati complessivi acquisiti? Sicuramente, come si accennava, una trasformazione sostanziale dell’istituto della famiglia e del modo di pensare e di agire dei suoi componenti. Va subito detto che in confronto alla precedente generazione, in media si arriva al matrimonio, per i più svariati motivi, a un’età sensibilmente maggiore. Vediamo nei dettagli i protagonisti: iniziamo dal marito. Egli non è più il capo della famiglia e non è l’unico responsabile di essa anche dal punto di vista economico. Debellata, in grande parte, la pseudo cultura maschilista, i coniugi delle nuove generazioni vivono il loro rapporto di coppia in termini di parità negli affetti, nei diritti e nei doveri. Non c’è più la distinzione fra il marito che cura i rapporti esterni e la moglie che bada solo alla casa e ai figli, oggi entrambi i coniugi si occupano di tutto, indifferentemente dai ruoli, sia all’esterno che all’interno della famiglia. La moglie di conseguenza, vive a pieno il suo ruolo da protagonista, non solo nel privato fra le mura domestiche, come un tempo, ma anche nei rapporti con la società. Si è arrivati a questo oltre che per un’evoluzione sociale dovuta al progresso economico e all’influenza dei media, anche per una maggiore emancipazione e a una maggiore istruzione. Se per un verso, questi cambiamenti nella relazione di coppia si possono considerare positivi, presuppongono però per farla funzionare e procedere nel suo percorso evolutivo in maniera armonica, di una molteplicità di condizioni, vediamone alcune: amore maturo reciproco, condivisione delle scelte, senso di responsabilità, altruismo, fedeltà, ecc.. Fattori che necessitano di maturità psicologica, affettiva, caratteriale del coniuge che non sempre sono presenti. Bisogna rilevare che oggigiorno, le insidie alla serena e matura vita di coppia sono molteplici. Intanto va citato il dato economico, che riveste un ruolo essenziale per una dignitosa vita familiare; per un verso la crisi economica e la disoccupazione e per l’altro il consumismo sfrenato minano la serenità della famiglia. In verità anche presso le famiglie cosiddette agiate troviamo la crisi della coppia, ma in questi casi altre sono le motivazioni. In presenza di figli, i problemi oltre che aumentare si complicano. In verità essi, in numero vistosamente minore rispetto alla generazione dei nostri padri, sembrano quasi mettere in crisi la coppia, infatti, alla gioia per la paternità e maternità di un tempo, si è sostituito un timore diffuso di concepire nuove vite, vuoi per egoismo o per difficoltà economiche, ma anche per paura del futuro. Ai primi anni di vita dei figli, seppur difficili da gestire, si aggiungono le fasi successive della crescita, ove alle preoccupazioni dei genitori per il loro mantenimento, all’interno di un auspicabile sano percorso educativo, si aggiungono i conflitti generazionali e timori circa le scarse possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro. Per certi versi la famiglia, quando ne ha le possibilità, cerca di supplire a tutte le assenze di programmazione e di attenzioni delle istituzioni pubbliche nei confronti dei giovani; ma questo presuppone famiglie solide economicamente, oltre che culturalmente evolute. Alle volte, ove sono presenti, sono anche i nonni a soccorrere economicamente e non solo, i bisogni della famiglia, spesso però senza ricevere in cambio le dovute amorevoli attenzioni.

Davanti a una situazione così precaria, che richiederebbe corpose politiche pubbliche di intervento mirate a supportare la famiglia in formazione o in difficoltà, ci siamo chiesti: cosa può fare la comunità ecclesiale locale? Ci sono margini per ritagliarsi un ruolo positivo, che veda tutti i potenziali soggetti: singoli, famiglie, gruppi ecclesiali, presbiteri ecc. coinvolti in percorsi pastorali di aiuto alle famiglie? Secondo noi sì. Del resto cosa sarebbe la fede senza l’attenzione verso il prossimo e senza la speranza?. Con molta umiltà intendiamo quindi, sottoporre all’attenzione del Vescovo e di tutta la chiesa diocesana alcune proposte operative:

q  Istituire in ogni parrocchia un itinerario formativo per giovani fidanzati e non, incentrato sulle problematiche familiari.

q  Istituire gruppi parrocchiali di sostegno alle giovani coppie.

q  Utilizzare il Consultorio familiare diocesano nelle attività formative parrocchiali.

q  Creare dei gruppi di lavoro per il monitoraggio delle problematiche familiari presenti nelle singole parrocchie.

q  Attivare iniziative di formazione nel campo della sessualità in sinergia con il Consultorio familiare diocesano e con la locale Associazione dei medici cattolici.

q  Potenziare, valorizzare e rendere più agevolmente fruibile la biblioteca annessa all’Istituto Teologico Pastorale di Gioia Tauro, o di altre presenti in diocesi, anche con strumenti informatici avanzati, al fine di essere non tanto luogo di conservazione di libri, ma strumento incisivo di formazione dei giovani oltre che valido ausilio culturale di supporto agli studenti e alle famiglie.

Il M.E.I.C, a conclusione di questo impegnativo e coinvolgente percorso di studio sulla condizione della famiglia nella nostra diocesi, sente il bisogno di tenere desta l’attenzione sul tema per il futuro, perché la famiglia è la base per la formazione civile e religiosa dell’individuo, convinti come siamo che più famiglia di qualità significa meno drammi individuali e sociali.