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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Faida di Vibo: blitz tra Calabria e Lombardia. Sette arresti per chiudere la scia di sangue

Faida di Vibo: blitz tra Calabria e Lombardia. Sette arresti per chiudere la scia di sangue

L’operazione dei carabinieri coinvolge le ‘ndrine in guerra tra Stefanaconi e Piscopio

Faida di Vibo: blitz tra Calabria e Lombardia. Sette arresti per chiudere la scia di sangue

Le persone coinvolte avrebbero nascosto armi e segni delle forze di polizia utilizzate in azioni contro i rivali. L’operazione dei carabinieri coinvolge le ‘ndrine in guerra tra Stefanaconi e Piscopio ed ha interessato anche l’area in provincia di Monza e Brianza

 

 

VIBO VALENTIA – Sette persone sono state arrestate dai carabinieri di Vibo Valentia tra il vibonese e Besana in Brianza (Monza e Brianza) nell’ambito delle indagini sulla faida tra le famiglie di ‘ndrangheta di Stefanaconi e della frazione Piscopio di Vibo. I sette, di cui tre già detenuti, sono accusati di porto e detenzione di armi e possesso di segni distintivi contraffatti. Gli indagati avrebbero nascosto armi e segni delle forze di polizia utilizzate in azioni contro i rivali.

PROCURATORE: PRESI ARMIERI GRUPPO

Sono considerate gli armieri del gruppo dei Patania di Stefanaconi, da tempo impegnati in un scontro con il gruppo dei Fiorillo-Struglio-Battaglia operanti nella frazione Piscopio di Vibo, le sette persone, tra le quali due donne, arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia con l’accusa di porto e detenzione di armi clandestine, ricettazione e possesso di segni distintivi contraffatti. “Si è trattato – ha sostenuto il procuratore di Vibo Valentia Mario Spagnuolo – di investigazione pura ed i risultati sono estremamente importanti. Il lavoro comunque non finisce qui. Eravamo sicuri di aver messo le mani su degli armieri. Si é sviluppata un’attività di intelligence importante che ha consentito di ricostruire tutta una ulteriore serie di fatti legati alla detenzione delle armi insieme ad altri oggetti che formano un corredo logico quali contrassegni, distintivi, lampeggianti come quelli in dotazione alle forze dell’ordine. Quello di oggi è il contributo che la Procura ordinaria dà in questo momento alla Dda di Catanzaro che sta sviluppando un’attività di indagine per episodi collegati alla presenza di queste persone e che speriamo che presto possa arrivare a conclusione. Abbiamo fatto un buon lavoro, dando un contributo alle indagini della Dda con cui c’é una collaborazione costante, forte e positiva con un continuo scambio di idee”. Il comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia, Daniele Scardecchia, ha sottolineato come “non si sia trattato di un servizio occasionale, ma mirato. Abbiamo anche definito il ruolo delle donne. Sono loro ad occultare le armi ed a portare all’esterno le disposizioni ricevute nei colloqui in carcere con i detenuti”. “L’attività – ha sostenuto il comandante della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone – scaturisce da una conoscenza capillare del territorio”. I provvedimenti restrittivi sono stati notificati a Antonio Caglioti, di 55 anni, di Gerocarne; Cosimo Domenico Caglioti (24), di Gerocarne; Damiano Caglioti (23), di Gerocarne; Caterina Caglioti (30), di Stefanaconi; Alessia Cirillo (20), di Acquaro; Nazzareno Patania (39), di Stefanaconi; Daniele Bono (26), di Gerocarne.