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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Fabbrica auto Gioia: Cgil organizza manifestazione dopo il dietrofront di Lcv Mobilitazione degli stati generali della Piana nella giornata del Primo Maggio. Piena adesione del sindaco di Gioia Tauro Pedà - GUARDA IL SERVIZIO

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Il dietrofront del fondo americano, che doveva investire fior di quattrini in una fantomatica fabbrica di auto elettriche nel retro-porto di Gioia Tauro, ha scatenato le ire dei sindacati e del mondo politico, illusi, sedotti, ma poi abbandonati, dagli yankee di “Lcv Management”. Avevano promesso manodopera e assunzioni pari a 800 unità e forse qualcosina di più. Ora è tutto svanito in un batter d’occhio. Come un gioco di prestigio, o per meglio dire, come un bluff stile “stangata”, hanno annunciato il loro disimpegno da Gioia Tauro. Una finanza apolide e rapace cercava di sfruttare l’occasione. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto per i loro disegni speculativi. Ora ai sindacati e al mondo della politica, non resta altro che la retorica.

La recriminazione verso un colpevole non definito con una manifestazione sindacale, ma non solo, in occasione del primo maggio, che in questo caso, forse, trova una sua solida giustificazione. L’idea l’ha lanciata la Cgil della Piana e sposata in pieno dal sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà: “dobbiamo costruire qualcosa di diverso da una semplice festa della memoria”, ha affermato il primo cittadino gioiese . “La CGIL – ha aggiunto – l’ha definita una convocazione degli ‘Stati generali della Piana’ ed io da oggi lavorerò per coinvolgere tutti i sindaci della Città degli Ulivi”.

Punta il dito contro la classe politica nazionale Nino Costantino della CGIL, “La decisione di ‘LCV’ di non investire più a Gioia Tauro è gravissima. Non può essere accettato che una società che da oltre un anno ha contatti, incontri e discussioni con il Governo italiano e i suoi tecnici decida improvvisamente di rinunziare all’investimento in Calabria, stravolgendo quindi il progetto industriale originario.”

“Il Presidente del Consiglio Renzi – ha aggiunto l’esponente della Cgil – promette sempre e non mantiene mai, annuncia e non rende reali e concrete le prospettive di rilancio dell’area industriale di Gioia Tauro. E questa decisione può anche rappresentare un ulteriore colpo allo sviluppo del Porto di Gioia verso cui il Governo nazionale ha dimostrato disinteresse. Per questo chiediamo che si convochi un tavolo alla Presidenza del Consiglio presieduto da Renzi per affrontare e risolvere questa gravissima situazione, altrimenti ci mobiliteremo.