Esclusiva, la chiusura del DAP dietro le minacce di Washington a Mosca Il mondo alla vigilia di una III° guerra universale?
Maurizio Compagnone
Analista
L’amministrazione Biden ha pianificato la chiusura dell’oleodotto DAP “Dakota Access Pipeline”, fortemente voluto da Trump nel 2017 per sostenere il comparto agroalimentare americano.
Questa insana scelta avrà conseguenze disastrose nelle tasche del popolo americano. Si avranno ricadute sui beni primari, il cibo.
Biden non sembra preoccuparsene più di tanto, lui ha la mossa di riserva, le ricchezze petrolifere e gassifere e minerarie del Donbass, regione orientale dell’Ucraina. Biden usa il principio dei vasi comunicanti, DAP-Donbass.
Il Deep State non vuole mollare la presa, è l’ultima speranza per fermare la lunga marcia dei trackers diretti verso Capitol Hill.
Nel frattempo il Deep State, per questa domenica, ha predisposto un “Piano B”, alzare i livelli delle antenne di Haarp ai valori massimi, al fine di provocare una tormenta di neve tra il confine sud del Canada e quello nord degli Stati Uniti, per fermare la marcia dei bisonti della strada.
Biden per salvare la sua presidenza, ha solo una via di uscita, portare in DEFCON 2 il livello di scontro con i russi, approfittando del blocco dei truckers.
Solo una guerra potrà salvare la presidenza Biden prima che i prezzi nei supermercati americani aumentino, e le proteste salgano.
Le ripercussioni della chiusura del DAP saranno devastanti per i grossi gruppi industriali che operano nell’agricoltura. La Silicon Valley del settore agricolo americano, la regione del Corn Belt, ritenuta il cuore pulsante dell’agricoltura statunitense per le eccellenti condizioni pedologiche e climatiche, favorevoli alla coltura del mais, avena, foraggi, soia e tabacco, sfama i 2/3 del patrimonio zootecnico statunitense che viene macellata a Cincinnati, Chicago, Kansas City, Omaha, Saint Louis, Saint Joseph e Saint Paul.
Bastano questi numeri per capire quanto inciderà la chiusura del DAP. I costi in aumento per i produttori del Corn Belt sono quantificati in diversi miliardi l’anno con notevoli ripercussioni sul consumatore finale. I costo del carburante inciderà pesantemente nella filiera alimentare.
I dati che le società di trasporti hanno elaborato, parlano chiaro,
si passerebbe da 1.31 $ a Bushel, equivalente a 27,216 kg di grano; 25,4 kg di mais; 21,772 kg di orzo; 25,301 kg di segale; 14,515 kg di avena; 27,216 kg di soia, a 3,84 $ per carico-tir. L’American Farm Bureau Federation, non è in grado al momento di stimare il decremento del profitto per le aziende di trasporto, che avrà conseguenze anche sul personale truckers .
Negli Stati Il trasporto di petrolio tramite oleodotto non è solo più conveniente ma anche il meno impattante per l’ambiente. Uno studio del 2017 pubblicato da Environmental Science and Technology ha rilevato che “il trasporto su oleodotti, produce tra il 61% e il 77% in meno di emissioni di GHG (gas serra) rispetto alla linea ferroviaria.
La chiusura del DAP voluta da Biden porterà un aumento dei prezzi delle materie prime, anche Wall Street, non può tenerne conto.
L’inflazione, nonostante un’economia in ripresa e una politica monetaria e fiscale accomodante sarà devastante per gli Stati Uniti d’America. Le politiche ambientali di Biden, renderanno la divisa americana, più debole, mentre un lungo serpentone di bisonti sono in marcia dal Canada verso Capitol Hill.
Il Deep State ha urgenza di trovare altre fonti dove “prelevare” anche con la forza l’oro nero.
Biden spera che la tormenta faccia desistere i truckers dalle proteste che stanno mettendo in ginocchio il paese.
La soluzione si chiama Ucraina, o meglio l’area del Donbass, regione orientale russofona del paese, la più ricca e più evoluta.
Gli Stati Uniti nei momenti difficili in casa propria, hanno sempre guardato in casa di altri.
Una ingiustificata aggressione, con la copertura di alleati proni alle scelte errate del Caesar d’America.
Alleati – terribile dirlo – ottusi, incapaci, sciocchi, accomodanti sulle decisioni prese da altri, piuttosto che rafforzare i rapporti con la Russia paese a cui siamo legati da radici culturali, etniche, antropologiche.
I leader dei paesi membri europei non hanno mai pensato a plasmare una politica estera europea che inglobi Mosca come alleato e non come nemico.
Una Ue federata con Mosca, aprirebbe scenari economici non quantificabili. Nella mia cospirazione vedo un’Eurasia, che estendendosi da Lisbona a Vladivostok, assumerebbe il ruolo di primaria potenza economica mondiale. Purtroppo i leader sono affetti da diplopia oculare e preferiscono farsi manipolare da
Davos e dal Pent-ATO.
L’Amministrazione Biden ha i giorni contati, se non risolve il problema energetico, una larga fetta della popolazione americana che vive nella soglia di povertà, morirà di fame. Bisogna ricordare che la fame non è causata dalla reale carenza di cibo ma dalla politica scellerata dei governanti.
Un Holodomor è dietro l’angolo, ancora una volta l’Ucraina al centro.
Gli stakeholder all’orizzonte ci insegnano ad essere prudenti, è buona cosa che il popolo americano, e perché no, anche quello europeo riempiano le dispense di scorte di cibo extra, imparino ad utilizzare le riserve del proprio corpo e a gestirlo in caso di digiuno forzato. Abbassando le calorie si può sopravvivere tranquillamente. Importante non farsi cogliere impreparati.
Maurizio Compagnone
Analista