Erano originarie di Catanzaro le due donne trovate morte in una villetta nel casertano
Nov 14, 2012 - redazione
Mamma e figlia scomparse nel 2004. Fermato il marito per omicidio ed occultamento di cavere. Per gli stessi reati è indagato anche il genero
Erano originarie di Catanzaro le due donne trovate morte in una villetta nel casertano
Mamma e figlia erano scomparse nel 2004, ma il marito e padre si rifiutava di fare la denuncia sostenendo che si trattasse di un allontamento volontario. La polizia, invece, ieri mattina, dopo la denuncia del fratello della donna ha fatto la scoperta dei due cadaveri nella villetta di famiglia
CASTEL VOLTURNO (CASERTA) – Per otto lunghi anni non ha denunciato la scomparsa della moglie e della figlia continuando a ribadire che si trattava di un allontanamento volontario. Ma nella mattinata di ieri, nella sua villetta di Baia Verde, un villaggio di case per le vacanze, che sorge lungo il litorale domizio, nel Casertano, i poliziotti hanno trovato due cadaveri. Saranno gli esami medico-legali, disposti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a dire con certezza se sono quelli di Elisabetta Grande e Maria Belmonte, scomparse dal 18 luglio del 2004 e che oggi avrebbero avuto 74 anni, la prima, 43 la seconda. I corpi, senza alcun segno di violenza, sono stati trovati, adagiati l’uno accanto all’altro, in unàintercapedine realizzata sotto il pavimento per scongiurare problemi di umidità. Accanto agli scheletri alcuni documenti ritenuti dagli investigatori di estremo interesse. Il marito e padre della due donne, Domenico Belmonte, 72 anni, medico, a lungo in servizio al carcere di Poggioreale, a Napoli, è stato interrogato per ore negli uffici della Questura di Caserta dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello. Difeso dall’avvocato Rocco Trombetti, ha respinto con determinazione ogni addebito. E’ stato aperto un fascicolo nel quale si ipotizzano i reati di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere. Anche l’ex marito della figlia è stato ascoltato dagli investigatori. La vicenda della famiglia Belmonte è cominciata una ventina di anni fa, quando Domenico, già direttore sanitario del sovraffollato penitenziario napoletano, sentendosi forse minacciato, decise di trasferire la famiglia nella loro casa di vacanza di Baia Verde. Tra quelle villette nascoste dalla vegetazione si sentiva più sicuro. A Baia Verde la moglie – un’insegnante in pensione originaria di Catanzaro – e la figlia con un matrimonio fallito alle spalle, hanno tentato di avviare anche un’attività commerciale che però non è andata bene mentre Domenico Belmonte, di tanto in tanto, faceva ritorno nella casa che la famiglia aveva nel centro storico di Napoli. Dal 2004 delle due donne si sono perse le tracce. Domenico con le poche persone con le quali ha avuto contatti in questi anni, tra cui l’ex genero, ha sempre detto che si trattava di un allontanamento volontario. E nel giardino ha lasciato per tutti questi anni anche la macchina della moglie. Lui, descritto come un professionista scrupoloso ma ora visibilmente trascurato, non si è allontanato mai più da Baia Verde, da quella villetta diventata un cimitero. Vestito malissimo usciva solo per curare il giardino. E trascorreva tanto tempo a leggere: oggi sul tavolo aveva un libro dal titolo ‘Liberaci dal male oscuro’, aperto al capitolo sulla depressione. Nessun contatto con i vicini. A far scattare l’allarme è stata la denuncia del fratello di Elisabetta, un medico di Catanzaro, che si è rivolto alla Polizia. E delle due donne si è interessata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?”. Così questa mattina nella villetta sono arrivati i poliziotti: Domenico Belmonte stava curando il giardino. Gli agenti hanno iniziato a passare al setaccio gli spazi esterni. Ma la scoperta è stata fatta solo grazie al ‘georadar’ del gabinetto regionale della polizia scientifica, che nell’intercapedine ha fatto la macabra scoperta.
FERMATO IL MARITO PER OMICIDIO E OCCULTAMENTO CADAVERE. EX GENERO INDAGATO
La Polizia di Caserta ha fermato per omicidio volontario e occultamento di cadavere Domenico Belmonte, 72 anni, marito di Elisabetta Grande e padre di Maria Belmonte, scomparse nel 2004. L’ex genero di Belmonte, Salvatore Di Maiolo, è indagato per gli stessi reati.
Durante la notte l’uomo, che ieri era stato interrogato per ore, è stato sottoposto a nuovi interrogatori: magistratura e Polizia hanno effettuato ulteriori approfondimenti, verifiche e riscontri. Infine è stato disposto il provvedimento. Ieri nella villetta del litorale domizio di Belmonte, in località Baia Verde di Castel Volturno (Caserta), sono state trovate le spoglie di due persone che, verosimilmente, appartengono a Elisabetta Grande e alla figlia Maria, scomparse nel 2004. L’uomo non aveva mai presentato una denuncia, sostenendo che si era trattato di un allontanamento volontario. Le indagini della Polizia sulla scomparsa delle due donne sono scattate nello scorso mese di agosto. Ad occuparsene è stata, in particolare, l’unità “delitti insoluti” costituita da specialisti del Servizio Centrale Operativo (Sco) e della Polizia scientifica, mentre a livello locale le attività investigative sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, diretta dal vicequestore aggiunto Angelo Morabito, e dal commissariato di Castel Volturno, guidato dal primo dirigente Davide Della Cioppa.
FERMATO INCONTRA LEGALE, NEGA ADDEBITI
Domenico Belmonte, l’ex direttore sanitario del carcere di Poggioreale di Napoli, fermato per la morte della moglie e della figlia, Elisabetta Grande e Maria Belmonte, ha incontrato stamani, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il suo legale Rocco Trombetti. Belmonte, secondo quanto si è appreso, al momento del fermo non ha pronunciato alcuna parola. Ieri Belmonte è stato interrogato per ore negli uffici della Questura di Caserta e ha respinto con determinazione ogni addebito sostenendo che la moglie e la figlia si sarebbero allontanate spontaneamente dalla loro abitazione dove ieri mattina i poliziotti hanno rinvenuto i due cadaveri. Al termine dell’interrogatorio, ieri sera tardi, era tornato nella sua abitazione dove in nottata lo hanno raggiunto gli agenti per trasferirlo nel penitenziario sammaritano.
BELMONTE, SONO INNOCENTE. LEGALE: E’ PROVATO MA DECISO A DIFENDERSI STRENUAMENTE
“Sono innocente, di questa storia non so nulla”: Domenico Belmonte, l’uomo in cella dopo il ritrovamento di due cadaveri nella sua villetta di Castel Volturno, che potrebbero essere presumibilmente della moglie e della figlia, continua a respingere con forza ogni accusa. Lo ha fatto nuovamente questa mattina in un incontro con il suo legale, Rocco Trombetti, avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. “Belmonte – ha riferito il legale – è apparso provato ma anche deciso a difendersi strenuamente. A suo carico nessuna accusa concreta ma solo indizi” – ha aggiunto l’avvocato Rocco Trombetti. “Si tratta – aggiunge il legale che ha assunto la difesa d’ufficio – di indizi basati su considerazioni di ordine deduttivo, ma non c’é alcuna prova sostanziale”.
INTERROGATORI IN QUESTURA
Gli agenti della Squadra mobile della Questura di Caserta stanno ascoltando in queste ore diverse persone per far luce sul duplice omicidio di Elisabetta Grande e Maria Belmonte, i cui cadaveri sono stati trovati ieri in una villetta di Baia Verde di Castel Volturno, sul litorale Domiziano in provincia di Caserta. Gli investigatori vogliono accertare con precisione quando le due donne sono state viste in vita per l’ultima volta. La scomparsa – a quanto si apprende – risalirebbe al mese di aprile del 2004. Il marito, Domenico Belmonte, dalla scorsa notte in carcere per un provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha ribadito che le due donne si sarebbero allontanate volontariamente da casa e per questo motivo non ne avrebbe denunciato mai la scomparsa.
BELMONTE E FIGLIA, LEGAME CON CARCERE. ENTRAMBI HANNO LAVORATO NELLA STRUTTURA DI POGGIOREALE
All’interno del carcere di Poggioreale, a Napoli, Domenico Belmonte, Mimmo per amici e parenti, ha svolto l’intera carriera. Assunto come medico addetto ad uno dei padiglioni è diventato direttore sanitario del penitenziario napoletano, dove da sempre il principale problema è quello del sovraffollamento. Chi lo conosce bene, ricorda che però Belmonte è sempre stato molto riservato. Pochissimi contatti con i colleghi e con gli uomini della polizia penitenziaria che però ne hanno sempre apprezzato lo scrupolo e l’impegno nel lavoro. Nota però era la sua preoccupazione di subire minacce da parte della criminalità organizzata o da qualche recluso. Ma anche altri due protagonisti di questa triste vicenda hanno lavorato nel penitenziario napoletano. La figlia di Belmonte, Maria, che oggi avrebbe avuto 43 anni, infatti è stata infermiera nella struttura penitenziaria dove ha conosciuto Salvatore Di Maiolo, anche egli infermiere del carcere e ritenuto uno dei più fidati collaboratori di Belmonte. Maria e Salvatore si sono sposati e poi lasciati qualche tempo dopo. Anche il dottor Belmonte ha continuato a vivere a Napoli mentre moglie e figlia erano nella villetta di Baia Verde.
FRATELLO VITTIMA: CONFIDO SAPERE VERITA’
“Prendo atto dell’iniziativa della Procura di Santa Maria Capua Vetere e ringrazio i media, e in particolare la trasmissione ‘Chi l’ha vistò per l’impegno profuso rispetto al caso della scomparsa di mia sorella e di mia nipote”. E’ questo il commento al fermo di Domenico Belmonte, fatto da Lorenzo Grande, fratello di Elisabetta Grande e zio di Maria Belmonte, le donne scomparse nel 2004 ed i cui cadaveri sono stati trovati ieri in una villetta a Castel Volturno. “Attendo fiducioso – ha aggiunto Lorenzo Grande – la rapida conclusione delle indagini e soprattutto l’individuazione dei colpevoli di questo agghiacciante delitto. Il fermo giudiziario del dott. Belmonte trova evidentemente riscontro nelle prime risultanze investigative. Confido che con l’aiuto del mio legale, l’avv. Nunzio Raimondi, riusciremo a fare emergere tutta la verità e ad ottenere la condanna dei responsabili”. Lorenzo Grande, di Catanzaro, è medico oculista e lavora a San Giovanni in Fiore, nel cosentino. La sorella, anche lei nata a Catanzaro, si era trasferita in Campania da decine di anni, tanto che la figlia, Maria Belmonte, era nata a Napoli il 4 luglio del 1969.
BELMONTE NON HO MAI RITIRATO PENSIONE. CONTINUA A VIVERE DA SOLO IN RISTRETTEZZE ECONOMICHE
L’ex direttore sanitario del carcere di Poggioreale, Domenico Belmonte, dall’altra notte in stato di fermo perché gravemente indiziato dell’uccisione della moglie e della figlia, Elisabetta Grande e Maria Belmonte, benché in pensione da qualche tempo non ha mai ritirato l’assegno mensile della pensione. L’uomo, secondo quanto accertato gli investigatori, avrebbe vissuto in estrema ristrettezza economica benché disponesse la possibilità di avere del denaro mensilmente. Così pure gli investigatori hanno accertato che dalla data della scomparsa della moglie e della figlia dal conto corrente di Elisabetta Grande non è stato prelevato neanche un solo euro: alla donna mensilmente veniva corrisposta la pensione di ex insegnante. L’unica preoccupazione di Belmonte era la cura del giardino, dove lo hanno trovato anche gli agenti che ieri mattina hanno eseguito la perquisizione, trovando in un’intercapedine i cadaveri delle due donne. (ANSA).