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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Entra nel vivo la tensione politica. Sindaci in difesa del Porto di Gioia Tauro

Entra nel vivo la tensione politica. Sindaci in difesa del Porto di Gioia Tauro

Bellofiore promuove una azione condivisa in difesa dello scalo

di LUIGI MAMONE

Entra nel vivo la tensione politica. Sindaci in difesa del Porto di Gioia Tauro

Bellofiore promuove una azione condivisa in difesa dello scalo


Entra nel vivo la tensione politica in difesa del Porto di Gioia Tauro. La crisi da tempo nell’aria – e fino a poche settimane fa dolosamente glissata dalle forze politiche e di governo – è esplosa in tutta la sua gravità nel momento in cui la Maersk  ha ufficializzato l’abbandono dello scalo gioiese.

Un crisi che stagnava nell’aria e i cui segnali premonitori erano fin troppo evidenti essendo note da tempo le  decisioni della governance  del transhipment di optare verso i più economici approdi di Tangeri e di Porto Said, con  – al contempo –  pressioni politiche  in ambito nazionale tese a rilanciare  gli scali portuali del Nord Est Genova, Livorno e Trieste in primis.

La protesta dei lavoratori portuali dei giorni scorsi, con l’intervento, molto di prammatica del Vicepresidente del Consiglio regionale, On. Antonella Stasi che non ha convinto più di tanto nessuno circa la attuabilità della linea di rilancio del porto dei Gioia, per come presentate dal governo regionale , ha dato  il “la”  a un momento di forte mobilitazione che ha visto – promosso dal Sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore – un consiglio comunale  aperto alla cittadinanza, alle forze politiche del comprensorio, ai sindaci e  ai neoeletti consiglieri provinciali, agli operatori del settore  portuale e agli imprenditori.

Lo stato dell’arte dopo gli interventi è preoccupante. Il futuro del porto appare compromesso dalla  politica stessa dei costi che rendono  – oggi – lo scalo gioiese non più competitivo  in un contesto  di azioni politiche scarsamente incisive, marcate, dalla generale  pilotata ignavia che  ha contraddistinto  negli ultimi 20 anni le azioni politiche  volte al decollo dell’area industriale e dell’interporto compromettendo la creazione delle tanto attese aree industriali che avrebbero dovuto rappresentare un valore aggiunto all’attività di transhipment ma soprattutto il salvagente dell’intera area portuale che avrebbe smesso di dipendere dal solo  traffico di scarico e ricarico dei container sulla banchine di quella che ormai non è più la  unica porta d’ingresso  mediterranea ai mercati europei.

Ma tant’è. Oscure regie  negli anni hanno fatto si che il porto restasse  chiuso e funzionale ai soli interessi delle  lobbies del transhipment: quelle che oggi vanno via senza dire grazie ne’ dire arrivederci e che hanno consnetito che  l’intera area  gioiese  venisse vocata  solo a “ cloaca massima della Piana del Tauro “  e a inceneritore  eccellente per i rifiuti di buona parte della regione, con compromissione delle residue potenzialità, non ultima  fra le tante il turismo.

Ancora  vi sono spazi di manovra, è stato detto – ma occorre una linea di fermezza e di compattezza unita alla coscienze e consapevolezza  di dover impedire il ridimensionamento o la chiusura del Porto e di dover rivedere  gli accordi che  ne limitano oggi la fruibilità e la riconvertibilità.

Il Porto è una risorsa della Regione  e dei calabresi e l’economia dell’intera calabria è legata alle sorti del Porto hanno stigmatizzato i  che  sindaci daranno così vita a nuove azioni sinergiche e congiunte volte anche a  levare l’indice  contro il governo centrale quello  regionale e a costringere la classe politica di governo a assumersi – nel bene e nel male –  le proprie responsabilità dio un fallimento che risuonerebbe come la vittoria di tutte le più becere logiche mafiose.

Nella sua trentennale storia, il porto di Gioia  è stata la conferma di come la lotta alla criminalità e alle mafie si attui attraverso la crescita civile e culturale, il  lavoro e la creazione di sempre nuovi  posti di lavoro. Quello che è stato creato , in termini occupazionali  dentro il porto e attorno  al porto  è  percentuale residuale di quanto avrebbe potuto essere.  Perdere anche  questa minima risorsa occupazionale  – significherà miseria, povertà,  tensioni sociali e brodo di coltura per la crescita della criminalità e il rafforzamento delle mafie.

Ma i cittadini onesti non ci stanno. I lavoratori del porto, i giovani della Piana vogliono crescere nella legalità e con il lavoro su questo è stato tassativo Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro che ha assicurato una azione continua e dura a difesa del porto e dell’economia del comprensorio.

redazione@approdonews.it