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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 MAGGIO 2024

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Elezioni Vibo, Bevilacqua sui candidati indagati "I candidati a sindaco, probabilmente all'oscuro dei precedenti di alcuni componenti della loro coalizione, avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione nel lavoro di selezione"

Elezioni Vibo, Bevilacqua sui candidati indagati "I candidati a sindaco, probabilmente all'oscuro dei precedenti di alcuni componenti della loro coalizione, avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione nel lavoro di selezione"
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“Desta più di qualche perplessità e preoccupazione l’elenco degli aspiranti al
consiglio comunale indagati e crea un certo disagio anche in considerazione della
sottoscrizione da noi candidati a sindaco del protocollo sulla legalità promosso
da Libera”. Esordisce così il candidato a sindaco di Fratelli d’Italia, Franco
Bevilacqua in merito all’articolo apparso ieri sulla Gazzetta del Sud un cui si fa
riferimento ad esponenti indagati nelle coalizioni di Costa e Lo Schiavo. Bancarotta
fraudolenta, falso ideologico in atti pubblici e concorso in abuso d’ufficio, sono
alcuni dei reati contestati, ma anche rapporti con ambienti malavitosi. I candidati
a sindaco, “probabilmente all’oscuro dei precedenti di alcuni componenti della loro
coalizione, avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione nel lavoro di selezione
dei propri candidati. E’ del tutto evidente – sostiene il senatore – che il voto
non può essere libero e trasparente, e potrebbe mettere in discussione all’indomani
dello scrutinio l’esito stesso dei risultati”. Ci lascia increduli, prosegue la
nota, che “nelle liste di un ex magistrato ci siano, come riportato dalla stampa,
candidati alle prese con problemi di giustizia. Certamente, come sancito dalla
Costituzione, ogni indagato è presunto innocente sino a sentenza definitiva, ma
ciò non giustifica la necessità di candidarli. Spiace dover ricordare che il giudice
Costa, che è stato così attento nell’escludere assessori della precedente amministrazione
solo perché a suo avviso non avrebbero bene amministrato, non abbia usato la medesima
attenzione per escludere dalle liste – sostiene Bevilacqua – candidati sulla cui
moralità e trasparenza si nutrono seri dubbi e la cui posizione è attenzionata
dalla magistratura. Non basta affermare gli inquisiti si facciano da parte, perchè
una volta in lista potranno essere votati e contribuire ai risultati della coalizione”.
Ed ancora, “è priva di credibilità la replica del segretario del Pd, Stefano
Soriano, quando dichiara che nelle liste del proprio partito non è presente alcun
indagato. Le carte dimostrano – chiosa Bevilacqua – che questi, seppur non nel suo
partito, sono presenti nella coalizione e, quindi, rischiano di falsare il risultato
del centrosinistra”.