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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Elezioni regionali, una coalizione di forze per creare l’alternativa

Ecco il documento-appello presentato ieri a Lamezia Terme

Elezioni regionali, una coalizione di forze per creare l’alternativa

Ecco il documento-appello presentato ieri a Lamezia Terme

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

L’INIZIATIVA POLITICA

La grave situazione della regione Calabria ci spinge ad ipotizzare una iniziativa politica volta a dar vita ad una Coalizione di cittadinanza attiva per la prossima competizione elettorale regionale. Le manovre di palazzo lasciano presagire pericolose prospettive per la nostra regione, a cominciare da quelle dell’esercizio democratico; il rischio è una deriva sia sul piano politico che sul piano socio-economico. Pur consapevoli dei tempi stretti e delle magagne politico-burocratiche cui il ceto politico dominante ci sta costringendo, vogliamo chiamare a raccolta le forze sane della società calabrese, rimettere in gioco i cittadini esodati dalla politica, formare una Coalizione di forze positive e propositive per costruire un progetto di alternativa. Esiste una Calabria diversa che non si arrende e non vuole sottostare alle logiche dell’inciucio, delle larghe intese, degli apparati clientelari, criminali e affaristici che continuano ad imperversare a danno della comunità. E’ a questa Calabria che vogliamo dare voce.

IL CONTESTO SOCIALE, ECONOMICO E POLITICO

L’attuale crisi economica e sociale si riflette con accentuazioni preoccupanti sulla Calabria, perché qui il sistema delle attività risulta più fragile che altrove. Le ultime analisi SVIMEZ rivelano un quadro allarmante, un disastro economico-finanziario, ambientale, sociale e culturale che non ha precedenti. Prevalgono ancora il malgoverno, il malaffare, la burocrazia improduttiva, le azioni criminali, gli interessi di gruppi di potere spesso collusi. Le competenze, le capacità d’iniziativa, i talenti moltiplicatori di benessere sociale, sono mortificati; attraverso forme clientelari e cooptative, spesso si arruolano i mediocri, specialmente nella pubblica amministrazione e nei posti di responsabilità, con conseguente alimentazione del circolo vizioso. Le amministrazioni regionali di centro-sinistra e di centro-destra sono risultate fallimentari. Un bilancio disastroso conseguente ad una incapacità di amministrazione e di gestione delle spesa sia dei fondi ordinari che dei fondi comunitari. Mancanza di progettualità e di responsabilità. Una massa notevole di risorse finanziarie dei POR disimpegnate, una politica nel campo della sanità caratterizzata da sprechi, ombre, giochi di potere, irrazionale distribuzione dei comparti ospedalieri e assistenziali sul territorio e ingenti flussi di persone e di risorse finanziarie per cure extra-regione, una caduta verticale dei settori produttivi (agricoltura, industria, turismo, artigianato, commercio) con gli imprenditori lasciati alla mercè di banche, usurai, mafiosi e burocrazia vessatoria, l’ambiente violentato in tante parti attraverso abusi ed inquinamento (dalle coste, alla depurazione malfunzionante, ai veleni sparsi in mare e in montagna, alle acque rese non potabili, ai rifiuti che rattristano sempre più i paesaggi urbani, ai dissesti idro-geologici, all’incuria del patrimonio archeologico, architettonico e ambientale), la ricerca e la cultura mortificati, con scuole e università impoverite e senza strategie di sviluppo serie, un altissimo tasso di disoccupazione, specialmente tra i giovani, che non ha eguali in Europa e che spinge all’emigrazione forzata e alla rassegnazione, un sistema infrastrutturale e dei trasporti che regredisce a dispetto delle potenzialità latenti, con il rischio di declassamento e marginalizzazione ulteriore dell’intera regione rispetto al resto d’Italia. In questi anni tristi hanno prevalso logiche di potere ed interessi particolari rispetto alle logiche di sana, efficiente ed efficace gestione della cosa pubblica. Politicanti di basso profilo ancora imperversano sulla scena, spesso incolti, incompetenti, sempre più impegnati in squallide beghe interne ai loro stessi partiti, non di rado chiamati a fare i conti con la giustizia e subire condanne come nel caso dell’ex governatore, capaci di bruciare ingenti risorse pubbliche comunitarie, contornati da un sottobosco di funzionari assunti in sfregio al merito e alle competenze, per alimentare clientele. Si è assistito ad una caduta verticale della fiducia nei confronti dei partiti politici tradizionali; circa il 50% degli elettori rinuncia ormai al voto, spesso per disgusto o rassegnazione. La Calabria conta la più alta percentuale di consiglieri regionali indagati; la casta, rimasta orfana del suo massimo rappresentante, invece di dimettersi in blocco, ha pensato bene di provare a cambiare le regole elettorali, nel modo più vergognoso possibile, puntando in particolare a far morire la partecipazione democratica con soglie di sbarramento che non hanno eguali in alcuna nazione o regione europea. E’ la stessa casta che ha portato al disastro la regione, avvalendosi peraltro di consulenti amici e senza titoli, che sono oggi sotto i riflettori della magistratura. E’ più che mai necessario un cambio di rotta e un agire collettivo che spazzi via il vecchio ceto politico e le sue pratiche nefaste.

IL CONTESTO NORMATIVO. QUALE RUOLO FUTURO PER LA REGIONE?

Il disegno di legge di revisione costituzionale perseguito da Renzi prevede un riordino delle competenze legislative a vantaggio dello Stato e a sicuro detrimento del ruolo delle Regioni. Se la riforma vedrà la luce, lo Stato potrà ergersi a decisore unico delle sorti dell’ordinamento locale, dei beni culturali e paesaggistici, del turismo, dell’energia, del governo del territorio, delle infrastrutture strategiche e di altre materie ancora. La ratio sottesa alla proposta è quella di impedire che le Regioni possano in futuro legiferare su tali materie, partecipare ai procedimenti amministrativi, sostenere proposte alternative equo-sostenibili, opporsi alla realizzazione di numerosi progetti (come le grandi opere inutili e le infrastrutture strategiche), che le collettività locali e regionali contestano da tempo, per le evidenti implicazioni che hanno sui beni comuni e, in primo luogo, sulle risorse naturali. Lo Stato potrebbe avocare a sé scelte rilevanti, sottraendole alle Regioni, “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. La riforma costituzionale del Governo Renzi si pone in palese violazione del principio autonomistico e del principio democratico, qualificati come principi fondamentali della nostra forma di Stato. Per questa ragione occorre perseguire un percorso di alternativa e dare un segnale di opposizione forte anche in Calabria sulle questioni della effettiva capacità di governo dell’istituzione regionale, dei diritti di partecipazione attiva della cittadinanza, della democrazia, finora non attuati e rimasti sulla carta. La partita in gioco per la Calabria è pericolosissima; progetti come quello della costruzione dell’inutile centrale a carbone a Saline Ioniche o di altre centrali per produrre energia inquinando l’ambiente, la trivellazione dei pozzi petroliferi nell’Alto Ionio, il raddoppio del termovalorizzatore e la realizzazione del rigassificatore a Gioia Tauro o lo smantellamento della ferrovia ionica porterebbero all’ambiente ed all’economia un colpo mortale senza possibilità di opposizione da parte delle istituzioni calabresi. La Regione Calabria dovrebbe farsi promotrice di una iniziativa che accomuni l’insieme delle regioni meridionali al fine di salvaguardare il ruolo attivo delle Regioni, specialmente su questioni di grande rilievo, e promuovere una spinta unitaria e riequilibratrice a favore del Meridione d’Italia. Il Decreto Sblocca Italia, in linea con altri strumenti di programmazione del passato, continua a manifestare una tendenza nefasta a favore delle grandi opere concentrate e, guarda caso, penalizza ancora fortemente la Calabria non prevedendo alcuna forma di intervento. Non ultimo appare opportuna una iniziativa finalizzata a correggere la distorsione della legge “Del Rio” in merito alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, istituita per puri fini di propaganda elettorale da politici vecchio stampo, e che potrebbe avere ripercussioni molto gravi per la Provincia e soprattutto per la Locride e la Piana di Gioia Tauro, non rispondendo a nessuno dei criteri base determinati in sede europea.

UN NUOVO PERCORSO

Appare più che mai necessario un forte segno di discontinuità. Tale segnale può venire dal fronte sociale che si riconosce nel Progetto della Lista L’Altra Europa con Tsipras, che alle ultime elezioni europee ha cominciato a delineare nuove prospettive per la politica, anche in Calabria. In questa prospettiva, con riferimento alle imminenti scadenze elettorali, si ritiene che: la forza e la credibilità di questo Progetto siano legate alla capacità di strutturare una soggettività politica nuova e non un ennesimo cartello elettorale; il Progetto debba ispirarsi ai principi costitutivi della Lista L’Altra Europa con Tsipras, e proporsi nettamente in alternativa ad ogni aggregazione politica responsabile del sistema delle larghe intese, dare ampio ed effettivo spazio alle competenze, a movimenti ed associazioni che in questi anni hanno rappresentato le istanze territoriali, alle persone migliori piuttosto che agli apparati. Si avanza dunque l’idea di lavorare per un percorso politico di alternativa alla Regione, improntato ai princìpi e ai programmi dell’Altra Europa con Tsipras attraverso una lista o una coalizione di liste di alternativa alle prossime elezioni regionali. Senza timori reverenziali nei confronti dei partiti esistenti, lavoreremo per costruire un Soggetto Politico Nuovo, aperto, inclusivo, capace di rappresentare concretamente le esigenze della popolazione. In varie parti d’Europa, ma anche in alcune province italiane questo progetto sta già emergendo con forza. A Livorno, ad esempio, una coalizione di tre liste civiche e una di Rifondazione Comunista ha raggiunto il traguardo del 17% dei consensi. La scelta, trova giustificazione in quattro ordini di motivazioni: la gravissima situazione economico-sociale in cui versa la Calabria, causata dalle forze politiche che hanno governato negli ultimi 20 anni, a cui sarebbe follia riconsegnare la guida; la necessità di dare una risposta responsabile e chiara a migliaia di persone che hanno creduto nel Progetto, in coerenza con i contenuti e i messaggi espressi nella campagna per le Europee, e che oggi appare ancora più di attualità in considerazione di un aggravarsi della crisi economica e sociale e di tentativi renzo-berlusconiani di riforma della Costituzione e delle regole elettorali che lasciano presagire seri rischi per la democrazia; la convinzione che esista uno stretto intreccio tra questioni nazionali e locali e che una proposta credibile di governo regionale non possa ammettere alleanze con i partiti responsabili delle politiche di austerità che stanno soffocando gli enti locali, e che stanno attaccando pesantemente la Costituzione, la democrazia, il mondo del lavoro; la consapevolezza che esista una robusta componente di elettorato che non si riconosce nei partiti tradizionali, e neppure nel M5S, gestiti in modo verticistico e tendenzialmente posizionati contro il Mezzogiorno d’Italia.

LE DISCRIMINANTI DELLA COALIZIONE

Per la Calabria, si ritiene necessario assumere quali premesse fondamentali di un programma di governo condiviso, i seguenti punti: 1. Liberazione della politica da corruzione, clientela, affarismo e collusione con forze criminali e deviate; 2. Rifiuto delle larghe intese, delle politiche consociative, del cambio casacca individuale dettato da carrierismo politico, che ha contraddistinto spesso i partiti in anni recenti; 3. Attivazione di forme concrete ed efficaci di democrazia partecipata, che coinvolga donne e uomini, e rielaborazione delle regole di gestione della cosa pubblica volte alla trasparenza, alla partecipazione popolare, alla verifica periodica, alla ridefinizione di regole elettorali che diano giusta rappresentanza alle minoranze; 4. Definizione di priorità nelle scelte di investimento che privilegino: la salvaguardia e la valorizzazione del territorio, dell’ambiente, della natura viva (ivi comprese la tutela e la salute degli animali, domestici e d’allevamento); la tutela dei più deboli e dei diritti sociali; la componente pubblica dei servizi; la ricerca, la formazione, la cultura di alto profilo; i trasporti equo-sostenibili, a partire dalla messa in sicurezza delle infrastrutture, dal potenziamento del trasporto pubblico locale e dei servizi di mobilità dolce, dalle pari opportunità per le persone con disabilità, da servizi e approcci gestionali avanzati in comparti strategici portuali, interportuali, aeroportuali e autoportuali; il turismo, l’artigianato e l’agricoltura su basi moderne ed innovative; il commercio equo-solidale ed il consumo a “km 0”, l’industria legata al territorio come quella agro-alimentare, le attività produttive di qualità e improntate a valori etici, al rispetto della persona e dell’ambiente; la creazione di posti di lavoro stabili e produttivi che assicurino prospettive ai giovani calabresi evitando i fenomeni di migrazione in atto; 5. Corretta, razionale e trasparente gestione delle risorse economiche, sia ordinarie che comunitarie, in un’ottica meridionalista sana, puntando alla riduzione delle differenze rispetto alle altre regioni d’Europa e al riequilibrio diffuso degli standard di qualità della vita, a sostegno delle classi sociali meno abbienti, di uno sviluppo armonico ed efficace dei servizi sociali e di salute pubblica (anche attraverso la creazione di una rete di postazioni di pronto soccorso equamente distribuite per comprensori, ferma restando la necessità di promuovere la riorganizzazione o la creazione di strutture ospedaliere regionali d’eccellenza); 6. Progettualità fondata sulla concretezza e le reali esigenze della popolazione, partecipata e non calata dall’alto, che punti a: garantire i Beni Comuni e il controllo pubblico dei servizi, a partire dalle strutture di gestione dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti, della sanità, evitando ogni rapporto tra istituzioni ed ambienti mafiosi; privilegiare le opere diffuse per la comunità in luogo delle grandi opere concentrate avide di risorse, servizi utili e di qualità piuttosto che nuove infrastrutture, la logistica avanzata a servizio delle imprese, opere di difesa del suolo e di messa in sicurezza del territorio rispetto ad eventi calamitosi piuttosto che impianti inquinanti ad uso e consumo di grandi imprese speculative; riqualificare e rigenerare i centri urbani grandi come i piccoli, dicendo stop al consumo di suolo e puntando al recupero delle aree degradate e all’adeguamento antisismico dei centri storici dei nostri paesi; recupero produttivo e sviluppo delle aree interne e forestali; valorizzare le risorse esistenti e promuovere la Calabria su un orizzonte euro-mediterraneo, affermando le potenzialità della regione quale crocevia commerciale e turistico attraverso un governo razionale e integrato del sistema portuale-aeroportuale-interportuale e della logistica; quale riferimento internazionale nella gestione intelligente del patrimonio archeologico, paesaggistico e naturalistico; quale modello virtuoso nella promozione e diffusione della ricerca, della cultura e delle arti; 7. Decisa riorganizzazione della macchina organizzativa, burocratica e finanziaria regionale, sulla base di criteri meritocratici e trasparenti, senza spazio a condizionamenti affaristico-mafiosi o politico-clientelari. Un’efficiente attuazione della semplificazione amministrativa finalizzata allo snellimento di procedure e, nel contempo, al rispetto di regole certe, nella prospettiva di beneficiare al meglio dei finanziamenti destinati alla Regione e di rendere appetibile e attrattivo il territorio agli investimenti privati, nel segno dell’innovazione e dello sviluppo; 8. Incentivo alle attività e relazioni culturali, formative, sociali ed economiche a scala euro-mediterranea, valorizzando il ruolo di cerniera della Calabria sulle direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest. Promozione di politiche e pratiche centrate sul multi-culturalismo socio-culturale e l’accoglienza efficace e solidale; ridefinizione di politiche migratorie regionali e territoriali, tese ad una riqualificazione dei servizi di prima accoglienza, adeguata sistemazione abitativa e residenziale, snellimento delle procedure burocratiche, in linea con le norme e le esperienze europee più avanzate; 9. Promozione e sostegno di attività culturali ed educative nelle scuole onde favorire la conoscenza e lo studio della storia, della cultura e della identità meridionale, nonché tutelare le minoranze linguistiche, come parti significative del patrimonio culturale; 10. Attuazione di nuove politiche integrate sul campo dell’ambiente, dell’energia e della salute pubblica provvedendo alla ridefinizione delle politiche energetiche e dello sfruttamento delle risorse in un’ottica non invasiva e lesiva del territorio, atteso che la nostra regione produce già molta più energia di quella che consuma ed atteso che la regione è già stata pesantemente colpita in termini di qualità ambientale e salubrità delle condizioni di vita; assumendo interventi prioritari per la bonifica e il ripristino di vaste aree del territorio regionale in cui si registrano elevati tassi di mortalità per patologie tumorali; istituendo un Registro Tumori regionale che analizzi e specifichi le connessioni fra verificarsi delle patologie tumorali e le condizioni del territorio, utile strumento per individuarne le cause e contrastarne la diffusione, e l’avvio immediato di indagini epidemiologiche.

L’APPELLO

Siamo già all’opera per comporre il Soggetto Politico Nuovo di cui la Calabria ha bisogno. I contenuti del nostro Progetto saranno oggetto di dibattito pubblico nelle prossime settimane. Il programma di governo, di cui sopra si propone un primo nucleo distintivo, nascerà dalla composizione sinergica di numerosi progetti già elaborati dalle forze che si riconoscono nella nostra iniziativa e sarà proposto all’attenzione della comunità per essere ulteriormente precisato e il più possibile condiviso. Vogliamo fare emergere nuove, migliori figure politiche, donne e uomini che abbiano storie pulite, credibilità, competenza e capacità creativa, radicamento sul territorio, belle persone per quello che sono capaci di esprimere e non per estetica da salotti televisivi, avulsa da contrapposizioni generazionali. Vogliamo far nascere una nuova qualificata classe dirigente politica e tecnica, libera da collusioni e condizionamenti di qualunque genere. Vogliamo contribuire a dar vita ad una democrazia partecipata in cui la grande maggioranza della popolazione possa sentirsi finalmente determinante e coinvolta permanentemente nella gestione della cosa pubblica. Vogliamo ridare speranza e dignità alla comunità calabrese e puntare a costruire l’ALTERNATIVA. Chiediamo perciò alle associazioni e ai movimenti che si riconoscono in questi princìpi, di raccogliere questo appello affinchè, unendo le forze sane della Calabria, si possa contribuire a rendere concreto il cambiamento e determinare una svolta per la Regione e per il Meridione d’Italia.