di Giuseppe Campisi
San Giorgio Morgeto – Interessante e partecipata l’iniziativa dell’associazione Combriccola Liberi Pensatori guidata da Eugenio Vagni che ha messo a confronto i tre candidati dei maggiori schieramenti del panorama politico nazionale impegnati sul territorio in vista delle prossime elezioni parlamentari del prossimo 4 marzo. A darsi battaglia a colpi di promesse e programmi Giuseppe Fabio Auddino per il Movimento 5 Stelle candidato nel collegio proporzionale per il Senato, Domenico Giannetta di Forza Italia anch’egli candidato al proporzionale alla Camera ed Elisabetta Tripodi per il Partito Democratico candidata uninominale per la Camera dei deputati. Stabilite le regole d’ingaggio relativamente a tempi ed ordine di risposte i tre – dopo i saluti del sindaco della città Salvatore Valerioti – si sono sottoposti ad una raffica di domande preordinate sulle quali hanno esposto la posizione dei relativi partiti. Migranti, Europa, famiglia, pensioni, lavoro, tasse ma anche sanità, infrastrutture, criminalità organizzata ed imprenditorialità sono stati gli argomenti trattati in un vorticoso incedere verso posizioni molte volte distanti e poche volte coincidenti con ricette diversissime offerte per la risoluzione dei problemi che attanagliano in martoriato territorio del collegio.
Un confronto diretto, franco e senza sconti nel corso del quale non sono mancati accenni polemici e qualche scintilla rispetto all’enunciazione delle problematiche e delle cause che le hanno generate sia a livello nazionale che regionale sempre però contenute nell’alveo della correttezza istituzionale giacché regimentate da un rigido protocollo del rispetto dei tempi. «Un incontro unico, utile per cercare di risolvere le annose questioni del territorio» ha chiarito in premessa Vagni e figlio di una «legge elettorale pessima che comunque ci consentirà di votare candidati del territorio» ha ripreso Valerioti che ha avuto il merito di far sedere allo stesso tavolo tre voci importanti della politica locale tenendo un confronto serrato, diretta espressione delle forze nazionali, fors’anche per accorciare le distanze con i cittadini e smorzare il forte vento dell’antipolitica che soffia minaccioso su una fetta consistente di elettori (circa 10 milioni, ndr) devoti alla dea astensione.
Per una Tripodi che ripete che «l’Europa non deve restare il sogno dei trattati degli anni ‘50» ha risposto Giannetta dichiarando il centrodestra «vero europeista con la missione di dare all’Europa una identità» mentre Auddino ha rilanciato sulla necessità di «revisionare il regolamento di Dublino». Su welfare, tasse ed occupazione Giannetta ha voluto assicurare l’attenzione di FI per le famiglie al primo posto nell’agenda di governo, Auddino si è schierato apertamente contro la flat tax e Tripodi ha puntato sulla necessità di dare lavoro ai giovani. Di «sanità allo sfascio totale» ha parlato Auddino riferendosi alla Calabria, di «repressione della criminalità organizzata e della necessità di predisporre un grande piano di prevenzione» ha ragionato Tripodi mentre Giannetta ha sottolineato con forza, parlando di infrastrutture e sviluppo per l’area della Piana,che «la Zes l’abbiamo voluta noi». Nessun inciucio ci sarà dopo le elezioni nel caso in cui nessuna forza politica non ottenesse (cosa assai probabile, nda) la maggioranza in parlamento – assicurano i tre candidati che invocano la vittoria delle urne per le rispettive formazioni – lasciando intravedere però spiragli di accordi possibili per evitare scenari e conseguenze destabilizzanti per il Paese per tentare una qualche via di governo.
Alla fine, l’appello al voto: Tripodi ha ribadito che «quello del centrodestra è un film già visto e Salvini è un alleato pericoloso» dunque «l’unico il voto utile possibile è al Pd»; Giannetta ha ricordato che «per ciascuno parla la propria storia: noi siamo gli unici a rappresentare le istanze di questi territori ed io ci ho sempre messo la faccia» ed Auddino, in conclusione, ha sottolineato di puntare sulla propria credibilità personale poiché «anche l’inciucio tra loro è un film già visto mentre noi vogliamo parlare ad una Italia che basa tutto sulla verità» per la quale ottenere la fiducia dal parlamento. Un momento di confronto diretto che certamente ha avuto il merito di offrire in presa diretta opinioni di prima mano per evidenziare, una volta di più, le sostanziali differenze che oramai da mesi tratteggiano, in un ridondante bombardamento mediatico, leader e frontman delle rispettive forze politiche almeno per una volta apparsi concretamente di fronte al personale giudizio di un’attenta platea.