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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Egitto, prove di dialogo. Sit-in a piazza Tahrir

Egitto, prove di dialogo. Sit-in a piazza Tahrir

Accordo per riforme governo-opposizioni. Contrari i Fratelli Musulmani: “Proposte insufficienti”

Egitto, prove di dialogo. Sit-in a piazza Tahrir

Accordo per riforme governo-opposizioni. Contrari i Fratelli Musulmani: “Proposte insufficienti”

(ANSA) IL CAIRO – Nel centro del Cairo il traffico di auto e gente che va al lavoro è oggi pressoché normale, nel 14/o giorno di protesta contro il regime del presidente Hosni Mubarak, anche attorno alla piazza al Tahrir, dove questa notte, come sempre dal 25 gennaio, i manifestanti sono rimasti accampati. Sin dalle prime ore del mattino, l’esercito ha però tentato di ridurre il loro spazio, lasciando così il passaggio alle auto, come aveva già fatto ieri, quando il comandante dell’esercito, generale Hassan al Rowny, aveva detto ai manifestanti: “Vogliamo che la gente torni al lavoro e venga pagata. Vogliamo che la vita torni alla normalità”.
MANIFESTANTI PIAZZA TAHRIR CREANO LORO GIORNALE – I manifestanti che al Cairo dal 25 gennaio chiedono le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak hanno iniziato a pubblicare un loro giornale quotidiano: il ”Midan al Tahrir”, ovvero Piazza Tahrir, il nome del luogo divenuto in tutto il mondo il simbolo stesso della protesta anti-regime in Egitto. L’iniziativa riflette la visione del movimento giovanile che si batte per il cambiamento in Egitto, secondo quanto ha affermato il suo direttore, Mohamed Moustafa Sherdi, ex deputato e giornalista del giornale dell’opposizione al Wafd. Al momento, Midan al Tahrir viene fotocopiato e diffuso in migliaia di copie tra i manifestanti, ma ”Abbiamo intenzione di ottenere la licenza per il nostro giornale e segnare la nascita di una nuova comunita’ di di giornalismo in Egitto ”, ha detto Sherdi, citato oggi dal quotidiano in lingua inglese The Egyptian Gazette. Nella piazza, i manifestanti hanno intanto allestito una sorta di edicola, nei pressi del museo egizio, per consentire a tutti di consultare e leggere tutti i giornali locali, la cui diffusione e’ stata negli ultimi tempi fortemente ostacolata dai disordini e dalle manifestazioni.
PROVE DI DIALOGO – In Egitto verrà costituito un comitato congiunto governo-opposizione per le riforme costituzionali entro marzo. L’iniziativa è stata decisa nell’incontro tra il vicepresidente Omar Suleiman e i rppresentanti dell’opposizione, ha annunciato il portavoce del governo. Ma secondo  i Fratelli Musulmani le riforme proposte dal regime del presidente egiziano Hosni Mubarak per uscire della crisi politica sono “insufficienti”.
SULEIMAN NON VUOLE ASSUMERE POTERI MUBARAK – Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha rifiutato un appello dell’opposizione ad assumere i poteri del presidente Hosni Mubarak. Lo ha riferito uno dei partecipanti ai colloqui tra Suleiman e le opposizioni. “Gli abbiamo chiesto che il presidente deleghi i suoi poteri al vicepresidente conformemente alle prerogative che gli dà l’articolo 139 (della Costituzione), ma lui ha rifiutato”, ha detto la fonte che ha parlato a condizione di restare anonima. Oggi Suleiman ha incontrato vari esponenti delle forze di opposizione tra cui, i fratelli musulmani, un rappresentante dell’ex direttore dell’Aiea Mohammed el Baradei, il magnate delle telecomunicazioni Naguib Sawiris.
GIORNATA MARTIRI E DIALOGO OPPOSIZIONE – Oggi, tredicesimo giorno della rivolta contro il presidente egiziano Hosni Mubarak, la giornata é stata dedicata ai “martiri” dalla folla riunita ancora una volta nella piazza Tahrir del Cairo, mentre l’opposizione inizia a un “dialogo” con il vice presidente Omar Suleiman e le autorità tentano di riportare la vita nel Paese verso la normalità. Al dialogo per avviare una serie di riforme democratiche partecipano anche i Fratelli musulmani, il maggiore gruppo di opposizione, da decenni bandito dalla scena politica ma al tempo stesso tollerato. “Abbiamo deciso di accettare questo incontro per mettere alla prova la buona fede delle autorità di fronte alle richieste della popolazione e la loro disponibilità ad accoglierle”, ha detto un loro portavoce. Ieri, i vertici del partito nazionale democratico (Pnd) del presidente Mubarak sono stati sostituiti, una misura accolta con favore da Washington che – così come dal governo italiano – sostiene anche il dialogo con i Fratelli Musulmani: un sostegno esplicitato oggi dal segretario di Stato Hillary Clinton. Molti dipendenti pubblici sono intanto tornati al lavoro questa mattina, mentre hanno riaperto le banche, dopo una settimana di chiusura, e subito agli sportelli si sono formate lunghe code di persone che finalmente possono ritirare i contanti dai loro conti correnti. Anche molti negozi, rimasti chiusi da giorni, hanno riaperti i battenti. Sulla piazza, si sono però radunate come sempre decine di migliaia di persone e, per la prima volta, questa mattina assieme ai musulmani anche numerosi cristiani copti si sono riuniti in preghiera, in memoria delle vittime della protesta, che secondo l’Onu sono ormai circa 300. L’esercito nelle ultime ore ha ulteriormente rafforzato la sua presenza nella zona del centro, e ha tentato di riaprire almeno una parte della piazza al Tahir al traffico, ma i manifestanti si sono rifiutati di spostarsi.
PAPA, CHIEDO A DIO CHE TROVI PACE E BENE COMUNE – Appello del Papa per l’Egitto, dopo l’Angelus: “In questi giorni seguo con attenzione la delicata situazione della cara Nazione egiziana. Chiedo a Dio che quella Terra, benedetta dalla presenza della Santa Famiglia, ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune”. E’ la prima volta che il Pontefice parla dell’Egitto da quando sono scoppiate le proteste. L’appello del Papa ha un particolare significato anche alla luce del fatto che le relazioni diplomatiche tra Egitto e Santa Sede hanno recentemente vissuto una fase di raffreddamento, quando il governo di Mubarak ha deciso di richiamare in patria l’ambasciatore egiziano presso la Santa Sede. La decisione del Cairo ha fatto seguito alla parole che il papa aveva pronunciato in difesa delle comunità cristiane dopo gli attacchi nei loro confronti. Il Papa nel suo appello, tra l’altro, non fa riferimento in alcun modo ai governanti egiziani, ma si rivolge direttamente a Dio per chiedere una pacificazione nel Paese.
redazione@approdonews.it