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Edilizia agevolata: la corte di appello di Reggio Calabria ha assolto Nino Pileio e l’architetto Nino Bernava

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Il Tribunale di Palmi li aveva condannati a 4 anni ed 1 mese ed aveva disposto la demolizione di 50 villette bifamiliari costruite a Taurianova

Edilizia agevolata: la corte di appello di Reggio Calabria ha assolto Nino Pileio e l’architetto Nino Bernava

Il Tribunale di Palmi li aveva condannati a 4 anni ed 1 mese ed aveva disposto la demolizione di 50 villette bifamiliari costruite a Taurianova

 

 

 

La Corte di Appello di Reggio Calabria, presieduta dalla dott.ssa A.
Costabile con a latere i consiglieri A. Giacobello e A. Bandiera, ha assolto
l’imprenditore taurianovese Antonino Pileio, difeso dagli avvocati Antonino
Napoli e Rocco Licastro, e l’architetto Antonino Bernava, difeso dal solo
avvocato Antonino Napoli, dai reati di violazione edilizia ed indebita
percezione della somma di € 1.102.582,72 da parte dello Stato per la
costruzione a Taurianova di numerosi alloggi di edilizia residenziale
pubblica.

Il giudizio d’appello si è celebrato in seguito all’impugnazione dei
difensori avverso la sentenza del Tribunale di Palmi, presieduto dalla
dottoressa Concettina Epifanio e con a latare i dottori Maria Laura Ciollaro
e Gaspare Spedale, con cui Pileio e Bernava erano stati condannati a 4 anni
ed 1 mese di reclusione, dichiarati incapaci di contrarre con la pubblica
amministrazione ed ordinata la demolizione di 50 villette bifamiliari
ritenute irregolari.

Il processo era nato da un’informativa con cui gli inquirenti evidenziavano
le difformità delle costruzioni al progetto assentito e, conseguentemente,
alle norme di legge relative all’edilizia agevolata ed aveva determinato il
P.M. a richiedere ed ottenere dal GIP presso il Tribunale di Palmi il
sequestro delle villette.

Tali difformità, ad avviso degli inquirenti, supportate tecnicamente da una
perizia dell’ausiliario di P.G. architetto Michele Politanò, consistevano
nel mancato rispetto dei parametri tipici dell’edilizia agevolata.

L’ impresa Pileio, al solo scopo di impedire il protrarsi del danno causato
dalla misura cautelare, aveva chiesto ed ottenuto dal P.M. il dissequestro
del cantiere sulla base di un progetto di variante in sanatoria denominato
“risistemazione delle aree di pertinenza dei lotti e della destinazione
d’uso degli ambienti interni” con cui si restituiva all’intervento, sulla
base delle osservazioni dell’ausiliario di P.G., conformità sia sotto
l’aspetto urbanistico che del rispetto della normativa sull’edilizia
agevolata.

L’avvocato Antonino Napoli durante la sottoposizione a sequestro del
cantiere, aveva svolto un’attenta indagine difensiva, con la collaborazione
di tecnici esperti in materia di edilizia convenzionata-agevolata, tendente
a dimostrare che né la ditta Pileio né i beneficiari dell’agevolazione,
ovvero gli acquirenti, avevano truffato lo Stato o destinato i contributi,
le sovvenzioni o i finanziamenti destinati alla realizzazione degli alloggi
ad altre finalità essendo certa ed evidente, invece, la destinazione alla
edificazione delle abitazioni agevolate, così come progettate ed eseguite,
con la sola destinazione da parte di alcuni acquirenti del vano garage a
cantinetta senza tuttavia che ciò potesse essere tecnicamente possibile
poiché il vano garage aveva un’altezza di 2,40 metri e, pertanto, non
raggiungeva l’altezza minima di 2,70 metri necessaria all’ottenimento
dell’abitabilità ed alla conseguente destinazione a superficie utile.

La Corte di Appello di Reggio Calabria, dopo aver disposto una perizia
d’ufficio affidando l’incarico all’ingegnere Giuseppe Sorrenti ed ascoltato
la requisitoria del procuratore generale dottor Cianfarini che ha concluso
per la conferma della condanna, e l’arringa dei difensori, ha accolto gli
appelli degli avvocati Antonino Napoli e Rocco Licastro assolvendo Antonino
Pileio ed Antonio Bernava, i quali avevano rinunciato alla prescrizione, dai
reati loro ascritti perché il fatto non sussiste ed ha revocato l’ordine di
demolizione disponendo il dissequestro degli immobili.

L’avvocato Antonino Napoli, palesemente soddisfatto dell’esito del processo,
ha dichiarato: “Si conclude finalmente una vicenda giudiziaria per la quale
avevamo fin da subito evidenziato l’inconsistenza delle accuse ma che ha,
tuttavia, destato vasta preoccupazione nella comunità taurianovese stante le
conseguenze che avrebbe potuto avere nei confronti di 50 famiglie che
avevano acquistato le villette”.