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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 29 MAGGIO 2024

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Ecco chi è Giuseppe Ladini, arrestato ieri dai Carabinieri L'uomo era a capo della locale cosca dei "Ladini - Petullà - Foriglio", un gruppo di criminali dedito al traffico internazionale di armi e cocaina, votato alle estorsioni

Ecco chi è Giuseppe Ladini, arrestato ieri dai Carabinieri L'uomo era a capo della locale cosca dei "Ladini - Petullà - Foriglio", un gruppo di criminali dedito al traffico internazionale di armi e cocaina, votato alle estorsioni
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Un’operazione coordinata dai Carabinieri della compagnia di Taurianova diretta dal capitano Marco Barone, e dal tenente Maurizio Blasa, a capo del nucleo operativo. I Segugi dell’Arma, hanno lavorato notte e giorno per scoprire una delle cosche locali più potenti del panorama criminale calabrese, quella dei “Ladini – Petullà – Foriglio”. Questa indagine è figlia di un’azione investigativa da parte dei carabinieri di Taurianova, che hanno individuato, con tecniche innovative e basate su indagini tradizionali, come il presunto boss Giuseppe Ladini, dirigeva con piglio deciso e autorevole, la cosca che porta che il suo nome. Tranne il contributo del pentito Ieranò, questa indagine e questi arresti, hanno una firma ben precisa, quella del lavoro certosino dell’Arma.

Basti pensare che Salvatore Cuturello, boss di prima grandezza, genero del capo dei Mancuso di Limbadi, andava fino a Cinquefrondi per confrontarsi con Ladini, sulle partite di armi. Non solo ma anche il rampollo dei Crea, Ettore per l’esattezza, per acquisire armi, si recava a casa del boss di Cinquefrondi. E’ la testimonianza più forte di come, lo stesso Giuseppe Ladini, fosse diventato punto di riferimento per cosche importanti della Piana e non solo.

Questa indagine è vista come una forma di liberazione a Cinquefrondi, da parte dei cittadini per bene, ed è scaturita dal lavoro attento sviluppato dai militari, subito dopo le dichiarazioni di Ieranò, che iniziò la collaborazione con la Dda di Reggio Calabria, a seguito degli arresti avvenuti con l’operazione “Vittorio Veneto” del 2013.